my damned angel. ;; muke

0.3

il giorno dopo, sono di nuovo in cammino verso quel posto, e appena vedo michael, sorrido.

noto la sua faccia concentrata mentre disegna qualcosa, la sua coda intorno a lui che si muove in modo lento e concentrato.

mi siedo davanti alla barriera, osservandolo, appoggiando i gomiti alle ginocchia. "ehi."

gira lentamente la testa, e mi sorride leggermente. "ehi, come va?"

"cosa disegni?" ignoro la domanda, e osservo il suo foglio.

alza le spalle e si avvicina, attaccandolo alla barriera.

è semplicemente un fiore, schizzato con una penna nera.

"ehi, è carino!"

toglie il disegno dalla barriera, e mi sorride, mormorando un grazie.

"tu sai disegnare?"

"naah, so più cantare."

"anch'io so cantare!" esclama. "cantami qualcosa."

arrossisco annuisco, facendo comparire la mia chitarra nelle mie mani; si, so fare questa cosa.

inizio a suonare la melodia di in my blood di shawn mendes.

"help me, its like the
walls are caving in.

sometimes feel like giving up,
but i just cant.

it isnt in my blood."

canto semplicemente, e poi alzo lo sguardo, incontrando il suo.
mi sorride leggermente, e continua a suonare con la chitarra la melodia che ho iniziato.

"laying on the bathroom floor,
feeling nothing.

im overwhelmed and insecure,
give me something.

i could take to ease my mind slowly."

la sua voce è così ammaliante, è così dannatamente attraente.

una strana sensazione si impossessa nel mio stomaco, ma mi riprendo e ricomincio a suonare.

"just have a drink and you'll feel better, just take her home and you'll feel better.

keep telling me that it gets better,
does it ever?"

e continuamo così, cantando e suonando questa canzone.

appena finita la canzone, mi sorride. "è stano. siamo morti e stiamo cantando una canzone di una persona viva."

ridacchio, "vero." immergo i miei occhi nei suoi. "hai una bella voce."

"anche tu, angelo."

gli sorrido, e passiamo il resto del pomeriggio a parlare e a cantare, sorridendoci a vicenda.