La gola stretta tra le mani scricchiolava pericolosamente.
Quel ricordo era come indelebile nella mia mente.
Gli occhi chiari del mio avversario che con forza stringevano la mia gola erano indimenticabili.
Azzurri come un lago cristallino.
Mi fissavano divertiti, quasi ironici.
Non ricordavo chi fosse, ma non era da solo quel giorno.
Mi voltai sul fianco rapita da quel sogno così reale e spaventoso.
Ma non era un sogno.
Quei segni che avevo riportato in ospedale non potevano essere frutto di uno scherzo.
- Ti piace così? - aveva chiesto quella voce sensuale, quasi violenta mentre il mio corpo alzato da terra di qualche centimetro penzolava senza appiglio.
Intorno a noi delle fiamme blu avevano iniziato a generarsi.
Mi aveva separato da qualcuno di cui i volti sfocati non sembravano apparire nella mia mente.
- Un eroe che sacrifica se stesso per stanarmi? Che coraggio! - disse ridendo aumentando le fiamme sul suo corpo.
- Peccato che l'uccellino non potrà mai sconfiggere il gatto - lo vidi avvicinare il mio corpo perenne al suo senza mai mollare la presa.
Il dolore della sua stretta era ancora vivo in me.
I nostri volti erano così vicini quella volta che neanche il vento poteva dividerci.
Mi lecco' la guancia divertito.
- Adesso cosa vuoi che faccia uccellino? Bruciarti vivo mi sembra così tradizionale - afferro' bruscamente i miei capelli per alzarmi il viso verso di lui.
Avevo abbassato lo sguardo in preda ai mancamenti d'aria che la sua presa aveva causato ai miei polmoni.
Con una mano passo' bruscamente il mio intero volto.
Ero come fango tra le sue mani.
Continuava a mallearmi come voleva, mentre io ero lì, immobile senza ricordare nulla.
Non ricordavo cosa stessi cercando in quel posto, ne' chi fosse quel tipo.
Ma quegli occhi famelici pronti ad uccidermi erano ancora lì.
Dopo avermi esaminata sembro' scontento del mio comportamento remissivo.
- Dove è finito l'uccellino che ho catturato? Non vuoi scappare? Non vuoi liberarti? - mi chiese con fare divertito.
- Ti piace essere cacciata dal gatto uccellino? - sussurro' mentre dietro di lui due occhi felini mi fissavano attenti.
Una piccola risata provenne dallo sconosciuto divertito.
- Quale era il tuo nome? - disse ironico mentre si era portato una mano tra i capelli. Anche con una sola era in grado di impedirmi ogni movimento.
Io al contrario ricordo che non dissi nulla. La mia voce era inesistente. Non avrei parlato, poteva anche uccidermi se voleva.
Notai il moro fissarmi leggermente annoiato.
Sul suo volto un'espressione di entusiasmo scomparve subito.
- Mi sono annoiato, cambiamo gioco - proruppe poi contento.
Lo vidi lasciare la presa vertiginosamente e lasciarmi cadere a terra. Ricordo che le gambe non erano più recettive e cedettero sotto il peso improvviso del mio corpo.
Ero a terra. Semi-incoscente mentre dall'alto del fumo quegli occhi azzurri continuavano a fissarmi.
- Ha due giorni di tempo per nasconderti...- disse poi,
- Ti verrò a cercare e sappi che questa volta ti uccidero' sul serio - una nota di sarcasmo provenne dalla figura alle sue spalle.
- Mi spiace di averti ridotto in questo stato! Spero che per il nostro nuovo gioco avrai almeno la forza di camminare...- un altro sorriso sgembo comparve sul suo viso.
- Dabi ti ucciderà uccellino...- un silenzio acuto inizio' a prelevare le mie orecchie con fare violento. Gli occhi si erano chiusi in quell'esatto momento, sotto le urla alle mie spalle.
Quando ero rivenuta mi ero trovata in ospedale completamente da sola.
Nessun segno dell'uomo scuro che avevo sognato fino a quel momento.
Mi ero portata una mano sul petto cercando di rallentare il battito a mille. Quelle fiamme bluastre erano ancora vivide nella mia mente.
Se soltanto avessi avuto modo di ricordare cosa fosse successo nel dettaglio non avrei avuto quella malata curiosità di conoscere Dabi.
- Verrà ad ucciderti...- una voce divertita ruppe i miei pensieri immediatamente.
Accasciata accanto al mio letto, una ragazza dai lunghi capelli biondi e dagli occhi ambrati mi fissava con sguardo divertito.
- Chi sei? - gli domandai non ricordando nulla su di lei,
- Una vecchia amica...- annui' lei prima di arrossire con fare cupo,
- Ti hanno ridotto proprio male (...) - il mio nome fu pronunciato in modo confuso, come se qualcosa di non detto stesse albeggiando su di noi.
-...Da quanto sono qui? - le chiesi preoccupata per la risposta,
- Due giorni, ma non preoccuparti hanno detto che domani sarai libera di tornare a casa uccellino...- quella parola genero' in me dei brividi improvvisi.
La bionda sembro' accorgersi della cosa in modo divertito.
- Io sono Toga...una tua cara compagna di classe - la ragazza indossava una divisa scolastica dai colori pastello.
Sembrava plausibile ma il suo sorriso era qualcosa di veramente raccapricciante.
- Siamo amiche? - era una domanda stupida da chiedere, ma non ricordando nulla non avevo idea su cosa avrei dovuto dire.
- Sì, siamo come sorelle...- un altro sorriso tirato e le gote leggermente arrossate.
Non capivo chi diavolo fosse quella ragazza, eppure era l'unica cosa a cui potevo aggrapparmi in quel momento.
- Scusami, non mi ricordo di te...- rivelai sperando che non si arrabbiasse.
- Stai tranquilla, non è importante - disse la strana figura dondolando sulla sedia.
- Ti abbiamo fatto del male, non è una novità - si porto' una mano sul mento confusa,
- Spero tu non ti sia dimenticata della sua promessa - accenno' a qualcuno che non comprendevo.
- Promessa? - domandai chiedendo confusa,
- Sì...Ti sei dimenticata uccellino? - al quel nomignolo il cuore mi si strinse come in una morsa.
Non poteva essere.
Era davvero tutto un sogno?
Non poteva essere vero o forse lo era?
Note autrice:
Eccoci qua con il capitolo su Dabi, richiesto da Alyxa_Frye :3
Spero ti piaccia, il suo arco narrativo sarà uno tra i più contorti e malati che mai scriverò XD
Ci vediamo al prossimo aggiornamento!
Alla prossima,- Blue
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Amnesia - My hero academia X Reader
FanfictionMi ero risvegliata in una sala di ospedale, attaccata con forza ai mille macchinari come spesso si vedono nei film. Non ricordavo nulla, ne' come fossi finita li dentro ne' chi mi aveva ridotto in quello stato. I dottori mi avevano parlato di un inc...