Can you draw me a sheep?

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-Mi disegni una pecora?-

Yoongi abbassa lo sguardo di parecchio, quasi a terra, per arrivare ad incrociare gli occhi di quel bambino. Sono nascosti dietro una frangia bionda tutta storta, eppure un'intensità del genere Yoongi non l'ha mai sperimentata nemmeno sul campo di battaglia. Non c'è terrore ad allargare quello sguardo, né disperazione. Solo disarmante curiosità. Un'ingenuità che sembra intiepidire l'aria fredda della notte.

Dopotutto, è ancora un bambino.

-Mi disegni una pecora?- ripete quello stesso bambino, afferrando con la manina un lembo della sua giacca.

Il vento notturno solleva la sabbia dalle dune, rimodellando la faccia del deserto. Non sarà mai uguale a se stesso una volta di più. Un po' come lui, alla fine.

Il bambino gli tira delicatamente la giacca e Yoongi torna a guardare lui anziché l'arido paesaggio che si scorge dalla finestra.

-Non importa se non sei bravo...- sussurra il bambino.

Jimin.

Deve iniziare a ricordarselo se vuole diventare suo amico. Se vuole avvicinarsi abbastanza da avvelenare la sua esistenza. Se vuole farlo scomparire tra le sue spire.

Perché lui è un serpente. E' solo la sua natura che gli chiede di fare questo. Nient'altro che il suo essere animale e morte insieme. In fondo, non si può vincere contro la propria natura. Cosa mai potrebbe esserci di più forte, di più inscindibile, se non ciò che ci rende noi stessi?

Yoongi sospira, si inginocchia davanti al bambino che stringe un mucchio di fogli in una mano e la sua giacca nell'altra e gli tende la mano per farsi dare carta e matita.

Jimin gli passa fiducioso una matita bianca. Yoongi la guarda senza capire.

-E' bianca- gli fa notare annoiato.

Seriamente, cos'ha nella testa quella specie di nanetto? Come potrebbe mai disegnargli qualcosa se la matita è bianca e il foglio pure?

Il bambino annuisce, guardandolo curioso da sotto la frangia storta.

Non è mai stato un tipo particolarmente paziente, lui.
Durante la guerra un istante di indecisione poteva essergli fatale. Semplicemente non è abituato ad aspettare, a fermarsi a riflettere. Un'altra cosa che lo rende ciò che è e che è impossibile da cambiare. I serpenti non aspettano. I serpenti si volgono di scatto e attaccano. Che si tratti di un'animale o di un uomo che potrebbe facilmente schiacciarli, loro attaccano senza lasciare scampo. Fanno quello che va fatto.

Senza guardare negli occhi nessuno.

Eppure lui, ora, è costretto a guardare dritto negli occhi quel bambino. Non più fare altrimenti, se vuole avere successo.

-E' bianca- gli ripete. Anche il ripetere è fastidioso, per quelli come lui abituati al comando. Ad avere sotto di sé qualcuno che esegue senza fare domande.

Jimin piega la testa da un lato, segno che ancora sembra non aver afferrato quale sia il problema.

Calmo. Deve restare calmo prima che la sua vera natura esca allo scoperto e...

-Preferiresti una pecora nera?- chiede incerto il bambino, torturandosi la camicia da notte troppo lunga.

Yoongi impreca internamente tutta la sua frustrazione. Non vuole una dannatissima pecora nera, vuole solo sapere perché gli ha dato una fottuta matita bianca per disegnare su un foglio bianco su cui non si vedrà assolutamente nulla. A che serve che lui disegni se poi nessuno dei due potrà vedere un bel niente?

Il Piccolo Principe e il Serpente {completa}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora