I - Absolute Zero: p.3 Open the Missing Link

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Maho Hiyajo si bloccò improvvisamente con un'espressione confusa sul volto. I due sul palco e tutti gli spettatori si girarono di scatto verso di me e in quel momento avvertii una singolare sensazione di déjà vu...

  «Come sapete che non funzionerà se non avete mai provato?» Il mio tono di voce era più alto del previsto. «Il mondo è pieno di tecnologie che nessuno avrebbe mai immaginato, ma che esistono perché qualcuno ha superato i problemi di cui state discutendo. Criticare e basta non serve a nulla.»
Iniziai a rilassare il pugno stretto che stavo agitando in aria e tutto il teatro ammutolì. Non mi pentii di essere intervenuto.

  «Lei...»
Dal palco, Maho mi stava fissando in un misto di sconcerto e sorpresa, così come Leskinen. Appena i miei occhi incontrarono quelli del professore, un sorriso luminoso gli comparve sul volto.

  «Awesome! He's really something.»
Leskinen iniziò ad applaudire, lasciandomi stupefatto.
Perché lo stava facendo?
Sentii il mio viso avvampare.

  «Incredibile! Questo ragazzo è davvero speciale...» Maho si sforzò di sorridere e tradusse per me «Ma uno scienziato deve restare calmo in ogni occasione. L'unica volta in cui è permesso gridare è quando un esperimento ha successo e si esclama "Ce l'abbiamo fatta!".»
Abbassai la testa e tornai a sedere.

  «Chiedo scusa...»
Non era mia intenzione dare sfogo alle emozioni. Credevo di essere maturato un po' in questi ultimi sei mesi.
Se Kurisu fosse stata lì, mi avrebbe sicuramente preso in giro...
Avvertivo lo sguardo freddo degli altri spettatori puntato su di me, il che incredibilmente imbarazzante, tanto che pensai per un attimo di uscire, ma ero troppo interessato al resto della conferenza per potermi muovere di lì...

«Dunque...» continuò il professore «Prima di proseguire, che ne dite di un bell'applauso per il nostro coraggioso ragazzo?»
Rimasi come pietrificato sul mio sedile. «E' grazie a quelli come lui se la scienza è in grado di fare progressi e presentare grandiose teorie. Potrebbe diventare il terzo Einstein!» Cercai di elaborare una risposta, ma la mia testa era completamente vuota.  «Il secondo, per l'appunto, è questa giovane ragazza accanto a me... Professore, smetta di scherzare.>»
Maho rimbeccò Leskinen che si abbandonò a una grossa risata, seguito dal pubblico.
  «Adesso vi presenterò il nostro prossimo interprete è di gran lunga superiore a me.>»
Iniziai a incuriosirmi e l'imbarazzo a svanire...
  «Questo è il secondo progetto che vi presenteremo, quello per cui stiamo lavorando molto duramente.»
A un cenno del professore, sullo schermo apparve una grande immagine di Maho stessa, una sua versione digitale, completa di camice da laboratorio.
«Il sistema Amadeus

Appena finì di parlare, Maho si allontanò dal palco e, subito dopo, sentii una voce provenire dallo schermo.

  «Piacere di incontrarvi.»
Il mormorio crebbe ancor di più. Gli spettatori sembravano più confusi che sorpresi.

  «Questo modello è stato realizzato dai Dreamworks Studios, probabilmente avete visto le loro produzioni.» spiegò Maho da dietro il palco <<Mentre la voce è stata creata da una compagnia giapponese, YAMAHA, utilizzando i campioni di quella mia.>>
Sembrava... reale.
Il professore sussurrò qualcosa nel microfono del suo computer e subito il modello 3D di Maho aprì la bocca.

  «Mi chiamo Maho Hiyajo. Più precisamente, sono un modello della Maho di 78 ore e 22 minuti fa.»
C'era qualcosa di strano nella sua voce, ma era più simile a una umana di qualunque altro modello artificiale che avessi mai sentito.
  <«Ho ascoltato tutte le vostre domande e mi stavo chiedendo come mai il professore non mi avesse presentato prima...»
Continuai a fissare lo schermo con curiosità... «Ho sempre pensato che avesse una vena di cattiveria in sé.»

«Non ha tutti i torti...» commentò la vera Maho annuendo. La sua versione digitale sembrava leggermente irritata; Leskinen, invece, si limitò a sorridere.
Cosa stava succedendo? Era questo il loro grande progetto? Gli altri spettatori erano confusi quanto me.

  «Alcuni di voi si staranno chiedendo...» continuò Amadeus Maho, «...Se è davvero possibile estrarre i ricordi di una persona e utilizzarli. Se non fosse così, cosa pensate che io sia?
  «Io sono il prodotto dei ricordi estratti dalla Maho Hiyajo di 78 ore e 23 minuti fa.»
Il professore disse qualcosa in inglese alla Maho digitale ma lei – se "lei" è davvero la parola adatta - esitò e non rispose. Anche la vera Maho reagì allo stesso modo.

