***Andava avanti ormai da mesi. Quattro per l'esattezza. Io e Nicholas ci incontravamo nella stessa suite ogni martedì e ogni venerdì pomeriggio, appena dopo il mio turno al supermarket, e restavamo insieme fino alle 20:00. Dopodiché, io prendevo posto alla reception, utilizzando l'uscita di emergenza per sgattaiolare via e fingendo di essere appena arrivata, e lui tornava da sua moglie. Non mi parlava mai di lei, del loro matrimonio, se fossero felici o se avessero dei progetti importanti. Semplicemente, non esisteva nulla quando era con me e io non facevo domande. Pensavo solamente a prendermi tutto di lui e a dargli tutto di me, perché per lui ero una via di fuga dall'asfissiante quotidianità, una sbornia potente e collassante, una sniffata adrenalinica che gli permetteva di decollare con la mente finalmente svuotata. Nel mio profondo mi sentivo importante, qualcuno di cui non poteva fare a meno e mi crogiolavo in quel pensiero rafforzato dal fatto che da quattro mesi non c'era un'altra donna, oltre me, nella sua parte di vita libera.
Ma quella sera di aprile successe qualcosa di diverso e inaspettato. Qualcosa che se anche me l'avesse predetta Dio in persona non ci avrei creduto.
«Perché non ti prendi una serata libera dal lavoro?» Si distese a letto con addosso solamente i boxer e piegò le braccia dietro la testa.
«Perché dovrei?» Mi stavo rivestendo per il turno alla reception.
«Perché così possiamo cenare insieme e... dormire insieme», disse con una tranquillità disarmante.
Sorrisi spiazzata e mi avvicinai cautamente al bordo del letto. «Nick, se pensi di volermi tenere tutta per te sappi che potrei scappare e non farmi più vedere». Lo presi un po' in giro, mostrando un sorriso malizioso e per niente sorpreso, ma qualcosa nel mio stomaco cominciò ad aggrovigliarsi dallo stupore.
«Ho come l'impressione che tu non voglia essere da nessun'altra parte se non qui... con me». Mi fissava con decisione e con un mezzo sorriso impertinente che ammirai completamente stregata.
A gattoni salii sul letto e mi avvicinai a lui, con il labbro inferiore tra i denti. «Fai il prepotente?»
«Solo quando desidero fortemente qualcosa». Si arrotolò all'indice una ciocca dei miei capelli.
«Non mi hai già avuta abbastanza oggi?»
Fece schioccare la lingua al palato. «No», disse con voce profonda e gutturale, che mi fece fremere e accaldare tra le cosce, e tirò la mia ciocca di capelli per permettere alle mie labbra di schiantarsi sulle sue. «Non ne ho mai abbastanza di te, Charlotte».
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LA SCELTA // [Libro Incompleto]
ChickLitQuei due, incorreggibili e scorretti poeti che decantano la parte peggiore dell'amore, quella infedele. *** Charlotte vive una vita che non molti riuscirebbero a sopportare. A ventisette anni si divide tra più lavori e non può permettersi altro...