186 giorni all'apocalisse

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Sangue, violenza, rabbia e famelicità invasero la mente di Moen con la forza di un fiume in piena: entrare nella mente di un Lunghe Zanne forse non era stata una grande idea! Poteva sentire il desiderio spasmodico di addentare, di affondare i propri denti nella carne delle vittime, di assaporare il gusto metallico del loro sangue, di squartarne i muscoli, le cartilagini, persino le ossa... Non era semplice ricerca del cibo la loro, ma qualcosa che andava oltre: forse crudeltà è un termine eccessivo ma sicuramente c'era una forma di compiacimento nell'uccidere, nell'annientare le loro vittime, nel sentirsi il vertice della catena alimentare!

Improvvisamente Moen percepì l'occhio mentale dell'animale che aveva avvertito la sua intrusione e staccò il collegamento scioccato: era impossibile che una bestia fosse in grado di usare il potere mentale, questo era privilegio degli Ituan, solo loro erano in grado di controllare la forza della psiche; certo, i Pelosi dentati ne erano immuni ma non erano certo in grado di percepire e tanto meno rispondere all'osservazione di un Ituan.

Nel frattempo il Lunghe Zanne si era avvicinato e questo permise allo spaventato Moen di guardarlo in quegli occhi intrisi di rabbia e malvagità e solo quando l'animale tornò da dove era venuto , deluso di non riuscire a vedere chi aveva percepito, l'Ituan poter tornare a respirare normalmente.

A volte capitava che dei Lunghe Zanne, nei rari momenti di calo di energia della Pietra della saggezza, si avvicinassero alla comunità arrivando ai limiti dell'Area sicura, ma mai gli era capitato di vederne uno da così vicino e mai avrebbe pensato che, seppur limitatamente, disponessero di forze psichiche; questo contraddiceva il Dogma fondamentale per cui nessun animale disponesse di poteri mentali che, assieme a quello che stabiliva che l'intelligenza superiore fosse prerogativa degli Ituan, formava la base del Pensiero naturalistico.

A proposito di natura, la quantità di animali che Moen aveva osservato in quei cinque giorni fuori dall'Area di riserva era incredibile: alcuni volavano, altri strisciavano, chi si muoveva in branchi e chi andava solitario, chi, al pari dei Grandi Pance, si cibava placidamente di erba e fogliame e chi vagava con la chiara intenzione di cacciare; in un paio di occasioni ebbe l'impressione che la sua presenza fosse stata colta e il rassicurante pensiero che ciò fosse impossibile, alla luce di quanto avvenuto poco prima con il Lunghe Zanne, gli sembrava una consolante illusione.

Moen guardò l'orizzonte, verso l'unico breve contatto che aveva avuto, un paio di giorni prima, con Ullen e rimase estasiato di fronte alla bellezza della pianura che lo attendeva ma, nello stesso tempo, non poté trattenere un moto di angoscia all'idea che quella era la Zona dei Grandi pance, il cui carattere scostante è a tutti noto; normalmente pascolano placidamente senza preoccuparsi troppo di chi gli gira attorno ma poi, senza un motivo apparente, caricano chi li circonda, come ad indicare che quello è il loro territorio, per lo meno era quello che lui sapeva, che gli avevano insegnato, anche se...

Scrollò con decisione la testa: gli insegnamenti non si discutono e, al di là di qualche scontro con suo padre, non scordava che erano sacri!

E allora perché tutti quei dubbi nella sua testa? Cos'era quella sensazione che qualcosa stonasse nella narrazione del mondo come gliela avevano sempre presentata?

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