Capitolo 4 - Un grande giacimento

7 0 0
                                    

Xavi si risveglio dopo un lungo sonno. Qualcuno lo stava chiamando e gli stava dando degli schiaffi sulla guancia destra.

"Svegliati" – gli disse a ragazza che cercava disperatamente di farlo riprendere. Mentre Xavi apriva gli occhi con una leggera stanchezza la ragazza gli parlava di continuo.

"Ehi svegliati!" – diceva – "mi chiamo Electre. E' da due ore che sto cercando di svegliarti. Ehi svegliati! Chi sei? Come ti chiami? Da dove vieni. Svegliati!"

Xavi iniziò a riprendersi e lentamente rispose alle domande della ragazza – "Mi chiamo Xavi Opto. Sono un viaggiatore interstellare in missione verso nuovi pianeti. Vengo dalla Terra. Tu come ti chiami? Dove sono ora? Che cosa mi è capitato?"

"Io mi chiamo Electre e sei arrivato non so come sul nostro pianeta. Sei su Kronos. Non ti preoccupare siamo pacifici su questo pianeta." – disse la ragazza e subito si lasciò andare facendo un sorriso spontaneo a Xavi.

Electre, dopo aver tranquillizzato Xavi, lo fece salire sulla sua unità di trasporto leggera e si diresse verso casa sua. Il mezzo di Electre era una navicella bi posto in grado di trasportare solo due persone. Viaggiava a circa un metro da terra ed era stata progettata per sollevarsi da terra per effetto di un dispositivo in grado opporsi alla forza gravitazionale del pianeta Kronos. Aveva un design accattivante, i lineamenti curvi formi la facevano sembrare un'auto sportiva e inoltre era scappottabile. L'unità accelerò e Xavi vide scorrere velocemente il panorama attorno a sé. Kronos era per la maggior parte del suo territorio deserto. Durante il tragitto riuscì a scorgere poche isole felici dove un albero e un po' di prato coloravano di verde una parte di quell'immenso deserto. Xavi aprì il suo pugno e si concentrò su quello che aveva preso da terra prima di salire nell'unità di trasporto: sabbia del deserto di Kronos. Era una sabbia di colore arancione. Aprì completamente la mano con cui teneva la sabbia. La velocità con cui Electre procedeva, e il fatto che il mezzo su cui viaggiavano era scappottato, fece volar via a causa del vento forte quella poca sabbia arancione che Xavi teneva in mano. Quel pugno di sabbia volato via gli ricordava il Sahara oppure i giorni di infanzia in cui andava al mare con i suoi.

"Cosa fai di preciso durante i tuoi viaggi interstellari?" – disse Electre. Electre era curiosa.

"Eh scusa, non ho capito" – disse Xavi ancora frastornato e appena distaccato dai suoi ricordi d'infanzia.

"Volevo sapere cosa fai durante i tuoi viaggi interstellari" – chiese nuovamente Electre.

Xavi si giro di scatto verso di lei. Le fissò il viso. Rimase per un attimo senza parlare, poi si giro di nuovo a guardare davanti a lui. Xavi fece per aprir bocca ma fu subito interrotto dalla ragazza. Infatti lei nell'attesa di ricevere una risposta, e visto che non poteva girarsi a guardare verso lui per capire cosa significasse il silenzio nel suo volto, avanzò delle ipotesi rivolgendosi a Xavi.

"Sono sicura che stai cercando nuovi pianeti e nuove forme di vita" – disse Electre - "Sei forse una specie di soldato esploratore che viene inviato in missione speciale e che poi quando ha trovato quello che cerca fa arrivare la cavalleria per fare l'invasione? Noi siamo un popolo pacifico e tale vorremmo rimanere, tu e la tua gente siete ben accetti ma non dovete turbare la nostra tranquillità."

Xavi capendo che con il suo silenzio aveva intimorito la ragazza iniziò a rispondere.

"Io viaggio solamente. Sono uno scienziato e non un soldato. Quindi le mie missioni sono sempre pacifiche. Io vengo dal pianeta Terra e lì sto sviluppando un progetto innovativo. Per realizzare tale progetto ho bisogno di trovare un materiale resistente alle alte temperature."

Electre capendo le reali intenzioni del ragazzo continuò a tartassarlo con delle domande. Xavi l'aveva incuriosita. "Ma per alte temperature cosa intendi?" – chiese.

"Per me alte temperature sono circa 1 milione di gradi" – rispose Xavi.

"Beh quelle temperature le abbiamo nel nostro sottosuolo. Kronos è un pianeta caldo. Di sicuro in un passato molto remoto era una specie di sole o una stella molto calda. Poi con il passare dei millenni la sua superficie ha spento la sua fiamma viva ed è rimasto quello che tu vedi. Ma sotto questo strato più freddo su cui vive la nostra popolazione si nasconde una terra caldissima, un magma liquido e molto caldo. E credo che 1 milione di gradi sia la temperatura che si cela sotto di noi."

Xavi rimase incuriosito a sua volta. "Ma come fa questo magma a restare confinato sotto questa crosta. Suppongo che le alte temperature creino delle pressioni enormi nel sotto suolo. La pressione dovrà sfociare da qualche parte altrimenti il pianeta scoppia. Sulla Terra c'è qualcosa di simile e la pressione esce dal sottosuolo attraverso i vulcani. Quando la pressione non riesce a sfogarsi rapidamente il suolo terreste si muove, trema e provoca i terremoti."

Electre fermò immediatamente il suo mezzo e fissò stranita il povero Xavi.

"Ho fatto qualcosa che non dovevo fare?" – disse il ragazzo.

"No" – disse Electre – "E' solo che non riesco a capire cosa sia un vulcano e un terremoto."

Xavi cercò di spiegarsi meglio – "Vedi i vulcani sono come delle montagne molto alte che hanno un buco al centro. Questo buco è collegato, attraverso un canale creato dalla natura, fino al magma che sta sotto la crosta terrestre. Quando la pressione nel magma diventa grande, un po' di esso esce fuori dal buco del vulcano e cosi la pressione nel sotto suolo diminuisce. Tutto chiaro adesso?"

"Si" – rispose Electre – "E i terremoti cosa sono?"

"Ogni volta che il magma non riesce a fuoriuscire dal vulcano la pressione resta sotto la crosta terrestre e allora fa tremare il suolo e tutte le case che sono costruite sopra."

"Ma è tutto così pericoloso" – disse Electre – "Quindi vivete sempre con l'ansia che possa verificarsi una delle due situazioni di pericolo che mi hai descritto... Qui non abbiamo questi problemi. Lo Scudo ci protegge."

"Cosa è lo Scudo?" – chiese Xavi.

"Sotto la superficie che vedi, esiste uno strato di un minerale che si chiama Carborex. Sotto il Carborex c'è la materia stellare che è molto calda. In passato abbiamo analizzato questo materiale ed abbiamo visto che il suo comportamento varia con la temperatura. Ovvero nel punto più caldo dove lo scudo tocca la materia stellare, il carborex di cui lo scudo è fatto diventa morbido come un cuscino. I nostri scienziati dicono nel punto di contatto, dove il calore mostra la sua potenza, le variazioni di pressione nel magma vengono attutite dallo scudo. Invece nel punto di contatto tra lo scudo e il suolo terrestre, dove le temperature sono molto basse, intorno ai 50 gradi, il carborex si presenta come un materiale molto duro e resistente al peso di tutto quello gli sta sopra."

"Quindi uno strato di roccia che vi protegge da tutto!" – disse Xavi.

"Si. Noi abbiamo delle cave in cui il carborex viene estratto. Lo usiamo in molti ambiti. Rinforziamo le nostre abitazioni con il carborex dalle tempeste solari che ci colpiscono una volta l'anno. Anche i nostri mezzi hanno uno strato di carborex per lo stesso motivo. Non si sa mai dove ti trovi quando le tempeste solari ti colpiscono. In questo modo a casa o nella navicella siamo al sicuro."

Xavi intuì che il carborex potesse essere utile al suo scopo e chiese ad Electre se gli potesse mostrare un giacimento di questo prezioso minerale. Electre pensò che dopo tutto non c'era nulla di male e ripartirono alla volta del giacimento più vicino, la Cava 10. La Cava 10 era l'unico punto su Kronos dove estrarre il carborex. La popolazione di Kronos non era molto numerosa e non aveva bisogno di estrarre molto carborex. Ma essi si erano dati anche un'altra regola: l'uso del carborex era da fare solo laddove necessario. Altri usi non autorizzati erano vietati. Infatti non potevano diminuire lo spessore del carborex altrimenti nessuno li avrebbe più protetti dalla materia stellare che continuava a bollire nel sotto suolo. Xavi era distratto da un pensiero ossessivo "Voleva estrarre il carborex per il suo progetto pilota. Poi avrebbe continuato ad estrarlo per creare tanti mini reattori a fusione nucleare con cui equipaggiare le navicelle per i viaggi interstellari.

Nel mentre Xavi volava con la fantasia, Electre fermò la navetta.

"Ehi navigatore!" – disse rivolgendosi a Xavi – "Siamo arrivati. Qui potrai vedere tutto il carborex che vuoi".

Un sorriso comparve sul volto di entrambi. Si avviarono verso la Cava 10.

Reverto VitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora