capitolo uno

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Il viaggio in macchina,che io speravo durasse molto di più, è durato solo quindici minuti e per tutto il tempo ho stretto la mano di Tom il quale ha continuato a sussurrarmi di stare tranquilla, e che sicuramente il vichingo non sarà in casa.
Arrivati davanti alla loro casa enorme, mi lasciai scappare un wow che fu seguito da una risata di mio fratello.
Mio padre sta varcando il cancello che porta ad un giardino dove infondo si trova il portone per entrare nella casa, sta suonando,ansia, panico; la mia mente mi suggerisce di stare ferma e non farmi prendere dal panico, il mio cuore vuole scappare via, non faccio niente, stringo solo più forte la mano di Tom che mi sussurra all'orecchio di lasciargli la mani prima che qualcuno potesse farsi strade idee e con quel 'qualcuno' sapevo già che si riferiva al vichingo e anche perché gli stavo facendo male e cosi lascio la sua mano che fino a quel momento mi aveva dato tanto conforto.
<<GIULIA, ODDIO QUANTO SEI CRESCIUTA, SEMPRE PIÙ BELLA E SEMPRE PIÙ ALTA, TI VUOI FARE ALTA QUANTO LA GIRAFFA CHE TI RITROVI COME PADRE>> sorrisi per come aveva chiamato mio padre, ovvero il suo migliore amico e le mie guance si arrossarono a causa dei complimenti, <<ciao Alfonso>> dissi sorridendo e ricambiando il suo abbraccio.
<<Entrate pure, Paola è nel giardino posteriore e non avrà sentito il campanello mentre Giò..>> si blocca improvvisamente e quando si vede arrivare Giò con il suo sorrisone con una maglietta bianca che gli fascia gli addominali e dei pantaloncini.
Gioele vedendomi si avvicina e mi abbraccia e mi prende in braccio << CIAO BELLISSIMO, NON SAI QUANTO MI SEI MANCATO>> e per una volta, dopo tanto tempo sono felice di essere a Torino, <<EI BELLISSIMA, PERCHÉ SEI SEMPRE COSÌ BELLA E POI SEI CAMBIATA UN SACCO DALL'ULTIMA VOLTA>> dice sorridendo,gli sorrisi imbarazzata, è vero sono passati ormai quattro anni dall'ultima volta che ci siamo visti, Giò è più piccolo di me e del vichingo,ha la stessa età di Tom ed è tutto il contrario del vichingo.
Alfonso ci lascia due minuti a chiacchierare con Nico mentre va a chiamare Paola che col suo solito sorriso si avvicina, saluta per prima me e Tom e poi ci dice di andare con Gioele per posare le valigia.
Mi sto rilassando, il vichingo non sembra essere in casa e nessuno lo aveva nominato, tutti sapevano del nostro litigio che era stato abbastanza pesante e sapevo che stavo evitando di nominarlo per me, ma mi stavo facendo troppi film mentali perché nello stesso momento in cui Giò prende la mia valigia Alfonso mi chiama perché mi deve dire una cosa estremamente importante, questo fu quello che disse davanti a tutti.
Mi avvicino a lui per poi entrare nella loro cucina, è enorme, sono sicura che mi sarei persa presto in quella casa, dopo aver osservato quel paradiso umano decido di concentrarmi su Alfonso << Giulia, so che tu e Matteo avete avuto dei problemi in passato, però vorrei che tu e lui risolvesse>> sorrido e in un sussurro gli dico << quello che è successo tra me e lui è una cosa passata, insomma non siamo più dei bambini>> non era affatto vero, non era passato nulla ma avrei fatto di tutto per non ferire Alfonso, continua a parlare e mi propone di andare da Matteo che si è addormentato nella sua stanza per svegliarlo.
Il mio cervello mi dice di rifiutare l'offerta mentre il mio cuore vuole vederlo così annuisco e mi incammino con lui.
Saliamo le scale e subito dopo mi trovo davanti una porta, deduco sia quella di Matteo e confermo il mio pensiero quando Alfonso bussa, per tutto il tempo sono rimasta dietro di lui.
È sdraiato sul letto, fissa il tetto e ascolta la musica con le cuffie, il padre lo chiama e quando si accorge della sua presenza si toglie le cuffie per poi sedersi sul letto.

UN CUORE IN DUEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora