quell'uomo cominciò a girarsi nella mia direzione e finalmente uscì allo scoperto.
era abbastanza alto, capelli folti e corvini, occhi così scuri che a malapena riuscivo a vedere le sue pupille e infine, delle labbra sottili ma ben delineate.
notai subito il suo abbigliamento, curato nei minimi dettagli, non proprio adatto per stare in un ospedale.
<lascia che mi presenti: sono Jeon Jungkook, il tuo nuovo psichiatra> esclamò il dottore, quasi fiero della sua posizione.
fece un passo avanti, per poi lasciare spazio a un sorriso quasi sincero, che prontamente osservai con la coda dell'occhio.
non mi sono mai andate a genio le presentazioni, ma l'idea di rivedere la sua faccia sconvolta dopo ogni seduta, mi fece cambiare idea.
restai immobile, con lo sguardo fisso su di lui.
era mia abitudine osservare le persone e cercare di capire cosa stessero provando in un determinato momento, ma con lui fu davvero difficile.
<prego, siediti> la sua voce era bassa e il suo sguardo indecifrabile, quasi impassibile di fronte alla mia presenza.
<come stai, Kim?>
a quella domanda rimasi senza parole, nessuno ebbe mai il coraggio di chiedermelo, nemmeno un componente della mia famiglia.
in realtà, non sapevo nemmeno io come mi sentissi realmente, quindi, perché avrei dovuto dirlo a un perfetto sconosciuto?
<voi psicologi avete un modo tutto vostro per manipolare la gente, eh?> pronunciai quelle parole con un filo di amarezza e consapevole che nessuno fosse realmente interessato alla mia salute fisica, tantomeno a quella psicologica.
<non ho intenzione di manipolarti, vorrei che tu mi facessi capire quello che provi, per poi iniziare la terapia insieme> esclamò l'uomo di fronte a me, cercando di risultare convincente.
<sentiamo, perché avrei bisogno di una terapia, dottore?> ero sicuro, che se avessi giocato le mie carte con astuzia, sarei riuscito a mantenere il controllo, anche su di lui.
<vedo che sei collaborativo.
hai mai sentito parlare di omicidio premeditato? o forse sarebbe meglio chiederlo a uno degli psicologi che ti hanno assistito negli anni passati?>
<sono spiacente, a meno che lei non riesca a parlare con i defunti, temo che non si possa fare nulla> bagnai un po' le labbra, ormai asciutte per le troppe parole sprecate, parole rivolte ad una persona che proverà ad ascoltare la tua versione, ma per quanto lo voglia, non riuscirà mai a capirti realmente.
non provai nulla, nemmeno di fronte al ricordo dei loro corpi stesi a terra, circondati da una pozza di sangue, intenti a dire le loro ultime parole prima di passare a miglior vita.
<senti, non sono qui per giocare, quindi sei pregato di ascoltarmi>
la sua voce la sentivo sempre più ovattata, come se quel suono non arrivasse dentro le mie orecchie.
<perché l'hai fatto taehyung? perché?> urlò furioso il dottore, quasi ringhiando, ormai stanco dopo svariati tentativi di recuperare la mia attenzione.
il mondo non lo sentivo più, la vita era tutta nei miei pensieri.
presente con il corpo, ma non più con la mente.
passarono svariati minuti in cui non riuscì a capire cosa stesse succedendo intorno a me, come se mi trovassi in qualche universo parallelo.
<va bene, continueremo la prossima volta>
la figura di fronte a me sospirò distrutto, e in un attimo, quella stanza si riempì di persone.
ritornai ad essere cosciente, mentre due guardie mi afferrarono per i polsi cercando di trascinarmi via da quella stanza.
ma non sarei andato via senza salutare quel dottore.
lo guardai di nuovo negli occhi come quando lo vidi la prima volta e nemmeno in quel momento essi riuscirono a trasmettermi il suo stato d'animo.
<dottor Jeon> alla fine fui proprio io a richiamare la sua attenzione.
<magari il prossimo sarai proprio tu>SPAZIO AUTRICE
buon venerdì 🌙
secondo voi perché tae ha commesso tutti quei reati?
detto questo, buona lettura 🌸