Il ticchettare lento dell'orologio aveva trasformato la lieta giornata in qualcosa di mostruoso.
Quella figura attenta, impassibile, con lo sguardo severo ma impeccabile mi stava fissando da almeno due ore buone.
I suoi occhiali brillavano in riflesso con la luce del sole, mentre io ancora non avevo idea di chi fosse questo individuo.
- ...Ecco... - in effetti non ero molto consapevole di come iniziare la discussione con la strana figura.
Sembrava un tipo molto serio, una di quelle persone spesso sempre attente alle regole.
Eppure se così era doveva esserci un motivo ben preciso per cui uno sconosciuto stava seduto in una stanza di una paziente da poco ripresasi da un trauma.
O era un parente stretto oppure era in visita per l'altro sconosciuto con cui condividevo la stanza.
-Buongiorno (...)! - disse dopo tutto quel silenzio piegandosi in un inchino rigoroso di ben novanta gradi appurando la corretta direzione del sole e l'ora legale in corso.
Lo fissai esterrefatta. Sembrava che il suo corpo andasse in sincronia con l'effettivo tempo che passava.
Deglutii a fatica.
La cosa era inquietante soprattutto dopo tutti gli strani atteggiamenti che questo tizio dagli occhiali rettangolari stava mettendo in atto.
-...Piacere di conoscerti...ecco? - il suo nome, non avevo idea di chi fosse!
-Iida Tenya! Rappresentante della classe 1-A della prestigiosa scuola U.A. - il suo soliloquio prosegui' indisturbato per diversi minuti.
- A nome della classe sono venuto a portarti i compiti dei giorni scorsi e felicitazioni da parte di tutti per il tuo risveglio! - ammise solo in questo momento rialzandosi.
Lo fissai ancora poco convinta ma la sua parlantina mi aveva dato molte informazioni utili.
- Siamo nella stessa classe? Sono una studentessa dunque? - che strano, avevo pensato di essere più grande di Iida per qualche strano motivo. Eppure se eravamo in classe insieme non poteva essere diversa la situazione.
- Siamo nella stessa classe, (...), studentessa del primo anno, classe 1-A, posto quattro in prima fila - ammise con grande sicurezza quello sfoggiando un sorriso in pieno volto sinonimo di grande attenzione.
- Grazie ma...potresti andare più lentamente? Non riesco a stare dietro alla tua velocità - ammisi ridacchiando.
Era vero, erano troppe informazioni quelle che mi stava donando, non sarei riuscita a gestirle correttamente in questo modo.
- Oh! Scusami non ho considerato il tuo stato attuale! Perdonami! - ammise chinandosi ripetutamente.
Non avevo idea di chi lui fosse.
Me lo ero ritrovato li, senza una motivazione o un effettivo ricordo.
Poteva essermi utile per recuperare la memoria ma non avevo effettiva idea se quello che mi stava dicendo fosse la verità o un gioco tesomi per approfittarsi della mia condizione.
Lo squadrai stizzita.
Non mi piaceva, qualcosa in lui non andava.
- Va tutto bene...credo - il silenzio calo' di nuovo tra di noi.
I suoi occhi fissavano con assoluta attenzione ogni cosa in quella stanza.
Sembrava che anche la polvere venisse analizzata dalla sua grandissima cura.
Lo fissai ancora curiosa di cosa stesse pensado, calcolando dietro quella schermata fredda e meccanica che aveva fin dal primo momento che lo avevamo visto.
- Qualcosa non va? - domando' notando che il mio viso aveva assunto la sua stessa espressione.
- No, sono solo curiosa di chi tu sia, non prenderla sul personale ma sono leggermente inquietata dai tuoi modi di fare - rivelai senza ripensamenti.
Era sicuramente una saggia decisione quella di non trattenere i miei dubbi.
- Non devi scusarti! Dopo un incidente di tale portata è solo naturale che tu ti senta a disagio - ammise quello incredibilmente comprensivo.
- Ma consiglierei di assumere una posizione migliore per rispettare le regole dell'ospedale - concluse indicando delle istruzioni su uno dei lati del lettino.
- In questo modo l'onore dell'ospedale verrà rispettato - annui' con decisione
mentre fissava ancora la mia figura.
- Quindi...tu sai del mio incidente? - era un tasto dolente e un passo molto pericoloso. Stavo domandando questo ad uno sconosciuto, uno svitato per giunta!
La cosa iniziava a sfuggire dalle mie stesse mani.
Sul volto del blu intravidi un sorriso tirato, impercettibile, come se una crepa in quella maschera si fosse mostrata.
- È contro il regolamento rivelarti il tutto. La tua amnesia deve guarire secondo procedura...- lo fissai stizzita.
Perché non mi diceva cosa era successo?
- Dimmi la verità Iida, anche la minima informazione mi è utile! - non potevo ricordare se fossi una persona insistente o se semplicemente mi disperavo con facilità.
Eppure il vedere il suo volto di nuovo scuotere frettolosamente negandomi una risposta mi spezzo' il cuore.
- Perché sei ancora qui allora? Hai svolto il tuo lavoro puoi andare - riconoscevo una certa freddezza nelle mie parole, ma non ero contenta delle informazioni negatemi.
- Non posso ancora andare via - borbotto' una volta lasciatami finire,
- Secondo le nostre famiglie è dovere dell'altro assistere in salute e malattia - recito' alla lettera ogni singola parola.
I miei occhi sgranarono per lo stupore.
- Cosa? Aspetta! Io e te dunque siamo vincolati da un contratto o cosa? - chiesi spiegazioni, questa volta non poteva mentirmi.
- Siamo convogliati a nozze - proruppe senza un minimo di pudore.
- ...Cosa? - Iida annui' di nuovo.
- Diventerai mia moglie tra tre mesi...-.Note autrice:
Eccoci qua signori e signore con il nuovo aggiornamento settimanale! Sono stata brava questa volta, due settimane di fila che rispetto la scadenza di pubblicazione XD
Quest'oggi ho realizzato una delle richieste di Lady_Vanish_MLB, con calma le esaudiro' tutte :3
Prima di lasciarvi volevo chiedere a voi gentili utenti di scegliere il personaggio della prossima settimana.
Al momento le tre richieste più vecchie che devo attuare per prime sono:Present Mic
Stain
UrarakaFatevi sapere quale dei tre preferireste leggere prima :3
Alla prossima!- Blue
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Amnesia - My hero academia X Reader
FanfictionMi ero risvegliata in una sala di ospedale, attaccata con forza ai mille macchinari come spesso si vedono nei film. Non ricordavo nulla, ne' come fossi finita li dentro ne' chi mi aveva ridotto in quello stato. I dottori mi avevano parlato di un inc...