She's different

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She's different

-Mi piacerebbe rivederti- confessai a Monique una volta essere usciti da quel piccolo bar. Io e lei ci fermammo un attimo appena davanti l’entrata del localino e ci guardammo reciprocamente negli occhi, quasi come se il mio verde fosse attratto dal quel suo soave azzurro in cui adoravo annegare.

-Beh.. si può fare- disse Monique semplicemente, sempre con quel sorriso che mi sapeva squagliare il cuore come neve al sole. –Alloggi in qualche hotel qui vicino?- aggiunse, chiedendo un informazione per sapermi ritrovare. 

-Certo, alloggio all’hotel Marcher, conosci?

-Credo di conoscerlo, si- disse la ragazza sistemandosi i capelli ondulati da un lato. 

-Però.. certo che è strano un hotel che si chiama “passeggiata”-  dissi lasciandomi scappare una risata imbarazzata, spostando poi lo sguardo verso il cielo. Anche Monique rise, poggiando  lievemente una mano sulla bocca. Ogni volta che riuscivo a farla ridere mi sentivo potente, fiero di me, orgoglioso, troppo contento.

-Si chiama così perché sta su una via alberata stupenda dove i passanti adorano farci una passeggiata- mi disse Monique e io riportai lo sguardo su di lei. In effetti è vero, la via sui cui stava il mio albergo era davvero bella e caratteristica.

-Ah, semplicemente per questo? Non lo sapevo- confessai. Lei annuì sfoggiando un dolcissimo sorriso chiuso e le sue guance presero un roseo colorito.

-Bene, allora.. quando vorresti rivedermi?- mi chiese lei assumendo un’espressione dolce e timida; sembrava che ella si stesse sciogliendo davanti a me, proprio come stavo facendo io. Anche se ne ero felice, mi sembrava strano che pian piano Monique stesse diventando sempre più sciolta e tenera con me. Non me l’aspettavo, ecco. Sembrava così fredda quando ci scambiammo le nostre primisse parole. 

-Sarebbe bello stasera- le proposi, forse in modo troppo azzardato. Insomma, era vero, avrei voluto rivederla molto presto, ma allo stesso tempo sapevo che stavo cominciando a correre un po’ troppo. Nonostante il rischio, non mi pentii del tutto della mia proposta. Volevo comunque provarci.

-Oh.. stasera non posso- mi rispose lei guardandomi dispiaciuta e mordendosi il labbro inferiore. Ci rimasi male, ma non mi diedi per vinto. 

-Sei impegnata con qualcuno?- le chiesi, forse in un modo un po’ invadente. 

-Si, con delle amiche- mi rispose lei.

-Ah.. e.. non sei fidanzata?- mi azzardai a domandare. Volevo buttarmi, continuare a provarci con Monique senza il rischio di ritrovarmi un ragazzo più alto e grosso di me davanti da un momento all’altro, pronto a prendermi a cazzotti per difendere la fidanzata. Meglio prevenire e informarsi, giusto?

-No, non sono fidanzata- mi rispose Monique sorridendo e portando poi tra i denti la punta della lingua.

-Bene- dissi emozionato.

Tra me e Monique ci fu il silenzio, un silenzio dato per quel pizzico di imbarazzo che era nato in noi. Si trattò però solo di qualche secondo.

 –Ehm.. se vuoi, comunque,  possiamo vederci domani pomeriggio, sempre sotto la Tour Eiffel. Se per te va bene ovviamente- disse Monique rompendo il silenzio. In quel momento avrei voluto sprigionare in qualche modo tutta la felicità che mi si era accumulata nel petto; Monique aveva una proposta per vedermi e ciò voleva dire soltanto una cosa: io, Harold Edward Styles avevo fatto colpo. Forse mi stavo montando un po’ troppo la testa ma era più forte di me non pensare in positivo.

-Certo, è perfetto- confermai, facendo esplodere il mio viso in un sorriso raggiante, il più grande che io sia mai riuscito a sfoggiare. Molto probabilmente Monique mi vide addirittura le tonsille.  Ironicamente parlando, certo.

Ma chèrie | Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora