Angelo

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Tornai a casa da scuola, per fortuna era sabato, quel giorno la prof di musica mi aveva interrogato, 8.5 quindi molto bene. 

Aprii la porta e sentii nell'aria un buon profumino di pasta al forno. "Che bello avere un fratello che fa il cuoco" pensai tra me e me. Kristian si avvicinò, mi diede un bacino e tornò a cucinare. Io andai in camera mia, appoggiai le cose e preparai tutto per dopo.

Quel pomeriggio sarei uscita  alle tre con una mia amica e dopo Simone mi avrebbe portata al Mc con lui.... oddio vero, ancora non avevo detto nulla a  Kristian! 

"Ok Cally! Su fatti coraggio, d'altronde lo sa che Simone è un bravo ragazzo, andrà tutto bene!" Cercai di rassicurarmi.

Tornai alla realtà. Appoggiai la cartella sulla sedia, appesi il cappotto e la sciarpa, m'infilai le pantofole, andai in bagno a lavarmi le mani e poi corsi ad aiutare mio fratello in cucina con il pranzo. 

"Come va?"

"Sono un sacco stanco... ieri sono rientrato alle 3 e sta mattina sono dovuto uscire alle 5.30, sono morto"   "A che ora esci oggi?" Ecco era il momento.

"Alle tre, mi vedo con Elisa in centro."

"Ok, ti ho lasciato 50€ sulla scrivania in camera".       

Si ok! Un po' mi viziava.

"Ne bastavano anche solo 10€." Dissi ridendo.

"Lo prenderò come un grazie." Disse scherzando. Io lo abbracciai da dietro e gli posai un bacino sul collo, non gli arrivavo ancora alla guancia, ma questi erano dettagli. Sfornò il pranzo e ci mettemmo a tavola.

"Valentina quando torna?" Gli chiesi.

"Domani la vado a prendere alla stazione"

"La nonna sta bene?"

"Lei dice di averla trovata molto in forma perciò si." - "Sta sera torni per cena?"

"Ah ecco! Ti volevo giusto chiedere una cosa....."

"Dimmi chicca."

"Sta sera Simone voleva portarmi al mc.... per te è un problema?"

"Dovrebbe?"

"No no, chiedevo solo se potevo."

"Certo che puoi, basta che al ritorno mi chiami e non ti fai portare a casa da lui."

"Ma tu sei stanco..."

"Questo è il problema minore, sai perfettamente che non mi fido."

"Se tornassi in autobus?"

"Non mi piace che giri di notte da sola. Ti vengo a prendere io non c'è problema."

"Va bene, allora per che ora??"

"Quando vuoi mi chiami ed io vengo."

"Ok grazie."

"Allora dato che vai a cena fuori prendi dopo 20€ dal mio portafoglio."

"Kristian ho già i 50€." Gli feci prontamente notare.

"Va bene, comunque se ti servono prendili" - "Ma quindi tu e Simone da quanto state insieme?" Quella domanda mi spiazzo un attimo, non parlavo mai del mio ragazzo con mio fratello.

"A gennaio facciamo 1 anno e 6 mesi"  Lui sbuffò. "Che c'è?"

"Niente, non mi piace lui, ma questo già lo sai."

"Lo so, non capisco il perché!"

"Il perché è semplice, ha vista una figa, con due tette enormi, che canta da dio, che balla da dio, che ha i soldi e vuole fare il figo." Fece una pausa per poi riprendere. "Io e te sappiamo che non sai affrontare le situazioni complicate, non vorrei fare stupidaggini per lui." 

Sentirgli dire queste cose su di lui senza conoscerlo come lo conoscevo io mi dava abbastanza fastidio, ma non avevo intenzione di replicare, Kristian viveva nel terrore che potessi tornare a star male e considerando che se non fosse per lui io a quest'ora sarei ancora in quella comunità del cazzo, mi limitai a dargli un bacio sulla guancia ed a rassicurarlo.

Finito di mangiare, mi offrii di sparecchiare io mentre Kristian andava a riposarsi un po', dopo aver sistemato andai in camera mia e mi preparai per uscire:  non faceva molto freddo perciò optai per una maglietta della adidas corta, dei jeans neri strappati a vita alta e della stressa marca della T-shirt le scarpe. Per sicurezza presi anche una felpa, non potevo ammalarmi altrimenti non avrei potuto allenarmi ed avevamo le gare fra 2 settimane perciò non era il caso.

Mentre mi facevo l'eye-liner, il mio occhio cadde su una foto della mia bacheca, io e mio ''fratello'' Angelo. Non so perché avevo ancora quella foto, mi ero promessa di toglierla, ma non ci ero mai riuscita.  Angelo era l'altro mio fratello maggiore o meglio ''il figlio naturale dei miei genitori''. Quando nostra madre ci abbandonò se lo portò con se, non lo vedevamo ormai da 7 anni. Mi mancava da morire, ci ero legatissima. Magari per i nostri genitori lui era il più importante, ma quando stavamo noi tre, eravamo una cosa sola. Però sarebbe stato  meglio che mi mettessi in testa che ormai lui non era più mio fratello, d'altronde ormai aveva 22 anni e se veramente ci avesse tenuto a rivederci, sarebbe tornato. Anche lui era una ballerino e se avevo iniziato a danzare era merito suo, mi chiedevo ora cosa stesse facendo, se ci stesse pensando, se ci stesse cercando.... certo che non ci stava cercando, eravamo rimasti nella stessa casa di quando eravamo piccoli, se ci avesse cercato ci avrebbe trovati subito. 

Ripensare alla mia infanzia non era mai facile e se non lo era per me figuriamoci per Kristian. Lui mi era stato vicino ogni singolo giorno in comunità, in ospedale, aveva fatto di tutto per portarmi via da quel posto, mi aveva preso con se, mi aveva aiutata, gli dovevo tutto. Allora andai in soggiorno. Lui era steso sul divano, mi avvicinai a lui e mi ci accoccolai affianco. Lui mi mise un braccio sulle spalle e mi posò un bacio sulla guancia.



Non lasciarmi la manoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora