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La lezione di Fotografia Storica era appena giunta al termine.
Jungkook si alzò dal suo posto, richiudendo i libri di testo e riponendoli ordinatamente all'interno della sua borsa mentre il restante della classe si stava sbrigando a raggiungere la mensa.

Jungkook, come sempre d'altronde, era fiero dei suoi appunti trascritti durante la lezione e dei collegamenti che era riuscito ad ottenere. Nonostante questo, però, la sua mente aveva più di una volta abbandonato quell'aula per recarsi altrove. Aveva giocherellato con il righello sottile della sera prima, facendolo roteare fra le dita nodose mentre il flebile suono di quella melodia gli era tornato a fare visita assieme quelle labbra dalla tenace insistenza.

Jungkook aveva pensato alla loro forma, a quanto perfettamente proporzionate fossero e fu sorpreso di sé stesso quando gli passò per la testa di abbozzarle ­da qualche parte – in mezzo ai suoi preziosi appunti –mentre ascoltava la voce del docente. Si era imposto di ritornare coi piedi per terra non appena si rese conto di quanto fosse stato ridicolo quel pensiero.

Per quanto breve fosse stato il tempo passato ad osservarle, ricordava perfettamente quell'arco di Cupido alto e serpeggiante, quel rosso scuro a dipingerle con eleganza e mistero. Si era ritrovato più e più volte a richiedersi quale fosse la loro colorazione naturale e la risposta fu sempre la stessa­: sgridarsi due secondi dopo per essersi lasciato persuadere da quell'assurdo desiderio di volerle davanti a sé.

Probabilmente – suppose, cercando forse di porre tregua a quel martirio – non apparterranno a nessuno.

Eppure, era davvero ridicolo ciò che gli stava accadendo. Raramente permetteva a qualcosa di riuscire a sfuggirgli così facilmente. Dopo tutto, la sua memoria non si era rivelata così poi tanto infallibile ed il perché di questo era uno dei tanti quesiti a cui ancora non aveva trovato soluzione. Più cercava di ricordare il nome di quel sito, più questo veniva messo in ombra da quella bocca così enigmatica.

Si ritrovò alla fine a mordersi l'interno della guancia, frustato dal non riuscire a seguire al massimo quella lezione così importante; frustrato dal non riuscire a riportare a galla qualcosa di utile che potesse fargli ricordare.

Jimin.. Calico.. Jimin.. –

«Hyung!».

Accanto a Jungkook, una testa riccioluta e scura gli era rimasta seduta vicino per tutto il trascorso della lezione, preso nell'appuntare qualsiasi cosa uscisse fuori dalla bocca dell'insegnante.

Hoseok aveva visto così tante volte Jungkook farlo – prendere appunti e scrivere su innumerevoli fogli frasi, concetti ed accenni di mappe concettuali – che decise anche lui di cimentarsi nella cosa.
Desiderava ardentemente poter diventare almeno la metà di ciò che Jungkook fosse e, senza rendersene neanche conto, provava ad imitarlo come fa un pulcino dietro la mamma chioccia.
Un esempio da seguire. Per lui Jungkook fu questo fin dal primo momento, quando durante l'incontro per gli esami di selezione, sentì il suo nome tra il vociferare dei corridoi.

Jungkook piegò leggermente la nuca verso di lui, riservandogli un'occhiata fiacca tanto per fargli intendere che lo stesse ascoltando.

«Mh?».

«Ho telefonato al museo di storia d'arte questa mattina», si avvicinò maggiormente il riccio, un po' intimidito dalla figura del corvino, «hanno detto di aspettare una loro email per farci sapere quando sarà disponibile utilizzare l'ala dedicata al Fascismo».

«Assicuriamoci di non sforare le scadenze, Hoseok», rispose premuroso Jungkook, mascherando in realtà il suo essere seccato da quella notizia che di certo non si aspettava.

Se avesse potuto lavorare da solo, avrebbe già avuto tra le mani il listino degli orari del museo ed un appuntamento per quel servizio. Ormai ci era dentro fino al collo e non avrebbe mai potuto rifiutare un progetto del genere, né tanto meno astenersi dal dare una mano. D'altro canto, non poteva neanche prendersela del tutto con quel ragazzo, inesperto per una situazione del genere.

触媒 - Catalyst ; jikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora