capitolo 9

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Il mattino dopo, Maira e Giulio si svegliarono nello stesso momento.

Lui era calmo, invece lei sudava freddo:

«Amore cosa ti succede?» chiese preoccupato.

«Tranquillo tesoro, ho solo fatto un brutto sogno».

«Vuoi parlarmene?».

La principessa ci pensò un attimo, poi decise che sarebbe stato meglio parlarne solo con la signora Wilson e rispose: «Meglio di no, preferisco non pensarci».

«Va bene, andiamo a preparare la colazione».

Scesero in cucina e trovarono Trevor intento a guardare la televisione:
«Ti sei già svegliato tesoro?».

«Si mamma, mi sono alzato mezz'ora fa».

«Wow, oggi sei mattiniero, cosa vuoi per colazione?».

«Pane e nutella».

«Va bene piccolo».

Maira aveva iniziato a mettere in tavola la colazione quando sentì il campanello suonare:

«Chi sarà così presto?» pensò mentre andava ad aprire.

Dietro alla porta c'erano due uomini in divisa. Entrambi erano alti e grassottelli: il primo aveva folti baffi che gli coprivano la bocca sottile, il secondo una lunga barba crespa e ambedue sfoggiavano grandi occhi neri, simili a bottoni.

La principessa li guardò con aria gentile e disse:

«Buongiorno».

«Buongiorno signora».

«Ci sono novità?».

«Si, ma temo che non siano belle» rispose il secondo uomo.

Maira si rabbuiò:

«Ditemi tutto».

«Abbiamo trovato il corpo privo di vita di una ragazza e sembra che assomigli alla descrizione di vostra figlia, dovrebbe venire con noi per assicurarsi che sia lei».

La principessa sentì il mondo caderle addosso. Rimase per molto tempo a guardare i due uomini con aria spenta ed infine disse che sarebbe subito andata con loro, poi rientrò in casa:

«Chi era alla porta?» domandò Giulio

«I poliziotti caro»

«Ci sono novità?»

Maira si morse il labbro e rispose:
«No amore,vogliono solo che vada con loro per firmare alcune scartoffie così che possano iniziare le ricerche» e se ne andò pensando che fino a quando non era sicurissima che la ragazza trovata fosse sua figlia,non avrebbe detto nulla al marito per non farlo preoccupare.

Dopo essersi vestita raggiunse i poliziotti e insieme si diressero verso la centrale di polizia. Una volta arrivata venne portata in una stanza piccola e quadrata con mura di tufo grigio e un grandissimo armadio a muro di ferro che conteneva centinaia di corpi da identificare. Al centro della stanza c'era un tavolino,di ferro anch'esso,con sopra un corpicino coperto con un telo bianco.

I due poliziotti,dopo essersi accertati che la donna era davvero pronta, la portarono accanto al tavolo e alzarono il lenzuolo.

Maira aprì gli occhi che aveva chiuso per alcuni minuti e si trovò davanti il corpo di una ragazza esile,molto carina:aveva capelli lunghi,lisci e color del grano, il naso piccolo,all'insù e una bocca carnosa. Gli occhi erano chiusi e sembrava che dormisse,il viso era tondo e ormai bianco.

Effettivamente sembrava Lisa.

La osservò per un periodo che sembrò lunghissimo,poi,mentre stava per confermare che quella era sua figlia, notò vicino all'orecchio della ragazza una punta nera. Spostò i capelli della giovane e le alzò l'orecchio,la pelle era fredda al tatto. L'adolescente,tra l'orecchio sinistro e i capelli aveva il tatuaggio di una piccola stella.

Grazie a quel particolare, si accorse che quella non era sua figlia e con le lacrime agli occhi per la felicità si girò verso i due uomini e gli disse ciò che aveva notato.

I poliziotti la accompagnarono fuori dal commissariato e le dissero che quella sera,scadute le 24 ore, avrebbero iniziato le ricerche per trovare Lisa.

Ancora in lacrime,lei,salutò e ringraziò più volte i due uomini,poi tornò in macchina e guidò fino a casa.

Quando fu arrivata, suo marito vedendola così contenta le chiese cos' era successo e lei gli raccontò tutto:

«Ma perché non mi hai detto nulla?» chiese Giulio scosso

«Perché finché non ero sicura non volevo farti preoccupare,ne farti tartassare di domande da Trevor»

«Capisco tesoro» rispose l'uomo abbracciandola,poi aggiunse:«L'importante è che Lisa sia viva,vedrai che la troveremo presto»

«Lo spero tanto» 

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