III - A Stray Sheep: Solitude of the Mournful Flow (7)

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OKABE

15 Dicembre 2010

Il paesaggio davanti ai miei occhi si contorse e deformò.
Avvertivo una singolare sensazione di vertigine che rendeva sfocato ciò che vedevo.
Era già accaduto in passato ed era destabilizzante, come se la mia stessa mente fosse stata fatta a pezzi, come se il mondo intero stesse cambiando all'improvviso.
Déjà vu.

Conoscevo quella sensazione.
Era...

Divergenza: 1.064750

Dopo una lunga confusione, finalmente riuscii a percepire i colori del paesaggio, il rumore delle auto in corsa, le voci dei pedoni. Tutto ritornò alla normalità in un istante.

«Okarin, sei sicuro di stare bene? Sei pallidissimo.»

«Ti senti male?»
Kaede e Fubuki mi stavano ancora fissando preoccupate.
Si trattava solo di un momento di disorientamento?

«No, no...»
Mi massaggiai la testa e guardai intorno. «Sto bene, grazie.»

«Allora noi andiamo.»

«Ci vediamo alla festa di Natale!»
Le due ragazze salutarono e si incamminarono verso la stazione. Le seguii fino a metà strada, poi mi persi nei miei pensieri...
Che cosa è stato?
Nessuno dei passanti si era accorto della stranezza appena accaduta. Tutti stavano vivendo il tempo in sequenza, momento per momento... Ma io sapevo quello che avevo visto.
Solo io... Solo io l'avevo capito.

Che fosse il Reading Steiner?
Quella sensazione che indicava il cambiamento della linea di universo...
...
Scossi la testa per scacciare quel terribile pensiero.

Non un'altra volta.

Era impossibile: la linea temporale sarebbe cambiata solo se qualcuno avesse alterato il passato. Io l'avevo sperimentato con l'invio delle D-Mail grazie al cosiddetto Microonde Telefonico, ma poi avevo distrutto quell'affare in modo che non accadesse mai più.
Avevo sacrificato Kurisu...
E adesso? Che cosa l'ha causato?
E se qualcuno avesse costruito un aggeggio simile al Microonde Telefonico?
...

Mayuri.
Devo chiamarla.

Se la linea di universo fosse cambiata, Mayuri sarebbe potuta essere in pericolo di nuovo... Il solo pensiero mi fece rabbrividire.
Non può succedere, non di nuovo.
Ripetei la frase in testa mentre digitavo il numero. Volevo convincermi che non sarebbe successo niente, ma non riuscivo a fare a meno di pensare a tutte le volte in cui l'avevo vista morire nelle linee di universo alfa. Dovevo sentire la sua voce al più presto per tranquillizzarmi.
Ero nel panico.

Rilassati, calma...

Il telefono squillò per lunghi, interminabili istanti. Sette secondi, otto, nove...
Non aveva ancora risposto. A ogni secondo che passava, il terrore accrebbe in me e iniziai a sudare freddo.
Dodici secondi, tredici secondi, quattordici secondi.
Pregai che rispondesse...
Dopo quasi un minuto, lo squillo si interruppe e...

«Tutturu! Sono Mayushii!»
Finalmente la sua voce mi giunse alle orecchie.

«Mayuri! Sei tu? Sei veramente tu, Mayuri?»
La mia voce era rotta dal pianto, tant'era la mia agitazione, che lei assunse subito un tono preoccupato.

«Okarin, cosa c'è?»
Quella voce argentina apparteneva proprio a lei, non c'erano dubbi: era salva.

«Ero così preoccupato. Ti ho chiamata ma non hai risposto...»

«Scusami, avevo il telefono nella borsa...»
Dunque non era successo nulla.

   «Hai bisogno di qualcosa?»

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