When The Corn Grew
E' passato poco più di un giorno da quando siamo andati in città, e ad essere onesta non vedo l'ora di ritornarci.
Tutto lì era così meraviglioso e muoio dalla voglia di scoprire di quante cose sono stata privata per quindici anni.
Attraversiamo il bosco, il ruscello ed eccoci di nuovo nel posto più bello che io abbia mai visto; l'insegna luminosa del cinema proietta sui nostri volti una luce rossa e gialla, l'odore dei frappè inebria l'aria e le voci dei ragazzi sono come una melodia per le mie orecchie abituate solamente allo sbattere degli zoccoli sul selciato o l'acqua che bolle a mezzogiorno. Spero che nessuno si accorga di noi, se dovessero sapere da dove veniamo ci prenderebbero in giro.
Per quanto ne so, le persone non vedono bene chi proviene dalle comunità amish.
Io e Curt prendiamo un gelato, visitiamo la piazza e decidiamo di andare al cinema, nonostante tutto ciò sia nuovo per me, lui sembra essere convinto di quello che fa.
Scatta la mezzanotte, dei fuochi artificiali scoppiano in aria animando quel cielo tanto scuro quanto splendido e tutti in città sembrano meravigliati.
«Hai freddo?» ridacchia Curt mettendomi una mano sulla spalla tremante.
È davvero imbarazzante! È la prima volta che si comporta in modo così gentile con me.
Faccio finta di niente, continuo a guardare i fuochi e provo a cambiare discorso.
«Che bello spettacolo» esclamo; la risposta di Courtney arriva tanto veloce quanto secca «Già» garantisce lui guardandomi dritta negli occhi mentre allargando il giaccone mi stringe in un caldo abbraccio.
Arrossisco, siamo così vicini, posso sentire il suo fiato alla menta raffreddarmi il viso, mentre lui poggia delicatamente le sue labbra sulle mie, in modo così fugace eppure così inaspettatamente atteso.Non avevo mai visto Courtney cercare così disperatamente di godersi la vita.
Aveva sempre avuto la tendenza a lasciare che il destino facesse il suo corso, senza curarsi del fatto che avrebbe dovuto cercare di vivere al meglio, ma questa sera è davvero determinato.
«Quel film ha fatto davvero cagare» esordisco ridendo mentre ce ne andiamo a zonzo per la piazza, lui sembra felice, ma in quegli occhi scuri come la pece posso notare qualcosa che lo turba.
Curt annuisce sorridente senza però dire una parola, continua a camminare silenzioso tra le folle di persone ed i negozi, finché con voce roca mi fa una domanda piuttosto inaspettata
«Hai mai pensato a come sarebbe lasciare Holmes County?»
«Perché dovrei?» alla mia risposta, il ragazzo mi prende la mano e con passo svelto inizia a camminare verso il bosco.
«Cosa succede? Torniamo a casa?» non risponde, marcia impettito contro le piante, senza nemmeno scostarle, fin quando arriviamo al campo di grano.
«Perché siamo qui?» domando confusa, pensavo gli piacesse la città, lui stesso me l'ha fatta scoprire, perché siamo tornati qui?
«Vedi» dice, sdraiandosi a terra a pochi centimetri dalle spighe «Non avrei mai pensato di dirti queste parole, ma domani mi trasferisco».
Sento il cuore fermarsi, come può essere vero? Curt non può andarsene da me... voglio dire, da Holmes County, è una presenza indispensabile per... la comunità, ecco.
Mi sdraio accanto a lui, gli prendo la mano e mi giro su un fianco, poggiando la testa al suo petto mentre in lacrime cerco di fare meno rumore possibile per non svegliare il vicinato.
«Non piangere» mi rassicura lui, asciugandomi il viso.
Si è fatto tardi, saranno le tre o giù di lì, torniamo a casa, prima che io possa andarmene Curt mi ringrazia per tutto il tempo passato insieme e io non posso che sentirmi emotivamente distrutta da questa situazione.È mattina, vengo svegliata dall'insolito sbattere di una porta, apro gli occhi di scatto e ciò che mi trovo davanti è la faccia di Curt a pochi centimetri. «C! Devo dirti una cosa!» saltella da una parte all'altra della stanza come un coniglio impazzito, mentre battendo i piedi continua a dirmi di alzarmi dal letto.
«Non dovevi partire?» domando biascicando con ancora gli occhi chiusi.
«Parto tra pochi minuti! Per la città!»
«E cosa ci sarebbe di positivo?»
Lui mi tira su di peso, prendendomi la faccia tra le mani e guardandomi dritta negli occhi ripete «Ascolta bene, LA CITTÀ».
Non so di cosa stia parlando e non voglio saperlo; non sono felice del fatto che se ne vada e anche se dovrei essere contenta per lui, proprio non ci riesco, niente da fare.
«La città oltre il bosco, C! Potremo vederci tutti i giorni» a quelle parole, il mio cervello sembra riprendere a funzionare come si deve, salto giù dal letto come attraversata da una potente scarica elettrica e abbraccio Curt..
Quando si vive nella convinzione che le cose durino per sempre, si rischia di non godersi quei momenti che invece un giorno ti ritroverai a ricordare con la malinconia di qualcuno che non è stato in grado di apprezzare a pieno la vita.Quando lo vedo allontanarsi in carrozza, sento che la malinconia di poche ore prima si è tramutata in felicità, in speranza, in amore.
Non ritorneremo mai a rubare torte o lanciare i sassi alle carrozze, ma è certo che siederemo ogni giorno lì, dove il grano cresceva, quando il grano cresceva, come tanti anni fa, il primo giorno in cui grano è cresciuto.
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Flowerbeds #Wattys2019
RomanceFlowerbeds è una raccolta di brevi racconti sull'amore in tutte le sue forme e non solo. Perché tutti questi personaggi? Perché tutti questi luoghi? Perché queste storie siamo noi. Noi, la generazione di strani, di quelli che vogliono cambiare, di q...