capitolo due

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Alfonso uscí dalla stanza dicendo semplicemente <<credo che voi abbiate delle questioni in sospeso e io devo andare dai tuoi genitori>> disse l'ultima frase guardando me e non più suo figlio che con lo sguardo lo stava fulminando.
Alfonso uscii e Matteo iniziò a ridere, <<UN TEMPO NON CREDEVO CHE NOI CI SAREMMO RINCONTRATI COSÌ>> disse d'un tratto.
Non sapevo che dire, il mio cervello stava elaborando la sua frase parola per parola fin quando lui mi disse << TI HANNO TAGLIATO LA LINGUA?>> lo scrutai un attimo, un sorriso falso spuntò sul mio viso, era sempre lo stesso stronzo, << NO, NON ME L'HANO TAGLIATA SEMPLICEMENTE PREFERISCO PARLARE CON DEI RAGAZZI DOTATI DI CERVELLO>> in quel momento mi sarei applaudita da sola e Stephanie sarebbe stata fiera di me, in quel momento pensai di prendere il cellulare per rispondere ai miei amici.
<<ALLORA LA LINGUA LA SAI USARE>> disse ironicamente, io mi alzai dalla sedia sulla quale mi ero seduta precedentemente e mi avviai verso la porta, << DOVE VAI?>> chiese di fretta , << IN CAMERA>> risposi come se fosse una cosa ovvia, <<CERTO, DOVE TE NE POTEVI ANDARE SENNÒ>> disse il vichingo sbattendosi la mano in fronte, <<certo che sei strano>> sussurrai per non farmi sentire, << cos'hai detto?>> e ora che gli dico a quel coso, che lo trovo strano, certo non posso e quindi dissi la prima cosa che mi venne in mente << non ho detto nulla, mi sa che ti immagini le cose>> matteo sorrise per poi aprire bocca << per sua informazione io sarò pure strano ma scommetto che tu non sai neanche qual'è la tua stanza e non sai neanche la password del wi-fi e ti servirà  sicuramente perché come sempre sarai senza connessione internet>> disse con fare altezzoso, <<Bingo>> disse subito dopo vedendomi sbiancare, sapeva tutto di me d'altronde in passato c'eravamo sempre confidati e io non avevo mai avuto la connessione dati.
Si alzò e notai solo in quel momento che era solo in boxer, la vista dei suoi addominali scolpiti mi fece arrossire violentamente  e mi augurai che con l'autunno alle porte lui iniziasse ad usare delle fottute magliette.
Mi accompagnò davanti la porta della mia futura stanza che era quella accanto alla sua e prima che aprissi la porta mi disse << ho scelto io il colore delle pareti, sono sicuro che ti piaceranno>> sorrisi mentalmente ma non gli avrei dato questa soddisfazione o sicuramente non gliela avrei data il primo giorno <<Mi auguro che non siano rosa le pareti>> lui sorrise e scosse la testa aprí la porta e le pareti erano nere, mi girai verso di lui che era rimasto fuori, gli mimai un "grazie mille" e sorrisi  lui ricambiò il sorriso per poi ritrovarsi la porta sbattuta in faccia.
Trovai la mia valigia al lato del letto,un letto matrimoniale tutto per mee, non potevo essere più felice, guardai la stanza e notai un bigliettino sulla scrivania, era la password del wi-fi ringraziai mentalmente Matteo per poi buttarmi sul mio nuovissimo letto.

UN CUORE IN DUEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora