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|17|- Lolita, lumière de ma vie

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|17|- Lolita, lumière de ma vie.
Diane, feu de mes reins. 
Mes péchés, mes âmes.


La mattina si apre con André, accucciato sul balcone del suo appartamento di Montmartre. Le ginocchia al petto nudo e i piedi saldi in terra, le ciocche di capelli disordinate vanno a solleticargli la fronte e le palpebre, mentre ha davanti a sé una tela su cui sta rappresentando la vista dal suo balcone in un incontro tra luce e ombra; la sigaretta alle labbra si consuma quasi da sola, la cenere cade sul pavimento, mentre il suo sguardo è perso: si perde nelle sue memorie e nei suoi ragionamenti senza tempo, estraniandosi dal mondo; la tavolozza di colore giace vicino ai suoi piedi e il pennello sull'orecchio e Lolita, il libro di Nabokov, è vicino alla tavolozza.

Lolita, luce della mia vita,
fuoco dei miei lombi.
Mio peccato,
anima mia mia mia mia ia ia ia

Un brivido di disgusto gli attraversa la schiena, mentre sente un conato di vomito star per investirlo.

Mio peccato mio mio mio io io io

Scuote la testa, si copre gli occhi con le mani e tenta di allontanare quell'immagine orrenda dalla sua testa. Lolita porta il nome di una povera ragazza illusa dal suo viscido patrigno pedofilo. Cosa significa? Perché quella donna meravigliosa dagli occhi profondi e la voce eterea porta il nome di una ragazza distrutta da una malattia più grande di lei e non soppressa? Dondola avanti e indietro con le gambe, l'aria quel mattino è fresca e lo fa appena fremere, mentre pensa alla sua Musa, la ragione del suo unico essere e del suo infinito non essere, il Romanticismo della vita e della Verità. Ripensa al suo bacio, a quel contatto mai immaginato: ricorda le labbra frementi, ricorda la sofferenza e la mancanza; rimembra un sapore dolce, ricorda la timidezza di quelle labbra, il timore di essere toccate, ricorda il corpo abbandonato al suo, privo di forze, il cui unico appiglio erano la camicia e la pelle del pittore. Ricorda il respiro mozzato, gli occhi strizzati e le guance rosse. Tutto in lei comunicava la paura di una bambina, il timore del primo bacio, la sfrontatezza della giovinezza; eppure André sa che le sue non sono le prime labbra ad essere graziate da quel tocco, sente nel profondo, nei condotti delle arterie e tra le giunture che quello non sia il primo bacio di Lolita; lo sa perché i suoi atteggiamenti sono quelli di una donna matura, una donna che il mondo lo ha conosciuto fin troppo dentro la pelle, una donna dalle forme mature, dallo sguardo penetrante e la voce sensuale. Lo capisce da quel suo sorriso enigmatico, dallo sguardo suadente, dai movimenti sicuri. Lolita - lei glielo aveva indirettamente detto - era diventata una donna troppo in fretta per i suoi anni da bambina, e ora conserva quella bimba cresciuta troppo in fretta dentro di lei. Il pittore si tira i capelli, sbiancando: cosa le è successo in America? Cosa l'ha portata qui? Perché quella giovane ragazza che era in lei è stata soppressa e ora si scopre piano piano?

Mio peccato mio peccato peccato peccato peccato eccato eccato cato cato ato ato

Qui a été étranglée par son même
Imprononçable ardeur ardeur ardeur deur deur ur ur

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