Capitolo 6 - Ti amo

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“Dimmi Kate tu credi nel destino?”

“Non saprei dirti. Perché mi fai questa domanda mamma?”

“Perché vedi piccola mia tutto quello che succede attorno a noi il più delle volte accade perché dietro c’è sempre un motivo.”

“Non capisco.”

“Mia dolcissima Kate ora sei troppo piccola per capire ma sappi che quando sarai grande capirai il senso delle mie parole.”

“Mamma…”

“Si amore?”

“E l’amore? Capirò anche quello?”

“Da grande mio dolcissimo tesoro tu scoprirai cose meravigliose tante quanto ne scoprirai nel corso della tua vita e tra queste c’è anche l’amore.”

“L’amore come quello che lega te e papà?”

“Si bambina mia. L’amore come quello che lega me e tuo padre.”

“Mamma…”

“Si Kate?”

“Ma da grande come farò a riconoscere l’uomo della mia vita? E dove devo cercarlo?”

“Vedi Kate l’amore ne si cerca,ne si trova perché è lui a trovare te. E per riconoscerlo non devi far nulla se non solo ascoltare il tuo cuore.”

“Il mio cuore.”

pensò,portandosi una mano al petto,la piccola Kate mentre qualche anno più avanti una giovane donna era bloccata nel traffico cittadino della bella NewYork.

“Maledizione. Avanti volete muovervi?”

continuava a urlare premendo il clacson della sua auto mentre il tempo,suo grande nemico,continuava a correre inesorabilmente contro di lei.

“Ti prego Rick aspettami. Non partire. Sto arrivando da te.”

disse infine,dopo essersi divincolata dal traffico,mentre premeva con tutte le sue forze,nonostante conoscesse le regole,contro l’acceleratore. Nello stesso istante un giovane uomo,seduto nella sala d’aspetto dell’aeroporto JFK-John Fitzgerald Kennedy,fissava con lo sguardo perso nel vuoto il biglietto che teneva tra le mani. Mille domande affollavano la sua giovane mente ma a nessuna di esse sapeva trovare una risposta. Nonostante tra esse una dominava su tutte. Esiste un anestetico per il cuore? Esiste qualcosa che eviti al cuore di fare così male? Esiste qualcosa che permetta al cuore di battere ma allo stesso tempo di non soffrire? Che lui sapesse nessuno aveva inventato un anestetico capace di arrivare a tanto anche se lui stesso poteva essere il creatore di qualcosa,a detta sua,di “miracoloso”. Era ancora assorto nei suoi pensieri quando sentì chiamare il suo volo,dalla consueta voce metallica,mentre Kate appena arrivata si era diretta all’interno dell’edificio sperando non fosse troppo tardi.

“Dove sei Rick?”

continuava a chiedersi la giovane Detective mentre,con una paura che le stava quasi soffocando il cuore,si avvicinava all’ufficio informazioni.

“Buongiorno signorina in cosa posso esserle utile?”

“B-Buongiorno io volevo un informazione.”

“La prego mi dica di che si tratta e se posso sarò felice di aiutarla.”

“Io vorrei sapere se l’aereo con a bordo il passeggero Richard Castle è già decollato.”

“Aspetti un attimo che controllo. Sa dirmi per caso la destinazione del volo?”

“No. Purtroppo non la conosco.”

“Allora aspetti un attimo che vediamo se riesco a trovarlo.”

“La ringrazio.”

rispose Kate di fronte la gentilezza dimostratagli dall’hostess,che nel frattempo,controllava le liste dei passeggeri in volo quel giorno.

“Eccolo l’ho trovato.”

“Davvero? E allora che dice?”

“Mi dispiace signorina ma il volo del signor Castle è in partenza.”

“Cosa? Non può essere. La prego è sicura di aver controllato bene?”

“Si. Lei si riferiva al signor Richard Castle giusto?”

“Si. E’ proprio lui.”

“Guardi mi dispiace darle questa notizia ma qua mi dice solo che il volo ha subito un lieve ritardo e che adesso sta partendo proprio in questo istante.”

“No Rick.”

“Guardi se proprio lo desidera penso c’è la farà a vederlo decollare.”

“La ringrazio per la disponibilità e per il suo aiuto.”

“Signorina non deve ringraziarmi. Io faccio solo il mio lavoro.”

rispose l’hostess sfoderando un dolce sorriso d’incoraggiamento,mentre Kate disperata si avvicinava alla grande vetrata dell’aeroporto,da dove poteva assistere al decollo dell’aereo.
Lo aveva perso e solo ora si rendeva conto che tutto ciò che ha sempre desiderato nella vita era li al suo fianco. Solo che lei era stata troppo orgogliosa e troppo stupida per rendersene conto. Ma ora… ora che lui non era più li con lei. Ora che lui non le avrebbe più portato il caffè la mattina al distretto. Ora che lui non faceva più parte della sua vita si rendeva conto di molte cose. Una tra tutte che non avrebbe mai potuto amare nessun altro uomo che non fosse Richard Castle.

“Ti amo Rick. Ti amo e ti amerò per sempre.”

disse infine mentre calde e copiose lacrime iniziavano a scenderle lungo il viso,quando,come in un sogno,si sentì chiamare da quell’unica voce che avrebbe riconosciuto tra mille.

“Kate.”

Castle e Beckett - La storia di un amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora