❝Suffering❞ ↬Yoonmin

Chapter 17

La settimana passò velocemente, e sabato arrivò ancora più in fretta. Non avevamo deciso cosa fare, quel giorno. strano, di solito lo decidevamo. così presi il computer e girai su Netflix, in cerca di un film strappalacrime. cercai e cercai ma non mi attirava nulla. Ripensai a tutto ciò che mi disse yoon l'altro giorno. Tutta la sua vita. Sinceramente, faceva veramente schifo. aveva una vita da schifo.
mi ripassò in testa tutto quello che disse, parola per parola. poi mi bloccai, come pietrificato. 'sono diventato autolesionista.' c-cosa? ero talmente preso dal momento, che non calcolai nemmeno quelle parole. ma sul serio? tra tutto quello che mi aveva detto, proprio quelle parole mi ero perso?  mi sento uno schifo, penserà che non interessa.. Ho bisogno di dirglielo domani. devo parlargli.

Ero in macchina da quaranta minuti e non avevo idea di che dirgli. Improvvisare mi aveva sempre spaventato. Non era una cosa che facevo di solito.  significava rischiare, ed odiavo farlo. ma mi sa che questa volta era l'unica cosa che potessi fare. Dopo ciò che gli dissi l'altra volta, sembravamo quasi fidanzati. Stavo cercando di fargli capire cosa si provasse, quindi cercavo di farlo stare bene. Non eravamo andati a letto ancora, però. al massimo gli rubavo qualche bacio sulla guancia, lo ammetto.
non mi accorsi di come passava il tempo mentre pensavo a lui e infatti arrivai senza accorgermene.  D'abitudine parcheggiai davanti casa sua, ma me ne resi conto solo dopo che mi ero fermato. Come se venissi qua tutti i giorni da un anno.
Suonai il campanello, ma dovetti aspettare. Sapeva che stavo arrivando, dov'era? Dopo cinque minuti buoni, mi venne ad aprire. Piangeva. Aveva gli occhi rossi e gonfi, come stesse piangendo da ore.
"Ehi Yoon, calmati, che succede?"
Tra i singhiozzi mi si aggrappò al collo, dicendomi delle parole che non mi sarei mai aspettato.
"L'ha ucciso, chim. Mia madre ha ucciso mio papà. Quell'alcolizzata del cazzo ha ucciso l'unica persona che mi capiva"
E ricominciò a piangere.
Entrai subito in casa, chiusi la porta dietro di me e lo portai in camera.
Ora avrei dovuto fare tutto il possibile per farlo stare bene. Tutto.