2: SEGRETI

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Riesco a racimolare centocinquanta dollari con i gioielli di mia madre, gli ultimi regali rimasti che mio padre le aveva donato. Ma so di non averlo fatto rivoltare nella tomba perché mi servono per portare avanti questa vita ormai diventata davvero invivibile per me.

   Ritorno al motel dove mi sono stabilita da quando Johnny è comparso nella mia vita, e mi avvicino a Mary, la proprietaria, che sta completando l'ennesimo cruciverba.

   «Ciao Mary. Ecco una parte dell'affitto», le metto una banconota da cento sul bancone. «Il resto te lo porto in settimana. Lo prometto».

   Alza gli occhi dal color della nocciola, perfettamente truccati, da sopra le lenti spesse, dalla forma cat eye, e poi guarda la banconota. Lascia perdere il rompicapo e l'afferra per ficcarsela tra i seni. «Lo sai che mancano altri centocinquanta, vero?»

   «Lo so. Sto cercando un secondo lavoro per rientrare nelle spese».

   «Mio marito ha staccato l'acqua calda per la tua stanza e anche il riscaldamento. Non li riattiverà fin quando non avrai pagato».

   Sbuffo. «Okay. Al diavolo tuo marito e il riscaldamento che neanche funziona a dovere, ma ho bisogno di tempo, Mary. Solo qualche giorno e ti darò tutto. Lo sai che non ho un altro posto dove andare...» la imploro.

   Lei mi fissa, compassionevole. «Le cose a casa tua peggiorano sempre?»

   Annuisco, abbassando lo sguardo sulle mie mani.

   «Tua madre come sta?»

   «Non la riconosco più», ammetto con un sussurro.

    Lei sospira, poi si alza dallo sgabello per frugare qualcosa da sotto il bancone e mi passa una coperta di lana. «È una serata abbastanza fredda. Quella in camera non ti basterà».

   «Grazie, Mary. Per tutto». Le stringo le mani e poi prendo la coperta con un largo sorriso.

   «Non ringraziarmi. Voglio solo che tu stia bene. Ti stai ammazzando di lavoro...»

   «Sto bene. Lavorare mi fa bene. Puoi stare tranquilla». Sorrido ancora e poi mi rifugio nella mia camera piccola e angusta, e adesso anche gelida. Ripongo le mie cose in un cassetto rotto e mi raggomitolo sotto le due coperte di lana, sperando che questa notte scivoli via velocemente.

    E dopo essere stata svegliata da una coppia che ci ha dato dentro per due interminabili ore al piano di sopra, dallo sciacquone della camera accanto e dagli addetti alla pulizia stradale, mi decido ad affrontare la doccia ghiacciata e a darmi una sistemata per una nuova giornata di lavoro.

LA SCELTA // [Libro Incompleto]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora