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|1| Où on retrouve le meilleur ami de André -  qui est excentrique - et où à La Ruine une âme attend le peintre pour lui parler

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|1| Où on retrouve le meilleur ami de André -  qui est excentrique - et où à La Ruine une âme attend le peintre pour lui parler.

La giornata di André inizia all'alba. Appena i timidi raggi del nuovo sole carezzano l'aria senza tempo della collina di Montmartre, e si affacciano alla finestra dell'appartamento, il giovane apre gli occhi, dolcemente avvolto dal torpore del lenzuolo e dei raggi della grande stella. Un piccolo sorriso gli adorna il viso assonnato, stiracchia gambe e braccia e sbadiglia. Schiarisce la voce usata solo per qualche gemito scaturito dallo stiramento dei nervi della sua schiena, e successivamente poggia le mani sul materasso, dandosi uno slancio leggero e alzandosi. Poggia poi i piedi nudi sul pavimento freddo e si stiracchia nuovamente. La schiena, anch'essa nuda, si bea dei primi raggi solari, e le sue dita stropicciano gli occhi neri e assonnati. Si alza, un piccolo brivido gli attraversa la pelle, e va in bagno, posto proprio di fronte al letto: una piccola porticina in legno. Appena uscito da quella stanzetta provvista di lavandino, gabinetto e piatto doccia, il giovane uomo esce e va a destra, nel corridoio che ospita a sinistra la porta dello sgabuzzino, e a destra quella della cucina: ed entra proprio lì. Si dirige al mobile bianco, a destra della porta, prende la caffettiera e inizia a metterci l'acqua dal lavandino, poi prende il caffè e versa diversi cucchiaini nella caffettiera. Nel frattempo fischietta La Vie en Rose, e poi passa a canticchiare qualche canzone blues inglese, con quel suo accento francese tanto marcato. Ancora un po' stordito dal bicchierino di assenzio del giorno prima, si stropiccia nuovamente gli occhi e beve un bicchiere d'acqua. Intanto la caffettiera è sul fuoco, attende di far salire il caffè liquido e amaro. Nel frattempo André posa una sigaretta sul tavolo ed esce dalla cucina, dirigendosi verso il suo armadio, posto a destra della grande finestra davanti il letto. Lo apre e afferra i primi pantaloni neri che gli capitano a tiro, la camicia verde scuro; mette a lavare i vestiti sporchi, cambia le mutande e si infila i nuovi addosso. Le bretelle appena applicate ai pantaloni riposano ancora lungo i fianchi e la camicia non è ancora abbottonata: la caffettiera ha ormai finito di preparare il caffè. Si dirige nell'altra stanza, spegnendo il fuoco e prendendo una tazza dal piccolo mobile dove vi era la caffettiera. Versa il caffè e, mentre aspetta si raffreddi un po', abbottona la camicia che scende larga lungo il corpo, alza le maniche fino ai gomiti, si infila calzini e scarpe, prende qualche moneta e le chiavi, ed esce di casa. Le scale scorrono veloci sotto il suo passo lungo e deciso, diretti verso la panetteria di fronte il condominio. La strada è ancora vuota, mentre spinge la porta della panetteria, un campanellino suona, ed ecco André che attende il panettiere. Ed entra subito, basso e ben piazzato, dai capelli neri coperti da un cappellino e il corpo robusto coperto dal grembiule già sporco di farina.

Quello dietro il bancone saluta caldamente il pittore, con un sorriso bonario in viso; il secondo ricambia il sorriso e dà un leggero "buongiorno". Chiede il solito e Monsieur Dubois lo accontenta subito: due croissant, uno al cioccolato e l'altro alla marmellata. Li infila in una busta e li dà ad André che poggia le monete sul bancone, pagando il conto. Si salutano nuovamente e il giovane corre su a casa. Apre la porta, poggia i croissant sul tavolo e beve velocemente il caffè, mangiando poi il croissant alla marmellata e andando a fumare la prima sigaretta del giorno sul balcone. Un'aria frizzante gli carezza il viso e fa volare qualche granello di cenere via, lontano, nonostante riposi sul posacenere. Si bea ancora un po' dell'aria fresca che tira dal terzo piano dell'edificio dove abita, e rientra, chiudendo la finestra. Va a lavarsi i denti e di nuovo la faccia, infila nelle tasche dei pantaloni le sigarette, l'accendino e un fazzoletto di stoffa, afferra le tele e l'altro croissant. Chiavi tra le dita della mano sinistra ed esce dal piccolo appartamento, che chiude alle sue spalle. Gira la chiave nella toppa e la toglie, andando a passo svelto verso il suo studio. Lì, proprio sulla porta in vetro del locale, si poggia un giovane della stessa età del pittore: più basso di lui, magro e un viso dai tratti duri nonostante la giovane età. I capelli mossi e castano chiari gli poggiano appena sulla fronte e le labbra carnose gli addolciscono il viso spigoloso. Gli occhi azzurri sono vivaci e si spostano da un lato all'altro della strada. André si ferma davanti a lui, sorridendo appena, divertito.

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