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Arriviamo al primo parco camminando in silenzio.
Le luci della città accompagnano il rumore delle macchine e delle conversazioni dei passanti.
"Amo questa città" dico io ad un certo punto.
Lui si stringe di più nella mia giacca e sorride guardando la luna.
"L'ho notato"
Continuiamo a camminare e arriviamo a destinazione.
Apro il cancelletto d'ingresso e saluto la guardia che mi conosce da anni.
"Sai, è strano...non ha nulla di speciale ma ci sono cresciuto, ci sono parti di me in ogni angolo"
Continuo la conversazione interrotta poco prima.
"È una cosa bella Alexander, niente di cui preoccuparsi"
Ci sediamo su una panchina davanti ad un laghetto artificiale.
"Io non ho avuto questa fortuna, non ho mai lasciato niente di mio nella città in cui vivevo, l'ho disprezzata come ho iniziato a disprezzare le persone che ci vivevano"
Magnus si accorge delle parole appena dette e si agita sulla panchina di legno.
"Scusa, non volevo sfogarmi"
Si passa una mano tra i capelli in modo attento.
"Hai fatto bene invece, non è giusto tenersi tutto dentro" mi torturo le mani.
Lui si gira verso di me e si avvicina al mio corpo.
"E tu invece? Fa male anche a te tenersi tutto dentro, sai?" giro il viso verso il suo e per la seconda volta in una serata mi ritrovo pericolosamente vicino alle sue labbra.
"Io ci sono abituato" soffio sulla sua bocca.
"E poi, ti ho giá detto delle cose estremamente private"
"Questo è vero, ma parlo del tuo orientamento sessuale e la scuola"
"Vuoi proprio dimostrarmi che potrei piacere a qualcuno a scuola?" rido, ancora vicino al sul viso.
"Tu piaci già a qualcuno, Alexander"
"La ragazza di questa mattina non vale"
"Non sto parlando di lei"
Il mio cervello inizia a connettere e mi ritrovo a socchiudere le labbra.
"E di chi stai parlando allora?"
"Dovresti averlo capito" punta gli occhi sulle mie labbra e un brivido mi percorre la schiena.
"Hai freddo? Ti restitusico la giacca" lui fa per togliersela ma metto una mano sul braccio ed interrompo i suoi movimenti.
I muscoli tesi sotto i miei polpastrelli, sospiro per quella sensazione.
"Non ho freddo, stupido"
Ridiamo leggermente e poi ci alziamo dalla panchina.
Camminiamo fino l'uscita.
"Ne mancano ancora due" dico io felice di poter passare ancora del tempo con lui.
Lui sorride e scuote la testa, felice della mia euforia.
"Ti piace davvero tanto la natura"
"Sì, mi ricorda alcuni momenti della mia vita, mi fa entrare in un mondo tutto mio, ci sto bene" alzo le spalle, sperando che Magnus non reputi sciocco ciò che ho detto.
"È affascinante il modo in cui parli delle cose che ami, come tua sorella o lo studio, voglio sapere di più di te Alexander, dimmi cosa ti piace" mi guarda mentre camminiamo a passo svelto per il freddo.
Mi piaci tu.
La tentazione di dirlo ad alta voce è davvero forte ma cerco in tutti i modi di trattenermi, è fin troppo presto.
Così, nelle luci della città, nell'aria frizzantina e i parchi rimasti, racconto a Magnus ciò che amo, che mi appassiona e ciò che invece detesto, facendomi conoscere per chi sono davvero, senza nessuna maschera. Finalmente libero di essere la persona che sono senza la minima paura di essere giudicato.

**

"Grazie mille per la bella serata Alexander" mi sorride mentre usciamo dalla metropolitana.
"Figurati, è stato un piacere"
Ci guardiamo negli occhi finché, preso dall'imbarazzo, distolgo lo sguardo.
Troppo intenso, capace di scrutarmi e di scavare nella mia anima solo attraverso gli occhi.
"Magnus, grazie per avermi ascoltato" butto fuori con un sospiro.
"Grazie a te per esserti esposto tanto" mi sorride sincero.
Mi torturo le mani dietro la schiena.
"Beh, la prossima volta voglio sapere di più su di te" azzardo io con voce bassa.
I suoi occhi si illuminano.
"Mi stai dicendo che vorresti uscire di nuovo con me?"
La vergogna mi colora il viso, dovrò sembrare disperato.
"S-Si se, ecco, se lo vuoi anche tu, ovviamente...?"
Gli scappa una risata.
"Certo che voglio uscire con te"
Lascio l'aria trattenuta.
"Bene, benissimo!" esclamo, fin troppo entusiasta.
Gli angoli della sua bocca non si abbassano nemmeno per un secondo, non smette di sorridere.
"Ci vediamo domani a scuola" fa un passo verso di me e mi stampa un bacio sulla guancia, vicino all'angolo della bocca.
La pelle in quel punto freme e si riempie di brividi subito dopo.
Mi passo una mano dietro la testa e porto lo sguardo sui miei piedi.
"A domani"
Così ci congediamo e prendiamo strade diverse.

Quando arrivo a casa guardo l'orologio al mio polso e noto la tarda ora.
Mi cambio velocemente, aspetto che mi arrivi il messaggio di Magnus- "Okay, sono vivo e sono a casa, missione "camminata notturna da solo in una nuova città", superata. Buonanotte Alexander"- e cado in un sonno tranquillo.

what a beautiful choice | malecDove le storie prendono vita. Scoprilo ora