cap 20

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Cara sorellina,
eccomi qui di nuovo a scriverti. Nuovamente piegata su questo diario. È da molto tempo che non ti scrivevo... Ma eccomi di nuovo qui. L'ultima volta che ti ho scritto avevo 17 anni. Adesso ne ho 22. Perché non ti ho più scritto? Non ne avevo realmente bisogno. Sono stati degli anni fantastici ma allo stesso tempo difficili. Sono rimasta incinta a 18 anni. Ho partorito un bellissimo bambino. Si chiama Filippo. Gli voglio un bene dell'anima. Amo il mio fidanzato che presto diventerà mio marito.
Tutto va bene. Tutto va alla grande. La vita mi ha messo duramente alla prova sin da bambina. Mi sono fatta tatuare sul braccio la parola "WAR" che significa guerra. Infatti la vita è una guerra continua. Non possiamo sottrarci ai suoi colpi oppure semplicemente andare in vacanza. La vita non lascia liberi nessuno. Ti fa solo scegliere il modo di viverla. E io ho scelto di essere quella che sono oggi. Con migliaia di difetti e pregi: questa sono io. E non posso sfuggire da me, oppure credere che le cose siano andate in maniera diversa: io sarò sempre la bimba che è stata violentata. Sarò sempre quella che faceva uso di droghe. Sarò sempre quella che è stata portata in salvo da tre angeli. Due mi hanno protetta, e il terzo mi ha salvata dai miei mostri interiori. Questi mostri non sono morti, ma non m'incutono più paura. Non perdonerò mai mio zio per quello che mi ha fatto. Dio, se hai la forza perdonalo tu. Io non sono te. Non perdono ciò che mi ha distrutto.
Sorellina, tu mi hai salvata. E credimi: non mi sono mai sentita più viva come adesso.
Non andrà sempre tutto liscio nella mia vita. Ma io non mi arrendo sorellina.
IO NON MI ARRENDO.

Voglio sentirmi viva.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora