Introduzione

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“Perché mi hai fatto una cosa del genere?”

“Perché ti amo. Ma questo già lo sai vero? lo sai da quasi 1 anno.”

“Stai scherzando vero? ne vuoi parlare proprio adesso? dopo che hai confessato di avermi tradita?”

“Kate ascoltami.”

“Ascoltarti? perché dovrei ascoltarti? dimmi come faccio a crederti adesso? a fidarmi di quello che dici?”

“Come fai? e tutto quello che abbiamo condiviso non conta niente? per 4 anni sono stato al tuo fianco. 4 anni ad aspettare che aprissi gli occhi e vedessi che ero li per te e che sono più di un partner. Ogni mattina mi sveglio e ti porto il caffè semplicemente per strapparti un sorriso perché tu sei la persona più incredibile,esasperante,intrigante e snervante che io abbia mai conosciuto. Ti amo Kate e se significa qualcosa per te,se ti importa di me,ti prego smetti di indagare.”

“Se mi importa Castle? hai deciso arbitrariamente della mia vita come se fossi una bambina. La mia vita. La mia. Non spetta a te decidere.”

“Se continui quest’indagine saranno loro a decidere. Verranno a cercarti.”

“Che vengano pure. Hanno mandato Cunan ed è morto,poi hanno mandato Lockwood ed è morto anche lui come vedi sono ancora qui Castle. E sono pronta.”

“Pronta per cosa? a morire per la tua causa? non è più l’indagine di un omicidio. L’hanno trasformata in una guerra.”

“Se vogliono la guerra e allora la guerra avranno. E sarò io ad attaccare per prima.”

“Beh! se la metti così non ho nient’altro da dirti. Va bene. Si hai ragione Kate è la tua vita. Puoi gettarla via se vuoi ma io non resterò a guardare perciò per quanto mi riguarda è finita. Ne ho abbastanza.”

Queste furono le ultime parole tra loro. Dopo aver lasciato l’appartamento di Beckett,nel tragitto per raggiungere il suo,Rick s’interrogava sul suo comportamento. Perché aveva reagito così? Infondo 4 anni prima era stato lui a insistere affinché Kate tornasse ad indagare sull’omicidio della madre. E allora perché? cos’era cambiato da allora? era cambiato lui o era cambiato quello che lui provava per la bella detective dagli occhi color nocciola? risposta semplice. Lui amava Kate. L’amava perché era testarda e insopportabile. L’amava perché era dolce e fragile. L’amava semplicemente perché era Kate e non avrebbe sopportato l’idea di vederla,quasi morire sotto i suoi occhi,ancora una volta. Come non sopportava l’idea di perderla e non poter fare nulla. Lui ci aveva provato. Le aveva detto che l’amava e lei non ha voluto ascoltarlo. L’aveva pregata di smetterla di indagare e lei gli ha detto no. Le aveva detto che avrebbe rischiato la vita e lei gli ha detto che non le importava e che voleva la trovassero. Cos’altro poteva fare allora? grazie alle sue conoscenze imbarcarla sul primo volo diretto Timbuktu? non sarebbe servito a nulla perché Kate,la sua Kate avrebbe ugualmente trovato un modo per tornare e avere giustizia anche a costo della sua vita. Allora scartata quest’ipotesi cos’altro poteva fare per non essere d’intralcio ne a lei,ne a se stesso? semplice sarebbe partito. Dopo la cerimonia del diploma di Alexis sarebbe partito per l’Europa a tempo indefinito. Il tempo di dare al cuore l’opportunità di incassare ancora una volta questo duro colpo che aveva distrutto la sua,ormai fragile,anima.
Nel frattempo,nel suo appartamento,Kate s’interrogava ancora su quello che le aveva detto Rick. E se lui avesse avuto ragione? se stava realmente diventando una guerra senza senso? ne sarebbe davvero valsa la pena? Infondo sua madre non avrebbe voluto questo per lei. Lei avrebbe voluto vederla felice,sposata con un uomo che amava e che a sua volta l’amava e perché no magari anche con tanti bambini. Ma lei Kate non poteva lasciar correre. Rick le aveva mentito,l’aveva tradita e lei non poteva,non voleva perdonarlo. Lui infondo aveva deciso della sua vita senza nemmeno consultarla e lei questo non poteva accettarlo. Non poteva accettare che l’uomo,che inconsciamente amava,l’avesse ingannata.

“No! Rick. Io non posso perdonarti. Non devo perdonarti. Come hai potuto fammi questo? come hai potuto? tu mi hai ferita. Mi hai ingannata. Mi hai mentito. Mi hai mentito quando fingevi di non sapere,che io sapevo che tu mi amassi. Mi hai ferita e ingannata quando hai deciso della mia vita senza dirmi nulla e il tutto alle mie spalle. Perdonami Rick ma proprio non posso,non riesco a perdonarti.”

disse infine la bella detective mentre,con le lacrime che le rigavano ancora il viso,posava sul comodino accanto al tavolo una foto di lei e Castle ancora abbracciati sotto la neve. Un’ultima occhiata a quella foto. Un’ultima occhiata a lui,al suo amato scrittore,per poi sfrecciare veloce per le strade di NewYork pronta a rischiare il tutto per tutto per catturare l’assassino che aveva tolto la vita a sua madre. Johanna Beckett. Chissà cosa avrebbe pensato di lei. Sarebbe stata orgogliosa della scelta che aveva preso? E della sua Kate? di lei cosa avrebbe pensato? sicuramente nulla. Perché Johanna era orgogliosa della sua bambina. Qualsiasi cosa lei facesse. Se ad esempio cadeva e si sbucciava un ginocchio Johanna era orgogliosa perché lei capiva il suo errore ed imparava da esso. Se a scuola prendeva un brutto voto lei ne era ugualmente orgogliosa perché sapeva che c’è l’aveva messa tutta. Se aveva un carattere forte e deciso,come il suo,lei ne era orgogliosa perché sapeva che questo le avrebbe permesso di poter affrontare qualsiasi difficoltà e qualsiasi prova la vita le avesse presentato a testa alta e senza paura. E così è stato. E’ stato così quando lei è morta. E’ stato così quando il commissario Montgomery suo mentore e “padre” è morto. E sarebbe stato così ancora una volta. E sarebbe stato così ancora oggi che aveva messo una pietra sopra la sua storia,mai iniziata,con il suo bel scrittore. E sarebbe stato così quando,guardando l’assassino di sua madre negli occhi,avrebbe messo fine a questa storia.
Troppo tardi per rimediare. Troppo tardi per desiderare di poter tornare indietro. Troppo tardi per poter chiedere scusa.

Castle e Beckett - La storia di un amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora