Ci sono cose che semplicemente sono destinate ad essere. Era una frase che avevo letto e sentito così tante volte nella vita che per me aveva perso ogni valore. In realtà nel corso degli anni non ero mai riuscito ad attribuirgli un valore reale, concreto. Avevo sempre pensato fosse ovvio che determinate cose fossero destinate ad esistere, i sentimenti umani, gli elementi della natura, l'aria, l'ossigeno.
Ovvietà.
Eppure, per la prima volta dopo diciannove anni riuscii a capire cosa volesse dire.
Certe cose sono destinate ad essere, nonostante tutto. Quella realtà mi si incollò in testa non appena avevo varcato quella porta e visto Luke.
Io e lui, capii, eravamo destinati ad essere. Noi, insieme. Non sapevo spiegarmelo, ma era così.
Ne fui certo quando, "Luke" riuscii a dire e in un attimo fui in grado di cogliere il cambiamento nel suo viso, la sorpresa che aveva subito lasciato spazio ad un'espressione indecifrabile, non appena i nostro occhi si erano incontrati.
Probabilmente ci stavamo guardando con gli stessi occhi, in quel momento.
Spostò il pc dalle sue gambe incrociate, con una lentezza disarmante che mi spaventò.
Tutte le mie certezze, come al solito, iniziavano a vacillare davanti ai suoi gesti.
Non sai se ti sta davvero aspettando.
Deglutii, decidendo che era arrivato il momento di scoprirlo. Lasciai la presa sulla valigia, avvicinandomi a grandi falcate al letto di Luke, che aveva cambiato posizione e se ne stava seduto sul materasso con le gambe a penzoloni.
Mi piazzai davanti a lui.
Occhi contro occhi.
Mi sentii tremare dentro.
E probabilmente anche fuori, perché "Stai tremando, stai bene?" disse lui, con la voce roca di chi non parlava da un po' e aveva tante parole bloccate in gola.
Riuscii solo ad annuire, prima di prendergli il viso tra le mani e avvicinarlo al mio, sentivo il suo respiro sulla mia pelle, il suo profumo così vicino da farmi girare la testa.
Non ebbi il tempo di godermi quei dettagli, perché le mani di Luke tirarono il tessuto della mia maglia attirandomi a se -quasi facendomi cadere, per annullare definitivamente le distanze tra noi.
Le sue labbra mi erano mancate da morire, era un bacio disperato, quello. Fatto di mani che si ritrovavano, lingue che si cercavano, vuoti che iniziavano a colmarsi.
Capii che Luke mi avesse aspettato, e lo avesse fatto con dolore, con rabbia, con amore.
Certe cose sono destinate ad essere.
Le sue labbra si spostarono lente sul mio collo, "sai ancora della colonia che ti ho regalato" constatò, sorridendo sul mio collo.
Pensai che sarei morto presto.
"Te l'avevo detto, che non sarebbe mai finita" gli alzai il mento con le dita per poterlo baciare nuovamente. Ne sentivo il bisogno.
Finii anche io sul letto, alla fine, e Luke prontamente si posizionò su di me.
Percepivo le sue labbra posarsi insistenti sull'incavo del mio collo, glielo lasciai fare. Volevo che ogni parte del mio corpo fosse segnata dal suo passaggio, nel modo più concreto possibile.
I nostri respiri erano diventati irregolari, le mani a vagare ovunque.Mi sei mancato, me lo stava dicendo con ogni gesto.
Percepivo il bisogno, il desiderio che avevamo l'uno dell'altro farsi sempre più incontrollabili.
STAI LEGGENDO
Sextape | Muke
FanfictionDove Michael e Luke sono migliori amici e iniziano a girare video spinti. Bottom!Luke Daddy!Michael