1.

851 56 2
                                    

«La famiglia Jeon sarebbe lieta di invitarvi alla cerimonia dedicata a Jeon Junghyun, in merito al conseguimento della maturità presso la prestigiosa scuola di Secondo Grado "Choryang-dong"».

Jungkook si fermò, cercando di riprendere fiato nel notare il semaforo tinto di rosso.

Provò ad imitare un tono di voce più formale e serio possibile, il che, insomma, era davvero complicato con Yoongi che ridacchiava divertito sotto quella lettura teatrale del ragazzo al suo fianco.

«Prestigiosa? È una cazzo di scuola statale, andiamo!», continuò il più basso, fallendo nel non incespicare tra una risata e l'altra. Davvero, la serietà con cui la famiglia del suo migliore amico gestiva questo genere di cose era fin troppo ridicola.

Ma infondo i ricconi tendevano sempre ad ingigantire qualsiasi cosa, anche il più piccolo e banale degli eventi.

«Sh, sh!», lo interruppe Jungkook, «non ho ancora finito», dichiarò con un sopracciglio inarcato e schiarendosi la gola subito dopo con un colpo di tosse, «i festeggiamenti si terranno presso casa Jeon il 2 novembre 20XX e vi delizieremo con banchetti, musica e giochi da sala, il tutto incentrato sul protagonista del nostro meraviglioso evento: Jeon Junghyun!».

Jungkook non riuscì a trattenere quel suo sghignazzare non appena pronunciò il nome di suo fratello minore, forse anche con fin troppa caricatura. Ma, ehi, doveva rendere l'idea, no?

Il verde al semaforo era appena scattato e le auto in tutta corsa tra le strade dell'immensa Seoul si fermarono, così che i due potessero riprendere il loro percorso mattutino verso l'accademia di Belle Arti.

«Ci auguriamo che possiate prendere parte a questo giorno per dare merito ad uno dei ragazzi più capaci dei nostri tempi, indovina chi?».

«Jeon Junghyun!», esclamò Yoongi con fare ovvio, serrando le labbra per non scoppiare a ridere, «è un evento mondiale, amico, come potremmo mai mancare?», continuò, asciugandosi con l'indice una lacrima formatasi all'angolo di un occhio, riservando poi una piccola gomitata a Jungkook.

Entrambi varcarono la soglia del cancello di quel grande edificio, ormai frequentato da qualche anno.

«Neanche Madonna avrebbe potuto fare più scena di così», borbottò Jungkook, intento a ripiegare l'invito con un lieve ricamo argentato sui bordi. Un breve pensiero rubò la sua attenzione, sulla sua famiglia che aveva lasciato a Busan tempo addietro.

Era proprio da loro, eccome, e quel bordo argentato ne fu soltanto un'ennesima prova. Semplicità? Quella parola non era presente nel vocabolario dei Jeon. Dovevano per forza fare le cose in grande.

«Ma la necessità di quel "prestigiosa"? Che hanno in mente i tuoi? Pensano che con qualche appellativo da quattro soldi la faccenda del pedofilo verrà dimenticata da tutti così facilmente? Resta comunque la stessa scuola di cui parlano i telegiornali da giorni».

«Ormai dovresti conoscerli meglio delle tue tasche, Yoongi. Sono esibizionisti e maniacalmente interessati al loro status sociale», le dita della mano gli pettinarono alla rinfusa i capelli corvini, mentre ormai la maggior parte degli studenti aveva iniziato a far capolino dinanzi all'entrata appena lasciatasi alle spalle, «e adesso che mio padre ha in mano questo caso così importante, beh, immagino cercheranno in ogni modo di nascondere il fatto che il loro ultimo figlio abbia frequentato una scuola dove si nascondeva – ed esercitava – un pedofilo».

Appena terminata quella riflessione, gli occhi di Jungkook si posarono su quelli di Jae-beom, pressoché a pochi passi distante dai due. Era intento a parlottare animatamente con il solito gruppetto di ragazzi che Jungkook, ormai da qualche anno, frequentava al di fuori di Yoongi.

触媒 - Catalyst ; jikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora