/Cevin Cox/
Diedi un calcio alle fragili foglie che coloravano tutto il nostro giardino. Jesse adorava fuggire con un mucchio di foglie in bocca e nasconderle in casa, ma ora era altrettanto contenta di guardare la conflagrazione di foglie rosse e arancioni dal portico.
Era più o meno lo stesso per me. Vedevo tutto qui in un modo diverso. Persino mio padre. Da bambina, mio papà era sempre stato così forte e indipendente. Non mi rendevo conto di quanto aiuto avesse bisogno per le piccole cose di tutti i giorni. La sua schiena era cronicamente dolorante; doveva afferrare la ringhiera per scendere le scale. Non era in grado di avviare il suo camioncino arrugginito senza aver agitato la chiave per alcuni minuti. I suoi divani erano strappati e in quello accanto al camino la molla era visibile e abbastanza prominente da farti rimbalzare se ti sedevi. A volte si dimenticava di dare da mangiare a Jessie e il povero cane doveva immergere la testa in un sacchetto di cibo per cani stantio. L'uomo aveva bisogno di una moglie, più di qualsiasi altra cosa.
"Indie, questo è proprio un capolavoro. Da quanto tempo ci lavori?"
"Da poco più di cinque o sei mesi. È solo la prima bozza" risposi, appoggiandomi alla sua spalla mentre si sistemava gli occhiali sul viso. Aveva in mano il manoscritto di un nuovo romanzo per adulti a cui stavo lavorando. "Non riesco proprio a immaginare il finale. Sento che la risposta ovvia sia lì, sembra solo nascondersi dal mio cervello."
"Penso che questo possa davvero arrivare da qualche parte, Indiana. Non lo dico perché sono tuo padre, lo dico come qualcuno che è stato direttore editoriale per venticinque anni."
"Grazie" mormorai, sentendo le mie guance diventare un po' calde per il complimento. "Ma hai detto che avevi scritto e pubblicato un libro e che non l'hai mai più fatto per quanto fosse difficile."
Mio padre girò il capo e sollevò gli occhiali nei suoi capelli brizzolati. "Questo perché non ero un grande scrittore. Tu hai qualcosa di impressionante qui, Indiana. Lo penso almeno."
"Be'..." mi lasciai cadere nel posto accanto a lui sull'altalena della veranda "Non importa comunque. Al momento è senza una fine."
"Va bene, vediamo" borbottò, dando di nuovo un'occhiata alla prima pagina. "La storia inizia con una ragazza che può vedere i colori in un mondo in cui tutti sono daltonici. Si rende conto di essere diversa a una giovane età, ma decide di non dirlo a nessuno perché teme l'idea di essere diversa da ogni singola persona che la circonda. All'età di sedici anni, le viene detto che il colore abbellirà la sua vita solo quando si troverà faccia a faccia con... la sua anima gemella. L'hai chiamata una fiamma gemella però. Perché così?"
"Per via di una vecchia leggenda popolare. Si dice che all'inizio l'anima fosse divisa in due parti dal creatore, una maschile e una femminile. Questo era fatto per assicurarsi che un'anima non fosse mai sola nell'universo. Ognuno ha questa anima umana perfetta là fuori ed è un legame come nessun altro. Solo, ci sono spesso sfide fatte per stare con questa persona e anche quando stanno insieme, l'amore è così forte che può essere letale. Queste due anime perfettamente abbinate sono chiamate fiamme gemelle."
"È così che funziona l'amore in questo mondo?"
"L'amore è lo stesso e nel nostro mondo sono solo le idee delle persone che sono diverse."
"Capisco. Quindi, andiamo avanti. Si rende quindi conto che questo deve significare che ha già incontrato la sua fiamma gemella. In precedenza hai citato il personaggio di Alec, il suo unico amico maschio, e lei crede che sia la sua anima gemella."
"Sì, ma Mia non può fare a meno di pensare che non sia quello giusto, come se il creatore avesse sbagliato. Sente intorno a sé storie di fiamme gemelle che dal momento in cui si sono viste, si sono innamorate. Non si accorgevano neppure dei colori accesi che entravano nelle loro vite; pensavano che facesse tutto parte dell'amore. È così che succedeva a molte persone: l'amore è colore."
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Styles of Expressionism H.S [Italian Translation]
Fiksi PenggemarEra un tatuatore di giorno, un pittore di notte. Possedeva ciò che è comunemente nota come una personalità dipendente. Forse ereditata, forse sviluppata. Era sempre stato così. Gli piaceva l'inchiostro sul suo corpo. Gli piaceva ricoprire i polmoni...