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Buon compleanno, Shak✨
ps. Caro lettore, solo il primo capitolo avrà lo stile di un romanzo epistolare.
Buona lettura.
⚫⚫⚫

Non ricordo esattamente come ci siamo avvicinati. Siamo sempre stati nella stessa classe anche se non ci siamo mai parlati prima dell'ultimo anno.
Ricordo che abbiamo cominciato a passare le pause a scuola insieme.
Poi hai cominciato a venire a guardare le mie partite di basket. Ricordo che eri sempre lì sugli spalti a sorridermi, e dopo aver giocato ti trovavo sempre e insieme andavamo a mangiare una pizza.
Abbiamo cominciato a vederci sempre di più. Passavo praticamente tutte le giornate con te.
Il pomeriggio mi aiutavi a studiare storia e io ti aiutavo con inglese. Dopo uscivamo e passeggiavamo per la città mentre mangiavamo qualche schifezza e parlavamo del più e del meno.

Un giorno ero sdraiato sul letto e ho pensato che ti potevo considerare il mio migliore amico, ma non mi andava troppo bene.

Una domenica mattina siamo andati insieme al parco. Ci siamo sdraiati sul prato sotto il sole l'uno accanto all'altro.
Dovevo tenere chiusi gli occhi per la troppa luce e sentivo che cominciavo a sudare.
Sentivo l'odore dell'erba, il canto degli uccelli e il tuo respiro che lentamente si stava sincronizzando con il mio.
Improvvisamente il sole non mi stava più baciando il viso. Ho aperto gli occhi e ti ho trovato su di me. Il tuo naso era a pochi centimetri dal mio.
E le mie labbra hanno incontrato le tue per la prima volta.
Ne ero entusiasta. Ricordo ancora come il mio cuore è esploso in quell'istante.

Il modo in cui passavamo il tempo era cambiato. Ricordo quanto facessimo gli idioti innamorati.
Ricordo delle nostre mani che si sfioravano, dei baci improvvisi, delle battute senza senso che ci causavano risatine stupide.
Amavo il modo in cui mi abbracciavi da dietro all'improvviso.
Mi piacevi un sacco. Quando non ero con te mi mancavi.

Ma purtroppo non eravamo noi stessi davanti agli altri. Per me non è mai stata una preoccupazione la mia sessualità, per te invece sì. Mi raccontavi di come i tuoi parlavano con disprezzo degli omosessuali e mi ripetevi di quanto ti dispiacesse per me avere un peso come te.
Ma io ti tranquillizzavo dicendoti che andava bene, e che non era un problema. Ti davo un bacio e tu mi sorridevi.

Passavamo molte serate seduti vicini davanti alla finestra di camera mia a guardare le stelle. Tu avvolgevi entrambi con una coperta e tenendoci per mano parlavamo di qualsiasi cosa. Affrontavamo ogni tipo di discorso, dal più semplice al più complesso, finché io non mi distraevo con il tuo sguardo e tu con il mio e ci mettevamo ad amoreggiare davanti alla Luna.

Una volta sei venuto da me in lacrime e con la faccia sporca di sangue. Mi avevi raccontato che avevi provato a fare il coming out con i tuoi genitori ma tuo padre non l'aveva presa per niente bene. Io e mia mamma abbiamo cercato di proteggerti e sei rimasto a casa mia per qualche giorno.
Poi tuo padre si è scusato con te e sei tornato perché ti dispiaceva troppo occupare casa mia.
Mi ripetevi di quanto volessi andartene ma poi ti rimangiavi tutto e non capivo mai perché.

Col tempo mi sono innamorato di te. È stata la prima volta per me ed era una sensazione straordinaria starti accanto.

Ma purtroppo verso la fine di maggio, prima che gli esami cominciassero, mi hai rivelato il peggio.
Ero pazzo di te. Già immaginavo la nostra vita insieme. Pensavo a noi che durante il periodo universitario ci saremmo andati a trovare l'un l'altro e che forse un giorno avremmo deciso di passare la nostra vita insieme.
Eri seduto davanti a me, eravamo sul mio letto e mi tenevi le mani. Non riuscivi a guardarmi in faccia. Dalla finestra entrava la fresca aria primaverile accompagnata dall'odore dei fiori.
Hai cominciato a dirmi che il tuo sogno era quello di andare in Australia a laurearti. Hai detto che lo desideravi dal primo anno di liceo e che finalmente dopo gli esami di ammissione eri riuscito a entrarci.
Mi si è spezzato il cuore. Tutti i miei desideri da ragazzo ingenuo erano stati distrutti. Stavo male, ma lo capivo. Mi sono dimostrato maturo e ti ho fatto i complimenti. Ti ho sostenuto e ti ho detto che sarebbe andato tutto bene, anche fra noi.
Avremmo trovato una soluzione insieme. Avremmo sistemato le cose e avremmo continuato ad amarci mentre tu realizzavi il tuo sogno.
Abbiamo continuato a frequentarci ignorando la paura, fino all'ultimo giorno di scuola.
Ti ho accompagnato al ballo scolastico ed è stata una delle notti più belle della mia vita. C'è stata la nostra prima volta. Ci siamo amati ogni singolo secondo e ci siamo addormentati insieme.
Il giorno dopo l'abbiamo passato con alcuni amici e ogni volta che i nostri sguardi si incrociavano scoppiavamo a ridere. Tu non riuscivi nemmeno a sederti.

Abbiamo trascorso insieme un mese estivo. Ci siamo divertiti e amati.
Infine ti ho dovuto accompagnare in areoporto. È stato difficile salutarti. Non ci siamo sorrisi e te ne sei andato.
C'era sempre uno spettro di malumore in te che non riuscivo a capire. Eri sempre negativo e pessimista.
Abbiamo provato a tenere salda la nostra relazione tramite messaggi e videochiamate, ma non era abbastanza. La distanza era troppa e tu mi dicevi di avere sempre da fare. Ho cercato di sostenerti ma non ci sono riuscito.
Lentamente la nostra relazione si è rovinata, finché non abbiamo cominciato a ignorarci.
Ho sofferto come un cane. Mi tormentavo con mille domande pensando che la colpa fosse mia. Avevo ancora speranza nel vederti di nuovo e amarti ancora, ma non mi avevi mai rivelato che le tue intenzioni non erano solo quelle di studiare in Australia, ma passarci il resto della tua vita. Me l'hai urlato contro nella nostra ultima videochiamata, nella quale abbiamo solo litigato. Non era mai successo prima. Mi ha distrutto.
Mi continuavi a ripetere che ti facevo sentire in colpa.
Ho deciso di voltare pagina e di provare a dimenticarti.
Inizialmente è stata dura. Ti pensavo ogni giorno. Ti immaginavo appoggiato alla mia porta con le mani in tasca, con le labbra tirate in un mezzo sorriso.
Stavo male.
Ma sono umano e tutti noi siamo bastardi. Dopo tempo ci dimentichiamo delle emozioni provate e dei ricordi trascorsi. Decidiamo di mettere una pietra sopra tutto e di dimenticare con semplicità.
L'ho fatto.
Ma ogni tanto mi tornavi in mente. Mi odiavo. Non dovevi entrare più nella mia testa, eppure mi maledicevo perché mi ero dimenticato sul serio di tutto.

Sono andato avanti con la mia vita. Mi sono laureato e ora ho un lavoro precario in attesa di uno decente. Vivo ancora con mia madre. Sono di nuovo felice. Non voglio più soffrire di nuovo e non voglio mettermi con nessuno. Ho paura di innamorarmi ancora.

Ma questa mattina, dopo molto tempo, mi sono ricordato di te.
Ero davanti allo specchio e mi stavo lavando i denti, quando a un tratto il tuo volto è apparso nitido nella mia mente.
Ho sentito una fitta al cuore e ho cercato di non pensarci. Inutile dire che non ci sono riuscito.
Sono uscito di casa e mi sono incamminato verso l'ufficio in cui lavoro. Questa notte ha nevicato molto, e sta continuando anche ora.
Mi sono dimenticato il cappello e le mie orecchie stanno gelando. Cerco di coprirmi di più con la sciarpa.
Sento la neve sotto i miei scarponi scricchiolare. Sembra tutto più silenzioso d'inverno.
Sento solo degli altri passi che vengono verso di me ma poi si fermano.
Alzo lo sguardo.
E ci sei tu.
Vedo i tuoi occhi e vedo solo quelli.
È come se il mondo si fosse fermato.

Hai il naso rosso e ti trema il labbro. I tuoi occhi cominciano ad accendersi di un rosa intenso per poi passare anche loro al rosso.
Probabilmente sono messo come te.
Il tuo sguardo è semplicemente triste.
<<Stavo venendo da te.>> Mi dici. Ti si spezza la voce.
Cosa diamine ci fai qui?
Temo che il mio cuore spacchi il mio petto da quanto batte forte. Sento le mie dita tremare.
Non ti sentivo da secoli.
Mi sento la bocca secca.

Facciamo entrambi un passo verso l'altro e ci ritroviamo faccia a faccia.
Allunghi una mano e la poggi sulla mia guancia. Sento la morbida lana dei tuoi guanti contro la mia pelle.
Vedo una lacrima scivolati giù.
Vorrei dirti mille cose in questo momento. Vorrei insultarti. Vorrei spingerti via e farti capire come mi sono sentito. Vorrei dirti che ti odio.
Ma invece le nostre labbra finiscono per sfiorarsi, e poi per baciarsi.
<<Mi dispiace.>> mormori.

Crystal snow-Namjin, BTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora