3: RICORDI BASTARDI

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Lo fissai negli occhi. Era incantevole. L'uomo più bello che avessi mai visto.

    «Lo sapevo...» mormorai aggrappata ai suoi fianchi, quasi a conficcargli le unghie nella carne calda e muscolosa.

    «Cosa?» chiese con la voce roca e i denti stretti, mentre si spingeva dentro di me, sempre più in profondità.

    «Che farlo con te mi avrebbe appagata come non mai».

    Mi fece un mezzo sorriso. La fronte imperlata di sudore, la cravatta al collo allentata e la camicia bianca aperta che incorniciava il suo corpo delineato e divino che torreggiava su di me. «Tesoro, ma non ho ancora finito».

    «E io non voglio che tu smetta».

    «Avida». Incollò le sue labbra alle mie e mi diede un morso leggero mentre con una mano mi strinse i capelli sulla nuca.

    Fuori, i fuochi d'artificio continuavano a scoppiare luminosi.

    «Colpa tua», sussurrai tra le sue labbra e strinsi le cosce intorno al suo bacino, muovendomi in sincrono con lui.

    «Lo so. Non ci si stanca mai di tutto questo», rimase fermo dentro di me, fino in fondo, muovendosi un po' in circolo col bacino e io gemetti.

    «Cazzo», esclamai in estasi. «Ecco perché perdono tutte la testa per te».

    «Cerca di non perderla anche tu, altrimenti sarò costretto a mandarti via». Mi baciò il collo e succhiò appena sotto il lobo.

    «Caro signor Reagan... non sono come le altre», la mia voce era poco più che un sussurro. Il suo membro dentro di me pulsava e mi riempiva deliziosamente. E il suo corpo poi, era così scolpito che sembrava irreale.

    «Allora credo che andremo molto d'accordo io e te», mi leccò le labbra e si spinse indietro col bacino per poi affondare con forza, di nuovo, dentro di me, facendomi gridare dal piacere e stringere la presa sulla sua pelle sudata e rovente.





     Riapro gli occhi scoprendo che è mattina e mi alzo dal letto per prepararmi e cominciare una nuova giornata di lavoro.

     Di solito non lascio mai che la mia mente divaghi sul passato. È già complicato sopravvivere a questo presente che il passato mi ostacola solamente. Ma quando mi lascio avvolgere dai ricordi che riguardano Nicholas Reagan, mi rassereno. Come se il mio cuore volesse ritornare in quel luogo, dove è stato infinitamente bene, tra le sue braccia, ad illudersi che tutto fosse vero invece che una completa bugia. Ed è bello rifugiarsi lì quando non ne posso più di questa vita. Ed è bello pensare a lui come un salvatore, o un protettore, che mi difenda da ogni minaccia, che mi aiuti a sorpassare ostacoli difficili, che mi dica "Ora ci penso io a te".

LA SCELTA // [Libro Incompleto]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora