A bottle of champagne

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A bottle of champagne

-Tu.. sei una modella?!- ripetei incredulo. Anzi, non lo ero proprio del tutto: una ragazza bella come lei non poteva, in effetti, non fare la modella o qualcosa di simile, ma non credevo che lei lo facesse sul serio. Non mi sarei mai aspettato una confessione del genere. Un po’ ci rimasi male, si trattava comunque di una bugia. Monique mi mentì.

Mi staccai dal parapetto, mi voltai dall’altra parte e mi appoggiai nuovamente con la schiena. Misi le mani nelle tasche del giubbino e cominciai a fissare il vuoto. Monique ricca, chi l’avrebbe mai detto? E per di più modella!

In quel momento capii come mai ella non ebbe avuto difficoltà nel regalarmi la gita sulla Senna. Mi sentii di un’inferiorità enorme, era una bruttissima sensazione.

-Non sono di certo di fama mondiale, ma ho posato e sfilato per organizzazioni poco note, sono solo all’inizio- disse Monique cercando di tranquillizzarmi. 

-Beh? Cosa c’entra?- reagii io, forse un po’ bruscamente. 

Monique si posizionò davanti a me in silenzio, poi gettò un respiro. 

-Mi dispiace- si scusò lei. Io alzai lo sguardo sui suoi occhi e ciò che incontrai fu un’espressione seria, un volto che trasmetteva sincerità. Credevo a Monique, era dispiaciuta davvero, ma io non riuscivo più a guardarla come qualche attimo prima. Tutto d’un tratto cominciai a vederla diversa, più superiore. In confronto a lei mi sentii piccolo quanto un insetto.

Monique pose le sue delicate mani sulle mie braccia e cominciò a strofinarle lentamente sul tessuto soffice del mio giubbino. Stava cercando di calmarmi, di consolarmi. A quel tocco cominciai ad indebolire la mia corazza ma non volli cedere. Respirai profondamente e mi staccai di nuovo dal parapetto fissando il mio sguardo al suolo.  Stavo per allontanarmi da Monique, giusto per riflettere qualche minuto su ciò che venni a sapere di lei, ma la ragazza mi bloccò mettendosi  ancora una volta di fronte a me.

I nostri occhi ricominciarono a studiarsi, il mio respiro ad accorciarsi e il mio cuore a scatenarsi.

-Ascoltami per favore- cominciò Monique decisa. –Ti ho mentito, è vero, ma come ti ho già detto l’ho fatto solo per paura! Temevo che se tu avessi saputo già tutto di me fin dall’inizio, avresti potuto prenderti gioco di me e io non l’avrei sopportato! Mi è già successo in passato che qualcuno fingesse con me e che mi illudesse con parole e gesti carini! Proprio per questo non voglio che la storia si ripeta! Ti prego perdonami!- mi supplicò Monique mentre i suoi occhi cominciarono ad inumidirsi. Mi meravigliai nel sentire quelle parole.

-Invece ti sbagli, io non ti avrei mai presa in giro, anche se avessi saputo da sempre che tu appartieni ad una famiglia importante!- le confessai sincero. –Non devi mai dubitare di me, intesi?- aggiunsi, accorciando di qualche centimetro le distanze tra me e Monique. Sentii il suo profumo intensificarsi nella mie narici, facendo crescere in me la voglia di annullare completamente quel piccolo spazio che divideva i nostri visi.

Monique sorrise felice. Le mie parole furono come una tenera carezza per lei. Glielo leggevo sul viso che era più serena. 

Ad un tratto vidi scendere una lacrima sul suo candido viso e io gliel’asciugai con un pollice, poggiando le altre dita della mano appena sotto il suo orecchio.

-Non devi piangere, scema- la coccolai sorridendo, sperando di contagiarla. L’arrabbiatura in me non se n’era ancora del tutto andata, ma proprio non riuscivo a continuare con quella scenata. Monique aveva bisogno di qualcuno che la consolasse, che le facesse credere che non tutti i ragazzi sono opportunisti e meschini ma, soprattutto, che la convincesse a sperare che un ragazzo era là di fronte a lei, pronto ad amarla per ciò che era anche dentro.

Ma chèrie | Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora