7: PIOGGIA E LACRIME

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Maggio.

   Indossavo un vestito corto di cotone nero e con le maniche lunghe fino al gomito. Corteggiai un tipo di cui non ricordavo neanche il nome solamente per ottenere un invito a cena nel ristorante che mi interessava, perché sapevo che quella sera Nicholas sarebbe stato lì con sua moglie e alcuni amici.

   Ci dividevano due tavoli, ma i nostri occhi erano fin troppo legati. Lui mi fissava curioso anche se gesticolava e parlava con disinvoltura alle persone che erano sedute al suo tavolo, e io lo fissavo vogliosa mentre il tipo di fronte a me parlava convinto che lo stessi ascoltando. Ma un altro uomo si intromise nella traiettoria dei nostri sguardi segreti, ed era seduto accanto a Nicholas. Un uomo decisamente più grande di lui e che mi fece venire il dubbio che sapesse qualcosa di noi. Ma poco mi importava e mi alzai con la scusa di dover andare in bagno. Nicholas captò il segnale e si alzò poco dopo che svoltai l'angolo, diretta alle toilette. Lo afferrai e lo trascinai nel bagno degli uomini, trattenendo a stento una risata euforica, e quando la porta fu chiusa a chiave mi inchiodò alla parete di piastrelle avorio e ghiacciate. «Chi cazzo è quello seduto al tuo tavolo?» mi sussurrò a denti stretti sulle labbra che guardava golosamente.

   Non potei fare a meno di ridacchiare, perché non mi disse di essere completamente impazzita o che dovevo sparire all'istante, no, perché era infastidito di avermi visto con un altro. «Sei geloso, Nicholas Reagan?» non riuscivo a trattenere un sorriso compiaciuto.

    Scoprì una fila di denti bianchissimi che affondarono nel mio labbro inferiore. «Sei una stronza». Le sue dita si muovevano delicate sul mio collo.

    Sogghignai. «Mi serviva un passaggio fino a qui. Lui era l'unico disponibile».

    «E perché sei venuta fin qui?», sospirò e mi baciò, lentamente.

    «Per farti vedere una cosa».

    «Mmh, sono curioso».

    «Spostati». Gli posai le mani sul petto e lo scostai un po'. Lui mi guardava incantato e con un mezzo sorriso divertito che dipingeva quel bel viso perfetto e da uomo virile, e con uno scatto mi alzai il vestito fin sopra il seno, guardandolo con malizia e desiderio.

    Ero completamente nuda, per lui. Perché pensavo sempre a lui ogni volta che decidevo cosa indossare, come sistemarmi i capelli o il trucco. C'era sempre lui in ogni mio pensiero e quella sera avevo voglia dei suoi occhi nei miei e delle sue mani su di me. E crollò in ginocchio, si allentò la cravatta e mi strinse i fianchi. La luce calda del bagno illuminava sensualmente il mio corpo tonico e liscio. «Vuoi vedermi morto», c'era quasi del dolore fisico nelle sue parole appena mormorate ed ero più che sicura che il suo cazzo era già diventato duro come una roccia.

LA SCELTA // [Libro Incompleto]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora