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The Rise And Fall Of Juniper Rigby

Erano ormai settimane che io e Mark non pulivamo casa insieme, non cucinavamo e non passavamo le serate a fare la lotta per decidere che canale si sarebbe guardato

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Erano ormai settimane che io e Mark non pulivamo casa insieme, non cucinavamo e non passavamo le serate a fare la lotta per decidere che canale si sarebbe guardato.
Mi mancava addormentarmi la sera tra le sue braccia, in un caldo e rassicurante abbraccio.
Non tornava nemmeno a casa dopo il lavoro.
Non so dove andasse, faceva ritorno la notte, per poi andare via nuovamente la mattina.
Era ovvio che cercasse di evitarmi, ed io non volevo occupare la casa di una persona che nemmeno mi voleva intorno.
Una sera presi lo zaino con il quale ero partita da Penzance e decisi di tornare a casa, in Cornovaglia, togliendo il disturbo a Mark.
Sentivo un grosso peso sullo stomaco, non sapevo se fosse tornato, passai dalla sua camera per controllare e lo trovai lì, stava seduto sul bordo del letto con aria pensante.
«Mark?» chiamai il suo nome bussando alla porta, ma lui non rispose. «Sono passata a salutare. Torno in Cornovaglia» alle mie parole l'uomo si alzò di scatto e si voltò verso di me «Scusami» quelle parole uscirono fievoli dalle sue labbra, mentre schiarendosi la voce mi faceva segno di sedermi accanto a lui.
«Mi dispiace di averti trattata così, di averti evitata e ignorata tutto questo tempo Juniper, ma è tutto così sbagliato e pericoloso» confessò.
A dire la verità non riuscii a capire a cosa si stesse riferendo, io avrei voluto rimanere con lui per sempre, sentivo di avere bisogno di lui.
Tutto di Mark era semplicemente eccezionale.
Lo abbracciai e lui fece lo stesso, prima di riprendere a parlare «Resta con me» oh, quelle parole mi riempirono il cuore di una gioia inimmaginabile, che mai prima di quel momento avrei potuto anche solo pensare di provare in vita mia.
Ci addormentammo insieme, lui sdraiato con le sue grosse mani sui miei fianchi ed io poggiata al suo largo petto, entrambi stanchi ed innamorati come non mai.

Rimasi a Houston con lui, ogni mattina ci svegliavamo nello stesso letto, io sempre più felice e lui sempre più tormentato, nonostante non me ne rendessi conto.
Mentre il legame tra noi si fortificava, la preoccupazione per la reazione delle sue figlie stava consumando Mark fino all'osso.
In quel momento da una parte c'era un uomo innamorato perso, mentre dall'altra c'era un padre di famiglia.
Giorno dopo giorno sembrava sempre meno in forze, non correva più e faticava anche solo a sorridere; il ritorno di Grace e Lana era oramai alle porte e Mark passava i pomeriggi camminando nervosamente da una parte all'altra della casa, era inavvicinabile, aveva perso il lume della ragione.

Lì per lì non me ne resi conto, quando mi propose di scappare insieme accettai senza farmi troppe domande, tutto ciò che volevo era stare con lui e mi sembrò una scelta così romantica e giusta.
Partimmo per il Vermont, così lontano da Houston, così freddo e misterioso.
Alloggiammo a Vergennes, forse la città più brutta che avessi mai visto, anche più brutta di Penzance, la mia città natale.
Io e Mark vivevamo nascosti da mesi in una baracca che cadeva a pezzi, non avevamo più soldi e provviste, l'unica cosa con la quale andavamo avanti era il nostro amore.
Mi intimò di cambiare il colore dei capelli, tagliò i miei riccioli rossi e li tinse di un biondo molto chiaro. Inutile dire che avessimo la polizia alle calcagna, Michelle doveva aver parlato dopo quella sera e nonostante non riuscissero a trovarci, ero sicura che prima o poi lo avrebbero fatto.
Io e Mark ci trovammo a discutere una sola volta in tutto quell'arco di tempo, discutemmo sul nostro futuro, non sapevamo come uscirne.
Lui fece la cosa più nobile, mi lasciò gran parte delle provviste per sopravvivere e mi consigliò di consegnarmi lasciandolo lì dov'era, ma io rifiutai di abbandonarlo.
Decidemmo insieme di lasciarci trasportare ed abbandonarci a quello spiraglio di vita al quale eravamo rimasti appesi fino a quel momento.

«Mi hai salvato da quella vita che detestavo, a costo della tua.
Mi dispiace» Quelle, le sue ultime parole.

Ed ecco come sono finita in questa situazione: con il freddo corpo esanime dell'uomo che ho amato proprio qui al mio fianco, e le sporche pagine di un diario che racconta di un'avventura finita in sonno eterno.

E così, anche io, lascio che il destino faccia il suo corso.

Mark Morrow
17.03.1960 - 04.10.2001 ✞

Juniper Rigby
24.06.1984 - 07.10.2001 ✞

2001 ✞

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