Capitolo 4

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Passarono in questo modo tranquillo giorni, mesi, finché una mattina Maira non iniziò ad avere strani pensieri:

«Buongiorno cara» disse Giulio.

«Buongiorno amore, la colazione è pronta».

«Perfetto, tra poco devo correre al lavoro e non avevo tempo di prepararla da solo».

«Vieni a mangiare e poi vai a lavorare».

«Non me lo faccio ripetere due volte» concluse l'uomo sfregandosi le mani e sorridendo alla moglie.

Dopo pochi minuti una voce arrivò dalle scale:

«Che buon odore!».

«Buongiorno Lisa» disse Maira «Vieni a mangiare, ho fatto le frittelle con la nutella ed i frutti di bosco».

«Mamma sei la migliore».

«Grazie tesoro» rispose la principessa ridendo.

La giornata passò normalmente, come le altre, finché Maira non decise di uscire per fare una passeggiata nel parco pubblico alla fine dell'isolato.

Una volta arrivata notò un cespuglio di rose rosse e si fermò ad ammirarle credendo di averle già viste da qualche parte.

Con questo pensiero tornò a casa: la sua mente aveva aperto uno spiraglio, ma lei ancora non riusciva a capirlo.

La giornata passò in fretta, in un attimo il cielo si era fatto scuro e le stelle erano apparse come piccole lanterne.

Maira smise di lavare i piatti, andò in camera di Trevor per metterlo a letto, gli lesse una favola e quando si fu addormentato uscì di fretta dalla cameretta intenta a capire perché dava tanta importanza a delle rose rosse, ma quando fu in corridoio una voce spettrale le fece gelare il sangue:

«Smettila di cercare ciò che non devi neanche immaginare, o saranno guai».

«C-chi c'è? Chi ha parlato?».

«Smettila di cercare».

«Dimmi chi sei!» rispose Maira intimorita e allarmata da quella voce estranea e tenebrosa, ma nessuno rispose. In quel momento le passò accanto Giulio intento a raggiungere la camera da letto dopo essere uscito dalla doccia.

La principessa sobbalzò:

«Amore, hai sentito quella voce?».

«Quale voce cara?».

«Quella che c'era poco fa».

«Ehm no piccola, non ho sentito nessuna voce» rispose Giulio perplesso.

«Ma si, come hai fatto a non sentirla? Era spaventosa!».

«Maira, mi fai paura in questo modo, non c'era nessuna voce, ma credo che tu sia stanca, andiamo a dormire».

La principessa si guardò intorno, poi rispose «Si, forse hai ragione, andiamo a dormire».

Andarono a letto, ma lei non riuscì a prendere sonno. Pensò per ore alle rose e a quella strana voce, finché le sue palpebre si fecero pesanti e cadde nel mondo dei sogni.

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