Capitolo 4

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Moon indicò la strada ai giovani, che trovarono 4 biciclette accanto all'albero sopra la collina, le quali furono usate per raggiungere quella città non molto lontana: c'era una leggera brezza fresca, gli uccelli cinguettavano, il fiume vicino scorreva gorgogliando e si sentiva un odore di pini marittimi e tamerici. Arrivati alla città vi trovarono un uomo indaffarato a scrivere qualcosa su di un libretto rosso, costui attirò l'attenzione dei giovani. L'uomo era abbastanza alto, grassoccio e con dei capelli e baffi scuri, aveva un'aria rassicurante. Quando si accorse che quei giovani lo stavano osservando si girò ed elegantemente disse: "Piacere, io sono: Giovanni Pascoli" "Buongiorno, ci scusi, ma lei è quel Giovanni Pascoli? Quello della poetica del fanciullino, colui che ha scritto Myricae?" "Sì, sono proprio io: sono qui perché, i miei amici: quelli del mio mondo mi hanno raccontato dei bellissimi pini marittimi e delle tamerici che si trovano qui." "Mi scusi, ma perché lei da quale mondo viene? Sa, noi stiamo affrontando il nostro giro dei mondi." "Ragazzo, il mio mondo è quel fantastico mondo: "Poems World", sapete in quel mondo ci stanno tutti i più grandi poeti che siano mai esistiti. Voi invece chi siete? Se mi posso permettere." "Io mi chiamo Ionut e lei è la mia migliore amica Giorgia." "Invece io sono Shisha e lui è mio fratello William" "Molte piacere, scusatemi ancora, ma sono molto indaffarato, devo subito scrivere cosa suscita tutta questa bellezza: le tamerici, i pini, le verdi colline di questo mondo: mi sono innamorato di questo mondo, certo non ci passerei molto tempo: nel mio mondo ci sono persone più interessanti, di questi ragazzi che credono di essere innamorati: il vero amore può essere solo un amore platonico, un amore verso il creato inteso come un amore spirituale verso la natura, gli animali, oppure per me l'unico vero amore che sono riuscito a provare è stato verso la mia famiglia, non verso la cruda carne. Comunque mi dispiace di avervi annoiato con i miei discorsi, è il caso che io vada. Arrivederci ragazzi:" Concluse il poeta con gli occhi lucidi, salì su di un'auto d'epoca: dei primi del 1900 e andò via, verso le campagne, i giovani ebbero solo il tempo di salutarlo da lontano mentre viaggiava a bordo di quell'auto. I giovani entrarono nella città. I palazzi sembravano dell'epoca gotica, infatti si slanciavano verso il cielo e avevano i tetti rossi o rosacei, le finestre di vetri colorati, strette e lunghe, in strada invece c'erano solo carrozze o auto d'epoca. Ma la cosa che colpiva era dii certo una: la città pullulava di giovani innamorati che parlavano d'amore, scrivevano poesie ai propri compagni o messaggiavano con i propri amati o le proprie amate attraverso lettere d'amore, consegnate da colombe, merli o da uccelli esotici e variopinti, certo era un bel paesaggio. Giorgia pensò: "Chissà se succederà un giorno anche a me una cosa del genere: sarebbe bello essere corteggiata, trovare il "Vero amore", viaggiare per il mondo insieme a lui... Purtroppo penso che sarà molto difficile che succeda... cioè chi si metterebbe con una ragazza che beh non ha il fisico che dovrebbe avere alla propria età?" Infatti, Giorgia pur avendo 16 anni compiuti, non aveva un fisico sviluppato e questo faceva temere a Giorgia di non poter mai trovare un ragazzo che la apprezzasse come fidanzata o come moglie. Ionut al contrario pensava: "Penso che sarebbe bello trovare una persona che mi ami per ciò che sono, che tra noi ci fosse un amore sincero, ma io vorrei questo? Una vita fatta di parole, poesie e lettere sdolcinate: sarebbe bello, ma non penso che mi piacerebbe, vorrei qualcos'altro oltre a questo... Ma non penso che il mio turno sia molto presto." Insomma, sia Ionut sia Giorgia, non avevano i pensieri più positivi riguardo all'amore, eppure non smettevano di pensarci. Shisha e Will dissero: "Noi, non ci arrendiamo riguardo a nostra madre, dobbiamo trovare un modo per riportarla da noi. Magari nella biblioteca potremmo trovare qualcosa a riguardo. Deve esserci!" Conclusero i due con tono irato. I Giovani si salutarono, Shisha e Will partirono alla volta della biblioteca. Minuti dopo arrivarono all'edificio di marmo lucido nero, con colonne all'entrata, una scalinata per raggiungere l'entrata della biblioteca, una cupola bianca lucida e finestre ottagonali azzurre: effettivamente era un edificio molto diverso e moderno rispetto al resto dei palazzi. I due entrarono nella biblioteca: era strapiena di libri sulla poesia, sulle leggende e ovviamente circa 300 libri sul significato dell'amore, cos'è l'amore platonico e perché amare: gli unici libri che in quel momento interessavano ai due fratelli erano quelli sulle leggende: fortunatamente la sezione sui miti e leggende non era molto vasta infatti contava all'incirca 150 libri e quindi i giovani sperarono che la loro ricerca sarebbe stata rapida: così non fu, Shisha iniziò a cercare tra le leggende che parlavano di morti e di come riportarli in vita ed ad un tratto disse a Will: "Senti questo mito: narra di una giovane musicista che persa la sua vita, la sua ombra: ovvero la sua anima giunge a "Shadow World", interessante, non credi?" "Shadow World sarà uno dei mondi, io comunque penso che sarebbe meglio andare velocemente nel mondo onirico: ho sentito dire di una maga che è ritornata in vita dopo essere andata a Shadow World: magari è solo una leggenda, ma una volta finito in questo mondo spero che il drago ci porti al mondo onirico: tanto dovremmo andarci lo stesso per finire il giro dei mondi." "Si, Will hai ragione come sempre... Anche se, se noi riuscissimo ad andare direttamente a Shadow World non sarebbe meglio? Avremmo già la risposta davanti ai nostri occhi: magari mamma è anch'essa giunta lì: se è così dobbiamo riportarla nel nostro mondo." "Si Shisha hai ragione anche tu, ma dimentichiamo che è il drago che ci trasporta tra un mondo e l'altro, senza la nostra decisione, quindi basta fantasticare e cerchiamo di trovare un altro modo." "Va bene Will." I due fratelli rimasero dentro la biblioteca per trovare una leggenda che potesse dar loro una soluzione. Nel frattempo, Giorgia e Ionut fecero un giro in bici all'interno della città: era un vero labirinto, pieno di stradine strette, vicoli ciechi e salite: si, una miriade di salite ripide. Giunsero in una piccola piazza a Nord della città, era semi deserta, ma la cosa che colpiva era che c'era una piattaforma: simile ad un patibolo con del sangue sul pavimento di assi di legno di ciliegio, un'asta con un cappio legato sporco di sangue, un machete in un bagno di sangue sul pavimento del patibolo, un bicchiere con qualche goccia di uno strano liquido verde sopra un piccolo tavolino, un serpente che strisciava in mezzo al sangue e un corpo nudo inchiodato ad una croce greca di marmo sporca di sangue secco, il cadavere era di un ragazzo: un ragazzo molto giovane, sui 14-15 anni, i capelli corvini, un corpo robusto e pallido per la mancanza di sangue, un segno di strangolamento sul collo, un morso di serpente sul braccio destro, una ferita da taglio nel costato, la schiuma alla bocca. Un particolare agghiacciante erano gli occhi, bendati da una fascia di cotone bianco. Un altro particolare era un leggero olezzo di mandorle. A quella vista Ionut e Giorgia, rimasero inorriditi e andarono a vomitare in un vicolo vicino, ritornarono al patibolo: era uno spettacolo orribile? Certamente, eppure era sempre uno spettacolo, un'opera d'arte, macabra ma sempre di arte si trattava, l'arte della morte: una fredda amica che prima o poi ci porta via. Trovarono sul piccolo tavolino sul patibolo un foglio, probabilmente una lettera, con scritto:
"Immagino che vogliate sapere perché mi sono ucciso, vero? Beh, perché non dirvelo, così soffrirete un minimo anche voi, anche se però secondo voi, abitanti di questo mondo, non si può essere tristi, o sbaglio? A voi basta che il vostro ragazzo, ragazza, marito, moglie vi mandi una lettera, una poesia, ma sapete una cosa per me non è così, a me non basta questo io voglio sapere altro, conoscere le magie dei mondi, le loro creature, le loro fazioni, i loro prossimi sterminatori, i loro prossimi salvatori. Voi non mi avete mai preso sul serio, pensando fossi pazzo, non mi avete mai aiutato, mai capito, anzi, mi avete sempre allontanato, addirittura qualcuno di voi mi ha anche punito per la mia troppa curiosità. Sì, solo per questo mi avete punito, fate tanto i perbenisti, gli acculturati, dite di avere la mente aperta, ma essere acculturati, avere la mente aperta significa anche accettarmi per questa mia particolarità rispetto a voi che per voi è un difetto da eliminare. Insomma, tra voi e la merda non c'è nessuna differenza, tuttavia voi ancora purtroppo respirate. Scasatemi ma devo andare. Sentite questo buon odore, io sì: odore di sangue... che buon odore. Addio merde."
La lettera era bagnata di sangue, strappata nell'angolo destro del foglio. Giorgia vide di nuovo un'ombra, la fissava, toccava il cappio e la fissava, si chinava sul sangue e la fissava, sembrava interessato a lei, Giorgia perplessa non capiva il motivo. In quel momento passò un signore elegantemente vestito con un cappotto marrone, aveva capelli grigi, occhi azzurri e due folti baffi grigiastri. Ionut scese dal patibolo e chiese all'uomo: "Ci scusi, ma cos'è successo a quel ragazzo?" "Non lo avete letto: si è suicidato, a quanto pare non era contento della sua vita." Disse l'uomo con tono severo e rapido. "Ma perché ci sono così tanti oggetti sul patibolo?" "Perché ha usato una magia: la tetra morte, consiste nell'uccidersi contemporaneamente in 4 modi diversi, pensate che si dice che il dolore per quanto forte, continui anche da morto... Comunque quello lì appeso è Fred: mio figlio." Concluse l'uomo con voce tremolante, con una lacrima che gli accarezzava il volto. "Comunque, voi chi siete? e che ci fate qui?" "Ci scusi, noi siamo Giorgia e Ionut e stiamo facendo il nostro giro dei mondi." Rispose Giorgia con voce dolce, "Allora potreste farmi un favore... Però vi dispiacerebbe venire a casa mia, a momenti dovrebbe iniziare a piovere." Sussurrò l'uomo con tono misterioso. "Certamente signore." Rispose prontamente Giorgia. Durante il tragitto Ionut pensava: "Pover'uomo, chissà quanto soffrirà per il figlio, comunque lo spettacolo di prima, era disgustoso anche se aveva un suo macabro fascino misterioso." Il cielo era pieno di nuvole grigie: pronte a piovere, quando l'uomo si fermò davanti ad un edificio di pietre grigie in uno stile medievale, era una casa piuttosto grande: aveva due piani ed un tetto a spiovente di legno con un piccolo garage adiacente fatto di cemento bianco. L'uomo disse: "Questa è la mia vecchia casa." Videro accanto alla porta una bicicletta sportiva e uno skateboard dai colori sgargianti e Giorgia vide ancora quell'ombra, toccava la bici lo skateboard e la fissava, Giorgia capì che l'ombra era di Fred: il ragazzo morto, Giorgia si dispiacque per lui: è vero non lo conosceva, eppure piangeva dentro di sé per lui, improvvisamente sentì il suono di una voce calda: "Chi sei? Non ti conosco, perché piangi? Per me?" Giorgia capì che quella voce era solamente un collegamento telepatico tra lei e l'ombra e rispose telepaticamente: "Mi chiamo Giorgia, piango per te, perché questo gesto estremo? Potevi risolvere in un altro modo e comunque un giorno forse ci conosceremo, no?" "Spero per te il più tardi possibile: se ci incontreremo, significa che sarai morta. Credimi, ho provato a risolvere in altri modi, ma non ce l'ho fatta. Magari se ci fossimo conosciuti prima, sarebbe andata diversamente no? Sai la tua aura è... diversa, piacevole..." Non riuscì a finire la frase che si aprì un varco dal quale uscì un pitone di vetro viola, cercò di catturare l'ombra e purtroppo ci riuscì, Giorgia fu separata da quell'ombra così gentile e diversa: di ragazzi così a "Fantasy World" non ce ne era quasi nessuno, che parlasse ad una ragazza in quel modo... Quel tempo trascorse solamente a Giorgia: sembrava che per quei due erano passati millesimi di secondo, al contrario dei minuti infiniti che parevano a Giorgia. La giovane era ancora scioccata dalla vista di quello che sembrava un serpente di vetro che aveva rapito quella giovane ombra. Entrarono dentro quella casa: all'interno era fatta completamente in legno: dava quella sensazione di calore e famiglia, aveva delle scale a chiocciola in legno di acacia che salirono, un lungo corridoio al piano superiore con quadri alle pareti rappresentanti colline verdi, ruscelli e mari di un blu intenso. L'uomo iniziò a parlare: "Sapete, Fred è stato sempre curioso, fin da piccolo, sua madre gli raccontava di quando da giovani io e lei affrontammo "il giro dei mondi", lei era una vera avventuriera: voleva ripartire anche quando ormai avevamo deciso di fermarci e vivere qui. "Stregava" Fred con le sue storie, alcune vere e altre inventate, ma finché c'era lei, lui era felice ed io non mi preoccupavo, ma quando è morta, non ho saputo come aiutare Fred: sapete, questo mondo è piuttosto chiuso sull'argomento curiosità e quindi tutti vedevano Fred come un pazzo e dopo un po' di tempo durante il quale lui ha subito: minacce, insulti e aggressioni fisiche... Insomma, ha ceduto ed ha compiuto quel gesto estremo." "Ci dispiace per sua moglie e per Fred... Ma perché non è riuscito ad aiutarlo?" Chiese Ionut con voce gentile "La verità, è che io non l'ho mai capito, o meglio non mi sono mai impegnato a capirlo..." L'uomo non riuscì a finire la frase che già le prime lacrime gli accarezzarono il viso, Ionut lo abbracciò: pensava che anche suo padre sentisse la sua mancanza. "Comunque, signore, Quale favore voleva da noi?" chiese Giorgia con un tono misto tra: il gentile e l'impertinente, "Quello che vi vorrei chiedere... è: dato che voi state facendo il giro dei mondi, dovreste capitare nel "Mondo Onirico", lì ci dovrebbe ancora vivere Eurydia: era una vecchia maga che mi disse durante il mio giro dei mondi che lei era riuscita a ritornare da "Shadow World": il mondo dei morti, se fosse ancora viva potrebbe sapervi dire se e come riportare in vita Fred: so che sembra una pazzia, ma farei qualsiasi cosa per riabbracciarlo almeno un'altra volta, per spiegargli perché mi sono comportato così..." L'uomo non riuscì di nuovo a finire la frase che si rimise a piangere. Ionut pensò che l'amore di quell'uomo verso suo figlio era senza limiti, non aveva mai visto un uomo piangere così per suo figlio. Giorgia sentì come la sensazione di dover uscire, avvisò a Ionut dicendo: "Scusatemi, esco a fare due passi." Uscì, prese la sua bici e arrivò fino alla cima della collina vicino alla casa del padre di Fred, l'aria era fresca, il sole splendeva alto nel cielo e quel posto era bellissimo: uccelli cinguettanti, alberi di poesie d'amore e la bella vista sul fiume, Giorgia si mise seduta sotto l'albero di mele sulla cima a fissare l'orizzonte e il fiume, prese il suo album da disegno dalla sacca-drago e iniziò a abbozzare la figura di Fred, dopo non molto tempo il disegno era quasi compiuto, un giovane quasi identico all'originale, e mentre Giorgia pensava a lui, Fred comparì da un portale e si mise accanto a lei, seduti all'ombra del grande melo. Giorgia stupita chiese: "Fred, come mai quella strana creatura ti ha catturato prima?" "Beh, io non appartengo più a questo mondo, io dovrei stare a "Shadow World" e quindi le creature poste a guardia di noi ombre, ci possono venire a catturare: sbagliamo noi non loro." "Ma quindi puoi uscire da "Shadow World"?" "Sì, ma infrango le regole per poter uscire, io sono morto, e come è giusto che sia dovrei rimanere là, ma a me non piacciono molto queste regole." "Sai: stavo pensando a te in questo momento, ti ho anche fatto un ritratto: eccolo." Disse Giorgia mostrandogli il suo disegno, "Spero, che ti piaccia..." Disse Giorgia con voce imbarazzata. "Comunque, quali sono le tue passioni?" Chiese Fred con aria d'interesse, "A me piace molto disegnare, però anche se non sembrerebbe mi piacerebbe imparare ad andare sullo skateboard, sai a "Fantasy World" c'erano solo skateboard magici: facevano tutto loro, non bisognava essere capaci ad andarci. Tu invece?" "Io prima di morire, adoravo correre giù da questa collina con la mia bici o con il mio skate: l'aria tra i capelli, il senso di libertà..." Concluse Fred con aria malinconica. "Ma allora tu, mi potresti insegnare ad andare sullo skate?" "Beh, da morto è un po' difficile, però se capiti a "Shadow World", potrei sempre provare, anche se...Non ti consiglio di venirci: il suo sovrano è un pazzo, ha messo serpenti e polpi di vetro per controllarci e alcuni come mezzi di trasporto, e poi i discorsi che fa..." "Quali discorsi?" lo interruppe Giorgia, "Devi sapere, che girano voci sul fatto che lui, voglia solo il potere, sarebbe pronto a qualsiasi cosa per ottenerne altro, poi non riesco a capire perché non esce mai dal suo castello, e poi si dice che non possa uscire da "Shadow world", e non ne capisco il motivo, non credo sia un sigillo o qualcosa del genere: lui è un mago veramente potente, quindi dovrebbe riuscire a distruggere qualsiasi tipo di magia." "Come fai a sapere che è un mago veramente potente se non esce mai dal castello?" "Esce in rarissime occasioni: quando viene un'ospite importante o per giustiziare qualche oppositore." "Come fa ad uccidervi, se siete già morti?" "Infatti, lui non ti uccide, ti fa sparire, la tua stessa ombra, insomma la tua anima; smette semplicemente di esistere: non ne rimane più niente." "Come fa?" "Questo non lo so, tutto quello che sapevo te l'ho detto. Comunque, parliamo di altro, questo argomento mi turba e poi non so quando mi verranno a catturare." "Ti manca tua madre, Fred?" "Sì, mi manca molto, era l'unica che riusciva ad aiutarmi: era l'unica che credeva che io non fossi pazzo..." "Ma... non vi siete ritrovati a "Shadow World"?" "Quando sono arrivato, lo speravo anche io di poterla rincontrare, ma non so che fine abbia fatto." "Mi dispiace Fred..." Disse Giorgia cercando di abbracciare quell'ombra, ed in quel momento sentì come dei singulti: come se Fred stesse piangendo. "Sai, Giò, con te sto bene, mi piace parlare con te, sei... diciamo... speciale, ecco." "Grazie Fred, Anche io mi trovo molto bene a parlare con te... anche io penso che tu sia speciale." Concluse Giorgia con tono imbarazzato e dolce. I due si guardarono: gli occhi lucenti di Fred, fissavano quei occhi marroni incantevoli di Giorgia. Ad un tratto però Fred percepì qualcosa: come se di lì a poco qualcuno lo avrebbe catturato, abbracciò velocemente ma intensamente Giorgia, la guardò negli occhi e le disse: "Spero, che presto ci rincontreremo..." Finì e ritornò nel varco da qui era uscito; Giorgia stava lì, sola, pensosa e stupita: credeva di provare qualcosa per Fred, ma neanche lei sapeva se si trattasse di amicizia o qualcos'altro... Si accorse che il sole era ancora alto nel cielo, quindi non doveva essere passato molto tempo, decise di tornare alla casa del padre di Fred: per quel giorno, aveva provato fin troppe emozioni. Nel frattempo, Shisha chiese a suo fratello: "Will, ma se riuscissimo ad arrivare a "Shadow World" e se riuscissimo a riportare in vita mamma, anche se ancora non sappiamo come, insomma dopo tutto questo, dopo aver portato a termine il nostro obbiettivo, rimarremo con Giorgia e Ionut oppure ritorneremo a "Music Souls World"?" "Sorella, non so ancora darti una risposta certa, poiché mi piacerebbe tornare a casa, ma la nostra missione, non consiste solo nel riportare in vita mamma: consiste anche nell'uccidere e far soffrire a Lypsao, lui l'ha uccisa, lui ci ha fatto soffrire, lui merita di morire soffrendo, non tornerò mai indietro finché quel verme, non striscerà nel suo stesso sangue, finché non ci implorerà di risparmiarlo! Costi quel che costi, sono anche pronto a morire per questo!" "Will, io provo i tuoi stessi sentimenti di odio e rancore verso Lypsao, ma... se facessimo come hai detto tu: se lo uccidessimo, se lo facessimo soffrire... insomma, non saremo come loro: spietati e senza sentimenti, io cerco giustizia, non vendetta." "Anche io cerco giustizia, ma lui ci ha fatto soffrire, lui ha fatto soffrire mamma, l'ha uccisa, perché dovrei provare pietà verso un simile mostro?!" "Perché tu sei diverso da lui: tu non sei un assassino." La voce di Shisha era tranquilla e mansueta: non voleva che suo fratello diventasse un mostro come quei stessi mostri che avevano ucciso a "Music Souls World", mentre stavano parlando però, Will e Shisha stavano mutando: sembrava che non fossero umani, bensì creature mitiche; forse demoni. In quel momento Shisha disse al fratello con voce allarmata: "Will, guardati, stiamo tornando alle nostre vere sembianze!" "Hai ragione sorella, però noi non siamo come i nostri simili: noi siamo dei demoni evocatori puri, come lo era la mamma, non dobbiamo cedere alla rabbia, hai ragione, dobbiamo essere diversi da Lypsao e dagli altri come lui. Mi raccomando, Shisha, gli altri non devono sapere di noi: non penso che tutti vogliano essere amici di due demoni evocatori, agli umani o agli angeli, non importa che noi siamo demoni puri: per loro siamo demoni e basta! Quindi non lo devono sapere." "Sì, Will hai ragione, magari non adesso, ma in futuro potremmo provare a dirglielo." "Forse sorellina, hai ragione, ma per adesso no, non ci conoscono abbastanza e quindi potrebbero giudicarci male." "Sì, forse hai ragione, Will, però ora basta a parlare di queste cose, ok?" "Va bene sorellina." Finì Will abbracciando la sorella come non l'aveva mai abbracciata prima: con un affetto che solo tra fratelli può esistere. Era la mattina seguente, il sole era appena sorto quando i ragazzi che stavano dormendo in una casetta di due piani con il tetto a spiovente di tegole rosse e le finestre di un grazioso celeste, vennero svegliati da un rumore. Quella casa l'aveva creata Giorgia disegnandola, erano fuori città, in una pianura a circa 1 chilometro di distanza dalle porte della città. Erano tutti ancora a letto quando vennero svegliati da un rumore: era qualcuno che bussava alla loro porta. Ionut si alzò velocemente, dal letto sfatto e andò ad aprire la porta, in legno di pino. Era il padre di Fred, entrò e quando tutti furono svegli e furono scesi in salotto, si presentò anche a Will e Shisha, dicendo: "Buongiorno, io sono il padre di Fred, mio figlio si è suicidato e Giorgia e Ionut hanno detto che mi avrebbero dato una mano se foste capitati a "Shadow world" e aveste visto mio figlio, cercando di riportarlo in vita..." "Anche noi dobbiamo andare a "Shadow world" per cercar di riportar in vita nostra madre: Sera." Lo interruppe Shisha, "Davvero? Mi dispiace per vostra madre, ma vi devo dire una cosa davvero importante, che l'altro giorno non vi ho detto: mia moglie era una maga, anche abbastanza potente: aveva il dono della magia vitale, poteva rianimare qualsiasi persona; certo era una magia davvero stancante però lei l'ha sempre usata a fin di bene... Ma la cosa che dovete sapere è che Fred, non ha ereditato il potere della madre, ebbene ha ottenuto un potere totalmente diverso: il potere della morte, pensavo che non sarebbe mai diventato capace ad utilizzarlo, ma ha usato su di se la: "Tetra morte", quindi credo che se voglia, qualcosa possa fare. Vi prego di stare attenti, perché se lui non sa controllare la sua magia; potrebbe far del male anche a voi pur non volendo, dopo il vostro aiuto non vorrei che vi succedesse nulla d male." "Quello che ci ha detto è molto importante, e grazie per aver pensato a noi, comunque non si preoccupi, le riporteremo suo figlio vivo." Disse Ionut. Il padre di Fred, se ne andò con aria sollevata, però senza essere completamente tranquillo. Mentre i giovani facevano colazione con gli strani piatti preparati da Giorgia, videro una forte luce provenire dalla sacca-drago di Giorgia, era il timbro di "completamento" di quel mondo, quindi si vestirono, si prepararono comprando qualche provvista in città e Giorgia cancellò quella graziosa casetta con il tetto rosso. Si prepararono a ritornare sulla collina dove Moon li aveva lasciati. Mentre camminavano sui prati verdi di quella pianura, sentirono un'esplosione proprio dietro di loro. Subito dopo, vennero attaccati da Safen, si proprio lui, però era diverso: aveva un cappotto nero sopra i suoi soliti abiti, un corvo meccanico sulla mano sinistra e dei libri, legati con delle cinghie alla vita; con voce inquietante disse: "Così ci rivediamo di nuovo, Lypsao mi ha raccontato dei vostri due nuovi amici: i due orfani." Finì sghignazzando, "Cosa vuoi Safen? Sai di non poter vincere da solo, noi siamo di più e più forti. Quindi vattene!" disse Ionut con voce agitata "È vero, siete di più, ma non per questo siete più forti: se credete davvero di aver visto il massimo della mia forza, vi sbagliate di grosso: non avete visto neanche un decimo di quello che posso fare. Comunque, sono venuto per dirvi una cosa..." "Quindi tu saresti colui che ha mandato Lypsao ad uccidere nostra madre!?" Lo interruppe Will, evocando un piccolo demone che sparò una sfera infuocata a Safen. Ma lui la fermò all'instante e la polverizzò "Tutto qui? Non credo, dalla tua aura posso percepire il tuo vero potenziale: molto interessante, sei davvero potente, perché sprechi la tua magia con questi miseri attacchi? Comunque, sono venuto per dirvi una cosa: da ora in poi il nostro gioco diventerà molto, molto più difficile: se volete ritirarvi fate sempre in tempo; sappiate però, che se non vi arrendeste, io non avrò più pietà di voi in futuro. Ma oggi non ho voglia di combattere: siete ancora troppo deboli per me." Disse Safen con tono tranquillo, ma nella sua voce c'era sempre qualcosa di pazzo e inquietante. Se ne andò, scomparendo nel nulla, lasciando lì i ragazzi fermi, non sapevano che dire, cosa fare, le parole di Safen erano suonate loro strane: perché avvertirli? Dopo poco, se ne andarono al portale, entrarono e salirono sopra: "Verylove" il drago del mondo dell'amore sincero: un grande drago viola con le scaglie a forma di cuore e che quando volava, dalle sue ali, uscivano le parole delle poesie d'amore, era un drago molto taciturno, infatti disse solo: "Buongiorno, ora vi porterò al mondo onirico." E in un batter d'occhio, erano scesi, erano arrivati, il drago già non c'era più e loro si trovavano dentro una tazza gigante in mezzo ad una fitta coltre di nebbia: erano proprio nel mondo onirico.

Ionut e i mondi misteriosiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora