cap 14

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Cara sorellina,

come promesso ti racconterò un po' della mia vita. Questi sedici anni non sono stati facili. Prima di tutto quando non avevo neanche una settimana mia madre mi ha abbandonata. Sono stata data ad una famiglia molto ricca e prestigiosa. I due non potevano avere figli. Mi impartivano regole rigide e quando non le seguivo mi facevano inginocchiare per terra e dovevo mettere la testa contro il muro: ma questo non è niente. Il mio padre adottivo ogni tanto mi portava a casa dello zio. E lui usava il mio piccolo corpo per i suoi macabri piaceri. Non voglio soffermarmi tanto su questo punto, ma voglio solo dirti che all'età di sei anni io sono scappata mettendo fine a quel supplizio. Mentre camminavo sono stata accolta da un gruppo di ragazzi di strada e presto sono diventata anch'io una di loro. Il tempo è passato e noi siamo cresciuti. Abbiamo cominciato a fare uso di droghe di tutti i generi. All'inizio era "per provare" ma inseguito divenne un vero e proprio bisogno. Tutto questo continuò finché i carabinieri non ci beccarono mentre facevamo un furto. Con i soldi della refurtiva avremmo comprato la droga. Essendo ancora minorenne finii in un istituto. Guarii. Un giorno si presentarono davanti a me i tuoi genitori. E così sono uscita dal mio tunnel. Ho trovato la luce con i tuoi genitori. È proprio il caso di dirlo: loro sono stati la mia rinascita. Continuerò a scriverti. Solo per me. Solo per te.

Voglio sentirmi viva.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora