[Bonus]

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La vita all'orfanotrofio non era male.

La tua routine quotidiana era semplice, e ormai eri così abituata ad essa, che ci eri quasi affezionata.

Tutto iniziava una volta sveglia: ti alzavi dal letto, andavi in bagno e poi in cucina, alla ricerca di qualche avanzo o scarto di cibo. Di solito riuscivi a trovare interi pezzi di pane ancora intonsi e praticamente commestibili.

Dopo colazione, ti dedicavi a fare un giro dell'intero orfanotrofio: scendevi nella sala principale, la sala mensa, e a volte correvi da un tavolo all'altro, altre invece ti limitavi solamente a camminare con passo misurato tra un banco e un altro, forse imitando le educatrici che tanto odiavi.

Le educatrici non erano l'unica cosa che odiavi del posto, quando c'erano ancora tutti.

Odiavi anche Molly e Tammy, due gemelle che non facevano altro che riderti sia in faccia che alle spalle.

Ora che non c'erano, ti divertivi a prendere le bambole che avevano abbandonato e lanciarle dalle finestre rotte, per vedere quanto lontano riuscivano ad arrivare.

Una volta eri riuscita perfino a scagliarne una, Lady Scarlett, oltre le mura dell'edificio.

In quel momento ti sarebbe piaciuto essere Lady Scarlett, solo per riuscire a vedere cosa c'era dall'altro lato di quella barriera.

Dopo la sala mensa, ti dedicavo a fare un salto nelle cucine, per vedere cosa avresti mangiato per pranzo.

Quindi cominciavi a cercare in tutte le mensole, su tutti i ripiani, le cose meno disgustose che fossero state abbandonate.

Fortunatamente non mancavano pasta e altri cibi confezionati.

Una volta scelto il pranzo, era il turno dei dormitori.

Correvi su per le scale, di corsa ed entravi nella porta della lunga stanza dove tutte dormivano.

Salivi sul primo letto (quello di Cookie, se non ricordavi male) e da quello cominciavi a saltare su e giù, spostandoti da un giaciglio all'altro e portando con te bambole e giocattoli che gli altri bambini si erano dimenticati lì.

Ti piaceva parlare con le bambole.

Stavano in silenzio, ma eri sicura che riuscissero a capire ogni tua singola parola, e quindi spesso ti trovavi a fare loro delle domande, per poi rimanere delusa quando la risposta non arrivava.

La tua preferita con cui parlare era Miss E.

Non ricordavi esattamente se fosse stata tua fun dall'inizio, o se te ne fossi appropriata successivamente alla fuga di tutti; ma Miss E era quella che portavi dappertutto.

Non c'era istante dove non fosse al tuo fianco.

Anche quando saltavi da un letto all'altro, prendevi Miss E per mano e la portavi con te, forse raccontandole il sogno fatto quella notte, oppure ascoltando il rumore che i materassi facevano sotto i tuoi piedi.

Appena ti sentivi stanca dal tanto movimento, correvi nella prossima stanza: la lavanderia.

Ti divertivi a correre fra i panni stesi, giocare a nascondino con Miss E e le altre bambole, o con gli animaletti che ogni tanto trovavi nelle stanze vuote.

Dopodiché toccava alla biblioteca, dove ti dedicavo a leggere pagine e pagine di libri enormi, solo per riuscire a realizzare il tuo sogno di riuscire a leggere e scrivere come tutti gli altri bambini.

La tua giornata proseguiva tranquilla: mangiavi qualcosa e nel pomeriggio proseguivi i tuoi giri nelle stanze fino a che il sole non tramontava. Allora andavi a prendere le candele e le accendevi, per avere una qualsiasi luce mentre ti dedicavi alle tue letture serali.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 14, 2018 ⏰

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