  «Professore...» intervenne «E' davvero necessario parlare delle molestie subite all'università?»
Leskinen rise e le rispose. La conversazione era in inglese e buona parte del pubblico non poteva capire cosa stessero dicendo. La vera Maho si avvicinò al microfono per spiegare la situazione.
  «Il professore ha chiesto ad Amadeus, che è basato sui miei ricordi, di rispondere a una domanda... Qualcosa come... A che età ho smesso di fare il bagno con mio padre...» Maho sembrava visibilmente imbarazzata. «Oppure la prima volta che sono stata innamorata... Il professor Leskinen sostiene che queste domande siano abbastanza facili da rispondere.»

  «Non hai più bisogno di tradurre ormai...» sentenziò Amadeus Maho, dando le spalle alla sua controparte umana e a tutto il teatro. Non credevo potesse muoversi. «Smettetela. Non risponderò a quel tipo di domande.» Il professore provò con un'altra che non riuscii a cogliere, ma Amadeus sospirò:
  «No, non dirò il numero della mia carta di credito... Nemmeno mi ricordo che pigiama ho indossato una settimana fa.»
Cosa stava succedendo?
Sembrava naturale e incredibile allo stesso tempo, così diversa dalle altre intelligenze artificiali: una IA che si rifiuta di rispondere a domande che ritiene imbarazzanti? Si trattava di una reazione programmata?
Se non fosse così...
Il resto del pubblico raggiunse la mia stessa conclusione e i mormorii si tramutarono in sorpresa.
  «Potresti fare qualcosa per questo combinaguai?» Amadeus si rivolse alla vera Maho.  «Capisco cosa sta cercando di fare, ma è imbarazzante.» Sembrava di assistere a una chiacchierata tra sorelle gemelle.

  «Dunque, dato che il nostro combinaguai, il professor Leskinen, si sta divertendo troppo per spiegare cosa sta succedendo, me ne occuperò io.» Maho ritornò sul palco e riprese a parlare. Era come attratta da quel podio, non era riuscita a starvi distante neanche per pochi minuti... «Credo che l'abbiate già intuito: Amadeus sceglie deliberatamente di cosa parlare. Non è niente di programmato.»
  «Sta utilizzando i ricordi che le abbiamo impiantato per decidere autonomamente.»
Amadeus Maho intervenne:

  «C'è dell'altro, il contrario di ciò che abbiamo detto riguardo alle applicazioni in campo medico: il team di ricercatori non è molto d'accordo su questa affermazione, ma io sono in grado di dimenticare le informazioni che non ritengo necessarie.
  «Per essere più precisi, non riesco più di accedervi. Ad esempio, non c'è nessun motivo per cui non dovrei dirvi il colore del pigiama che indossavo una settimana fa, ma in questo momento non lo ricordo, proprio come succede a voi: non è necessario alla mia sopravvivenza.
  «La mia memoria funziona in modo simile a quella umana.»

  «Questo risultato ha sorpreso anche noi e lo stiamo ancora studiando. Non siamo certi di come funzioni.» la interruppe Maho, e Leskinen riprese il microfono per continuare il resto della conferenza.
  «Amadeus è persino capace di mentire deliberatamente: le sue bugie non sono errori di programmazione, ma un modo puramente umano di comunicare.
  «Proprio come noi, l'intelligenza artificiale usa i suoi ricordi per decidere se dire una bugia è la scelta giusta e, in quel caso, mente senza esitazioni.»

  «Non è proprio così...» si intromise Amadeus Maho «Non posso mentire spudoratamente: ho pur sempre una coscienza.»

  «I'm sorry, and...» Leskinen fu preso alla sprovvista, mentre Maho non diede peso alla cosa: conosceva bene se stessa, evidentemente. Il professore continuò:

  «Crediamo che sia possibile, come ultima fase del nostro progetto, donare un'anima ad Amadeus, proprio come un essere umano.»
Un'anima?
Non avrei mai creduto che un neuroscienziato potesse usare una parola simile con tanta leggerezza.
  «Questo significherebbe creare una vera e propria intelligenza artificiale.»

A quest'ultima affermazione, l'intero teatro cadde in un silenzio assordante.
Un secondo dopo fu il caos.

Angolo dell'autrice
Dopo la presentazione del sistema Amadeus si entrerà nel vivo della storia: il "turning point" - strizzando l'occhio al primo episodio dell'anime di Steins;Gate - di 0.
Prossima parte: Missing Link of the Annihilator.

Steins;Gate 0 FanNovel (in pausa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora