Freddo.
Silenzio.
Vuoto.
Erano queste le parole con cui potevo descrivere il luogo dove mi trovavo.
Tutto buio. Nulla esisteva accanto a me se non questo.
Eppure alcune volte sentivo come una leggera forza sotto di me, vogliosa di smuovere con precisione il mio corpo.
Era vero.
Ne avevo uno.
Ma non riuscivo a muoverlo in quel luogo.
Sentivo solo piccole sensazioni piacevoli di qualcosa accanto a me.
Da quanto ero rimasta così?
Giorni?
Mesi?
Anni?
Non potevo dirlo. Non riuscivo a dirlo.
Finalmente però, dopo quell'incompleta coscienza, sono riuscita a vedere qualcuno.
La stanza dove ero stata tutto quel tempo sembrò finalmente illuminarsi di luce.
Qualcosa era entrato lì dentro.
O ero io che ne ero uscita?♢♢♢♢♢♢
- Signorina?...È sveglia? Riesce a sentirmi? -
Mi alzai di soprassalto.
Il volto di un'infermiera a pochi passi dal mio viso comparve come un fiore a primavera.
- D...do...ve? - avevo provato a domandare alla donna dove fossi, ma quelle parole non sembrarono pronte di uscire dalla mia bocca.
- Grazie al cielo si è svegliata! Eravamo tutti in pensiero sa? - la donna dal fisico leggermente tozzo e robusto aveva aggirato il letto su cui ero sdraiata.
Tra le mani teneva degli asciugamani puliti.
La vidi avvicinarsi anche alla finestra.
Non sapevo se fossi davvero in una stanza di ospedale, ma potevo chiaramente capirlo dai vari fili attaccati al mio corpo in più punti.
Da quanto ero finita là dentro?
Ma sopratutto, per quale motivo?
La donna alle mie spalle sembrò leggermi nella mente.
- Ha avuto un incidente quasi fatale signorina...Abbiamo temuto il peggio, sa? Ma sono contenta che dopo tanto sperare lei si sia svegliata -
Ero stata travolta in un incidente?
Poteva essere plausibile viste le condizioni in cui ero.
Avevo dato un'occhiata rapida al mio corpo.
Delle fasciature intrise di sangue erano tenute ben strette da dei tutori lungo braccia ed entrambe le gambe.
Sul petto una garza teneva legate delle flebo ancora funzionanti.
I miei capelli erano stati tagliati corti per permettermi di curare l'evidente taglio al collo, coperto con una fasciatura e un collare molto spesso.
Al naso, dei cavi contenenti ossigeno mi permettevano di respirare.
Come potevo ancora essere viva dopo tutto quello che mi era successo?
La donna sembro' leggermente tranquillizzata dalla mia reazione.
- Lei... Lei non può ricordare signorina...-
Non potevo?
Come mai?
Eppure ricordavo di aver avuto i capelli più lunghi e di avere un nome.
- I dottori le hanno diagnosticato una bruttissima amnesia dopo il fatto... Non ha memorie riguardanti la cosa - sottolineo' lei portandosi vicino ai bordi del letto.
- Si ricorda il suo nome? -
Annuii a quella sentenza.
- Mi chiamo (...) -
La donna sorrise di nuovo.
- Esattamente! È lo stesso nome che ci ha comunicato lui quando vi ha portato qua -
Ma di chi stava parlando?
C'era qualcuno qua con me?
Mi aveva salvato lui o lei?
Era un parente? Un amico o un'amica?
Un collega di lavoro o di scuola?
Non capivo di chi stesse parlando.
- Oh, giusto... Lei non lo ricorda, dico bene? Ma le garantisco che è stata una persona incredibilmente gentile nonostante i suoi modi un po' originali - ridacchio' sistemando nell'apposito scaffale i miei fascicoli.
- È rimasta qua con lei tutto il tempo. Ci ha detto che siete molto legati sa? -
Dove era adesso questa persona?
Magari sapeva ciò che mi è successo!
Provai ad issarmi sul corpo completamente dolorante.
La donna intervenne prima di qualsiasi atto scellerato.
- No, non si muova! I dottori non le hanno dato ancora il permesso di alzarsi! -
Gettai la spugna immediatamente.
Non avevo forze e non era saggio strafare.
- Se ha bisogno di qualcosa non esiti a chiamarmi, le basterà premere questo pulsante sopra il suo letto e arriverò subito a darle una mano! - Un altro sorriso. Questa signora trasmetteva tranquillità ovunque.
- Ma finché avrà ospiti non avrà problemi, dico bene? -
La vidi uscire dalla stanza sospirando allegramente.
Da come mi aveva rivolto la parola sembrava che avessi passato molto tempo qua dentro.Ero ancora molto stanca, ma le domande erano iniziate a nascere nella mia mente.
Da quanto ero lì dentro? Cosa era successo? Chi era la persona che la donna aveva citato?
Ma sopratutto, perché non ero morta?
Il mio sguardo' vago' ancora con attenzione intorno.
Vidi tantissimi cesti di frutta e biglietti di guarigione ammassati in un angolo.
Sembrava che tante persone fossero venute a trovarmi.
Ma io non potevo saperlo.
Dopotutto non avevo fatto altro che vivere nel buio più totale fino a quel momento.♢♢♢♢♢♢♢♢♢♢♢♢♢♢♢♢♢♢♢♢♢♢♢♢♢♢♢
Note autrice:
Un prologo allettante non vi pare?
Per i lettori che mi seguono da tempo dico con somma gioia "ben ritrovati" in un'altra xreader made in Blue :3
Per coloro invece che non conoscono le mie xreader riassumo velocemente il tutto.
Potete richiedere un personaggio su cui la storia si concentrera' nell'arco di qualche capitolo (sia studenti, villains, insegnanti e pro heroes).
Le richieste sono aperte a tutti, l'importante è che non ci siano troppe richieste sullo stesso personaggio XD
Ogni arco avrà un finale e una storia diversa rispetto a tutti gli altri.
Se non ci saranno richieste la storia verrà scritta dall'autrice seguendo un ordine casuale.
In più ogni personaggio avrà la sua storia separata da quella degli altri (come se fossero universi paralleli in sintesi XD).
Se avete necessità di un chiarimento non esitate a chiedere, sarò felice di rispondere! :3Alcuni personaggi saranno coinvolti in situazioni mature, per cui vi chiedo gentilmente di non disgustarvi da cio' che accadrà XD
Per questa volta è tutto!
Alla prossima!-Blue
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Amnesia - My hero academia X Reader
FanfictionMi ero risvegliata in una sala di ospedale, attaccata con forza ai mille macchinari come spesso si vedono nei film. Non ricordavo nulla, ne' come fossi finita li dentro ne' chi mi aveva ridotto in quello stato. I dottori mi avevano parlato di un inc...