But is it worth it?

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Dio è ingiusto se ha ordinato una cosa del genere...

Dio non è ingiusto, solo imparziale...

Oh.

E' così evidente ora, quanto avesse torto anche quella volta.

Dio è crudele, Dio è cattivo ed infido quanto i serpenti che lui stesso ha creato e poi maledetto come se fossero sostanza diversa da lui. Come se non fosse stato lui a crearli.

Dio è ingiusto.

Altrimenti tutti quanti soffrirebbero. Tutti quanti proverebbero il dolore lancinante che sta provando lui.

Tutti.

In eterno.

-Hyung, sei qui?-

Lascerà questo luogo.

Se è il suo destino essere maledetto, essere infelice, farà in modo di portare con sé quell'infelicità e farla patire ad ognuno, a tutti quelli che incroceranno il suo cammino.

Il suo veleno sarà l'unica giustizia, l'unico castigo.

-Hyung, sono io, per favore, apri...-

No.

Non guarderà in faccia nessuno. A nessuno più permetterà di avvicinarsi, di accarezzarlo. Di nessuno più proverà il tepore, ne il dolce profumo.

Taehyung aveva ragione. Si è lasciato addomesticare. Si è reso debole da solo, ha abbandonato la sua natura, il suo vero essere.

-Hyung...hyung, ti prego, ascoltami...-

Nessuno potrà mai guardarlo negli occhi.

Ridere in sua presenza.

Le stelle dovranno spegnersi una ad una al suo passaggio, i fiori appassire al suo sguardo.

Il sole smettere di bruciare al suo cospetto.

Sarà un'eterna pioggia.

-Mi dispiace, hyung. Perdonami...-

Per nessuno mai proverà ancora pietà, amore o compassione.

Ha sbagliato una volta, ma non commetterà di nuovo lo stesso errore.

Mai più.

-Min Yoongi, apri questa stracazzo di porta! Jimin è sparito!-

* ° * ° *

Jimin non ha mai avuto paura del buio.

Ha vissuto per anni nella cecità più completa, dove la poca luce che riceveva filtrava da sotto una porta come una promessa non mantenuta. Dolorosa e costantemente presente.

Di quegli anni ricorda solo la frustrazione, il desiderio bruciante che qualcuno aprisse quella porta e lo lasciasse andare.

Che si ricordasse che lui era ancora lì, al buio, ad aspettare che qualcuno tornasse a prenderlo come aveva giurato di fare.

Anche dopo, non è mai stato intimidito dalle tenebre.

Il deserto è la sua casa, nelle giornate limpide di sole quanto nelle notti fredde e punteggiate dalle stelle.

C'è bellezza, nell'assenza di luce.

Il costante giuramento che il chiarore tornerà presto, e in tanto gli occhi si riposano.

L'ombra offre il suo ristoro a chi nel deserto ha camminato troppo a lungo, a chi ha guardato il sole direttamente, a chi chiede un respiro dopo il caldo bollente che scioglie le ossa.

No, Jimin il nero dell'oscurità non lo ha mai temuto.

Forse perché è lo stesso colore delle squame di Yoongi.

Scure. Bellissime. Lucide, come quelle pietre provenienti da est e lisce come il più duro dei marmi.

Vorrebbe poterle rivedere.

Vorrebbe rivedere Yoongi ancora una volta, per salutarlo. Dirgli addio.

Fargi sapere che sa, che lo capisce perché è arrabbiato con lui.

Ripetergli che gli dispiace, che è stato egoista a volerlo tenere vicino a sè quando in cuor suo sapeva che quella stretta non sarebbe potuto durare a lungo. Che non sarebbe sopravvissuto abbastanza da poter amare Yoongi come avrebbe voluto, come Yoongi avrebbe meritato.

Glielo ha spiegato Seokjin, cos'è l'amore, perchè lui non lo cososceva.

Glielo ha raccontato in una giornata di sole come tante, mentre Jimin lo innaffiava con delicatezza e intanto lo lodava per i suoi petali lucidi, le sue foglie brillanti e il profumo dolce.

Seokjin parlava e Jimin ascoltava attento quello che dell'amore c'era da sapere. I tremori, i palpiti, le farfalle che, non si sa bene come, finiscono nello stomaco.

Jimin ascoltava tutto, assorbiva ogni parola come fosse luce solare e piano piano iniziava a comprendere.

Il perché delle sue guance rosse quando Yoongi gli è vicino, i brividi quando gli sorride in quel modo, fugace ma bellissimo, con i denti bianchi come perle d'acqua e gli occhi stretti che sembrano prendere il suo stomaco e stringerlo in una morsa dolce che sa di cioccolato e corse sulla sabbia.

Adesso sa il motivo di quel battere furioso e troppo, troppo veloce del suo cuore quando Yoongi lo accarezza piano, come se fosse fatto di vetro. Conosce finalmente la fonte di quel calore improvviso che non ha nulla a che fare con il sole del deserto, ma solo con le mani di Yoongi che lo stringono a sé mentre guardano le stelle.

Jimin sembra capire tutto, ora che sa cosa significa amare.

-Ma devi fare attenzione- lo aveva messo in guardia il fiore. -L'amore è come noi rose, dolce e bellissimo. Ma porta con sé le sue sofferenze. E' improvviso, ma può ferirti più di quanto potrà mai fare una qualunque delle mie spine.- aveva detto Seokjin mentre lui annuiva.

-Fa attenzione, poiché nessuno può resistere all'amore. Esso è inevitabile. Guardati bene dall'innamorarti, perché non c'è rimedio ne cura. L'amore è la malattia mortale dell'uomo. Il suo tormento senza fine. La sua ferita aperta e sanguinante. E non si può richiudere in alcun modo.-

E allora a Jimin era venuto un dubbio.

-Ma ne vale la pena? Se davvero l'amore porta tutte queste spine, ne vale la pena?- aveva chiesto incerto.

Seokjin gli aveva sorriso.

* * *

E' stato ingiusto, lo sa.

Lo ha tenuto nel castello per tutti questi anni quando invece Yoongi appartiene al mondo, a cieli più limpidi, a mari più grandi, a terre più rigogliose.

E' stato crudele, costringerlo a stare dove certamente non avrebbe voluto stare.

L'amore non è prepotenza, gli ha detto Seokjin. L'amore non è possesso, ma la libertà di scegliere, di scegliersi costantemente, ogni volta, ed essere felici della propria scelta.

L'amore non è egoista, invece lui lo è stato.

Ha tenuto Yoongi esattamente come avrebbe fatto con una pecora dalla lana nera. Prigioniero. Per paura di perderlo, di guardalo scomparire lontano da lui, dove non avrebbe potuto raggiungerlo.

Sì, è stato crudele. E la cosa peggiore di tutte è che non se ne pente.

Nemmeno per un istante Jimin sarebbe disposto a cedere anche un solo momento trascorso con Yoongi.

Non cederebbe un sbuffo annoiato, un sorriso dolce, uno sguardo arrabbiato, una carezza distratta.

Sono il suo tesoro più prezioso, la sua fonte d'acqua fresca, la sua ombra al sole cocente. Sono tutto quello che ha, tutto quello che gli resta mentre, lentamente, torna di nuovo tra le tenebre.

Questa volta però, non c'è alcuna promessa, nessuno giuramento.

Nessuno verrà ad aprire la porta, nessuno si ricorderà di lui.

Resterà così, tra le tenebre, aspettando che qualcuno torni a prenderlo sapendo che nessuno lo farà mai davvero.

Ora sì che il buio fa paura.

Il Piccolo Principe e il Serpente {completa}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora