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Louis era in ansia. Perché aveva acconsentito ad andare con Harry a cantare?
Perché stava anche per salire sul palco?
'Dio, stupido Harry e stupido sé per essersi preso una cotta megaenormicacolossale per lui.

«Lou? Sei pronto?» chiese Harry entrando nel bagno del bar dove Louis si era rinchiuso.

Gli faceva ancora strano l'idea di vedere Harry fuori dal parco, in un orario diverso dalle 4 alle 6 del mattino.

Louis sbuffò, «No. Affatto.»
«Ma come?» chiese Harry ridendo «Non vorrai mica darmi buca così?»

Louis ci pensò un momento. Pensò davvero di andarsene e dirgli che non ce la faceva. Ma no, non voleva deludere Harry.

«No, no... solo— due minuti, sì?»
«Certo. Ti aspetto di là. Ho preparato già tutto per cantare. Hai idea di cosa canti? Così preparo le basi.»
«Io ho preparato solo due canzoni» Louis sospirò mentre lo diceva, quasi per scusarsi, «Ma ne conosco altre nel caso.»

Harry ridacchiò ancora, dandogli un leggero pizzico sulla guancia, quasi come una nonna, «Tranquillo, andrai bene» rise appena «Dimmi che canzoni canti, così organizzo.»

Louis ripassò in mente i testi delle canzoni, giusto per essere sicuro che siano loro.
«Lost Boy, di Ruth B e... Little Things, di quella band... uhm... Single Directions?»
Harry annuì, in segno di aver capito, «Le altre le scegliamo man mano, ci stai?»

Louis annuì, poi rimase a guardare il cul— collo di Harry mentre se ne andava, lasciandolo solo e in ansia nel bar del locale.

Quando Louis si sentì abbastanza pronto da poter tornare di là e fare una bella figura, trovò ad aspettarlo Harry, Liam, Zayn e Niall, il biondino amico di Harry. E, orientativamente, un'altra cinquantina di persone che mangiavano.

Cazzo. Dannato Harry con i ricci e gli occhi verdi, dannato laghetto con i sassi e dannato sé per essersi preso una cotta.

Vide Harry annunciare il suo nome, presentando la canzone, e riuscì a sentire il pubblico applaudirlo, quindi si costrinse a salire su quel palco.
Appena le prime note della canzone suonarono, l'ansia di Louis si amplificò.
Non riusciva a cantare. Proprio non riusciva. Zero.

«Vai, Lou!» lo incoraggiò il riccio, seguito poi da tutti gli amici.

Louis prese un grande sospiro, poi iniziò a cantare.
O meglio, canticchiare.

Non sa quando di preciso, aveva gli occhi chiusi, ma a un certo punto percepì un'altra voce unirsi alla sua. Una voce calda, più bassa. Si tranquillizzò appena, cantando meglio.

Alla fine della canzone, quando aprì gli occhi, il fatto che Harry avesse iniziato a cantare con lui quasi lo imbarazzava. O, forse, ciò che lo imbarazzava era la sensazione di completezza che aveva provato, quando Harry gli aveva preso la mano mentre cantava.

Alla fine della serata, quando si salutarono, tutti e due stanchi per andare al parco quella mattina, l'unica cosa che si dissero per salutarsi fu "A domani".

Ma era un "a domani" che sapeva di promessa, di "non vedo l'ora di vederti di nuovo domani", di "ti prego, fa' che domani ci riusciamo davvero a vedere".
Un "a domani" che sapeva di bisogno.

Hallo, Ich bin deutsch.
Niente cuori, sono in macchina e sto tornando a casa. Ho scritto questo breve obbrobrio per voi. Il prossimo probabilmente è l'ultimo capitolo eheheh cioa <3

Night full of stars ✨ l.sDove le storie prendono vita. Scoprilo ora