Capitolo 176

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Martina era appoggiata ad una parete della grotta, e Martinus era davanti a lei, si stavano baciando, e la luce che filtrava dall'acqua, faceva vedere tutto in modo strano, come se fossero in un altro pianeta.
"Sei bellissima" disse lui accarezzandole il viso, lei sorrise e lo baciò.
"Vieni, te la faccio vedere" disse prendendole la mano e inoltrandosi nella grotta.
"Ma... ci sei già venuto?"
"Si, certo... io e la mia famiglia abbiamo fatto campeggio tre estati fa, per questo la conosco"
"Oh... qui fa più caldo" disse togliendosi la felpa.
"Già, il sole penetra attraverso l'acqua, ed essendo chiusa come grotta, intrappola il calore."
"Wow! Da quando sei uno scienziato?!" Disse ridendo.
"No, ho rifatto il test di scienze due volte e sbagliavo sempre la domanda sul calore... ora, finalmente, l'ho imparato..." disse ridendo.
"Ahah sbagliando si impara..." rise.
La grotta non era grade, ma aveva molte interruzioni, c'erano dei pilastri di roccia, che impedivano il passaggio. Come grotta era molto luminosa. Arrivati al centro della grotta, trovarono un mini lago.
"Ecco, da qui si torna indietro, una volta io e mio fratello volevano farla tutta a nuoto, dato che si può passare da sotto, ma è buoi, perciò abbiamo lasciato stare..."
"Beh non credo sia da persone sane... morireste lì sotto..."
"Mhm... la cosa bella è che qui l'acqua è calda" disse togliendosi le scarpe.
"Che fai? Scherzi? Non vorrai-" lui rimase in mutande e si tuffò.
"Vieni, dai"
"No, tu sei fuori... scordatelo"
"Oh e dai... hai paura?"
"Ma certo che sì... e se spuntasse qualcosa da sotto?!"
"Si, uno squalo..." disse ironico.
"Ah ah.. simpatico. Sarebbe un male per te, dato che sei tu il fifone che ha paura degli squali!" Rise.
"Ahaha certo certo. Dai metti al meno i piedi" lei lo guardò, ci pensò un attimo e poi sospirò togliendosi le scarpe.
"Sei una cosa impossibile Martinus..." sorrise.

Erano in aeroporto, stavano per salire sul aereo.
"Sei di nuovo in ansia?" Chiese lui, vedendola un po' strana.
"No e che... non ho potuto salutare mia mamma..."
"Lo so, e mi dispiace... ma purtroppo ha dei capi stronzi... non volevano che salissimo..."
"Non è giusto... quello vuol dire sfruttare le persone..." disse un po' arrabbiata.
"Non ti preoccupare, la rivedrai." Sorrise e lei ricambiò.
"Okay, ora sono in ansia per l'aereo" disse facendolo ridere.
"Ora cadremo, me lo sento" disse prendendola in giro.
"Daii Mac!! Stronzo"
Disse spintonandolo.
"Ahah scherzo..." disse baciandola.
Il volo fu veloce, e atterrarono alle 16, al parcheggio c'erano tutti.
Melanie appena vide la sorella si illuminò, e incominciarono a corrersi in contro per abbracciarsi.
"Dio, quanto tempo!"
"Solo una settimana!" Disse Melanie ridendo.
"Beh non siamo mai state così tanto separate...sei abbronzata!" Disse Melanie ridendo.
"Simpatica..."
"Lo è sempre" disse la madre.
"Elisabetta!" Disse Melanie abbracciandola.
"Ciao tesoro!" Il padre si avvicinò.
"Ciao papà"
"Ciao, ti sei divertita?" Disse guardando un po' storto Marcus.
"Si, tanto" disse ridendo.
"Bene... fatto buon viaggio?" Disse riferendosi a Erik e alla piccola.
"Si sì, perfetto. Avete una figlia deliziosa" disse Erik.
"Grazie, ne sarà fiera sua madre" disse Elisabetta.
"A proposito! L'hai vista?" Chiese il padre.
"Sii! È stato bellissimo, ed è diventata una bella donna. Ha un lavoro con i fiocchi e mi ha portato a fare shopping!"
"Ah ecco perché hai una valigia in più..." disse Martina, risero, e finalmente arrivarono a casa.

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