French girl vs English boy

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Ma chèrie

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French girl vs English boy

A volte mi chiedo se l'amore vero esiste sul serio. Quante volte mi sono chiesto se, durante la propria vita, si può incontrare la persona giusta in un solo momento? Oh, tantissime, ma nonostante questo non sono mai stato capace di darmi una risposta certa.
Osservo meravigliato le maestose nuvole bianche dal finestrino di quest'aereo che mi sta riportando in Francia, di preciso a Parigi.
Durante questo volo tranquillo, continuo a fissare il cielo e, su quelle nuvole candide, io vedo lei, la persona per cui ho deciso di fare ritorno nella capitale francese: Monique. In questo lungo tempo passato lontano da lei mi è mancata terribilmente.
L'azzurro del cielo mi ricorda i suoi grandi occhi cristallini e di quanto io mi rimbambissi ogni volta che mi fermavo a guardarli. Beh, come la prima volta che le mie iridi incontrarono le sue.
Era ottobre dell'anno scorso quando decisi di passare un paio di mesi a Parigi per perfezionare il mio francese e partii per quella nuova avventura con il mio migliore amico Louis.
Non avevo chissà che grandi aspettative ma, qualche giorno dopo il nostro arrivo in città, io incontrai Monique, proprio sotto la bellissima Tour Eiffel.
Ho sempre amato fare fotografie e impersonarmi in un turista, perciò io stavo lì con la mia macchina fotografica sempre tra le mani, emozionato nel trovarmi di fronte al mio monumento preferito francese.
Volevo provare ogni angolazione possibile; ero alla ricerca della foto perfetta fin quando, non appena indietreggiai di qualche passo con la macchina fotografica appiccicata alla faccia, pestai per sbaglio il piede di qualcuno. Sentii subito un verso stridulo e mi voltai immediatamente per chiedere scusa a chiunque egli fosse. Pensavo di trovare una persona qualsiasi, invece ho visto lei, la ragazza più bella che io abbia mia visto in tutta la mia vita.
Incontrai per la prima volta quei due fari azzurri e, dentro di me, si era scatenato una specie di uragano; una fortissima tromba d'aria che si divertiva a sconvolgermi tutto lo stomaco e il resto del corpo.
Molti parlano del cosiddetto "colpo di fulmine" ma io non ci ho mai creduto fino a quel momento.
-Oh, scusami- mi scusai mentre mi concentravo ad ammirare l'infinita bellezza di Monique. Ovviamente mi rivolsi a lei in francese e, devo dire, la pronuncia era perfetta.
-Potevi stare un po' più attento- si lamentò lei saltellando su un piede, poi si fermò subito.
-Perdonami, davvero, stavo cercando di fare una foto alla Tour Eiffel e..- cominciai la frase, ma lei mi interruppe mettendomi una mano di fronte la faccia. –Tranquillo, basta- mi disse, poi rimase qualche microsecondo a fissarmi. I nostri occhi continuavano a guardarsi. Non capivo bene cosa stava succedendo, ma mi piaceva quel contatto visivo.
-Non sei francese, vero?- mi chiese incuriosita. Evidentemente notò nella mia voce il tipico accento inglese.
-Sono inglese- le risposi accennando un sorriso, sperando di contagiarla ma non ci riuscii.
-Ecco, avevo capito bene allora.. questi inglesi, tutti uguali- disse dandomi la spalle per poi andarsene.
No, non volevo che se ne andasse. Non poteva finire già lì. Non ne avevo ancora abbastanza della sua dolce espressione da bambina capricciosa.
Mi sentivo strano, molto strano. Qualcosa mi diceva che non dovevo lasciare andar via Monique in quel modo.
-Ehi, cosa intendi con "tutti uguali"?- le chiesi a voce alta quando lei era a qualche metro di distanza da me.
Monique si girò di scatto verso di me, poi decise di tornare indietro, verso la mia direzione.
-Con "tutti uguali" intendo che vi sentite tutti quanti dei fighi assurdi- mi disse con uno strano ghigno in faccia, come se fosse stata lei, invece, quella che se la tirava.
-Strano, di solito non siete voi francesi ad avere la puzza sotto il naso?- le chiesi, cercando di risponderle per le rime. Per me era come un gioco.
-Tu non conosci i francesi- mi disse lei sfidandomi.
-E tu non conosci gli inglesi- le risposi un'altra volta, facendola rimanere zitta. Dopo qualche secondo, ci mettemmo a ridere.
-Ti va di prendere un caffè?- la invitai ad uscire con me mentre mi toglievo dal collo la mia macchina fotografica, riponendola poi nel mio borsone. Lei assunse un'espressione sorpresa, quasi come se il mio invito se non se lo fosse mai aspettato. In effetti era comprensibile come reazione.
-Prima mi pesti un piede, ti scusi guardandomi come se tu fossi chissà chi e poi mi inviti a prendere un caffè con te?- mi chiese rimanendo con quella strana espressione in volto, ma allo stesso tempo sorrideva. In quel momento avrei voluto dirle che non la stavo guardando maliziosamente per tirarmela o per fingermi chissà quale ragazzo sciupa femmine (cosa che in realtà facevo di solito) ma no, quella volta non la stavo guardando per secondi fini, ma la stavo ammirando. Ero ammaliato, meravigliato, preso.
-Si, è una cosa così impossibile?- insistetti, mantenendo sempre un sorriso ben stampato sulle mie labbra.
Monique si grattò la testa imbarazzata e rivolse lo sguardo a terra. Aveva le guance arrossate e anche lei sorrideva. Era dolcissima. Ci stava pensando su.
-Beh, gradirei la risposta entro oggi- le dissi con aria ironica e la feci ridere nuovamente. Lei rialzò lo sguardo su di me.
-Ma io neanche ti conosco.
-Appunto, è un motivo in più per accettare la mia richiesta. Conosciamoci.
Monique rimase altri secondi in silenzio per decidere se accontentare la mia richiesta oppure no. Ero leggermente in ansia.
-Allora?- la ripresi. Doveva parlare.
-Ok, inglesino. Beviamoci questo caffè..tanto non ho nulla da fare- mi rispose lei, sciogliendo finalmente quel briciolo di tensione che si era creato nel mio petto. Ero sollevato, contento.

Ma chèrie | Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora