"Benvenuti,prego accomodatevi." disse l'avvocato.
Erano più o meno le 10.30 del mattino e ne io ne Oliver eravamo andati a lavoro quel giorno. Ce ne stavamo seduti su due comode poltrone di uno studio legale,aspettando con ansia ciò che aveva da dirci. O meglio,io sentivo che ci fosse qualcosa di più e in fondo temevo che Oliver sapesse gia qualcosa,ma non aveva intenzione di dirmi nulla a riguardo.Questa situazione mi frustrava più di qualsiasi altra cosa.
"Bene,come credo sappiate,vostra madre ha lasciato un testamento,che ho qui io al momento..." disse alzando davanti ai nostri occhi un foglio scritto a computer che riportava in alto il logo dello studio legale e sul fondo si distinguevano due firme,la prima di mia madre e la seconda probabilmente dell'avvocato. Io annuii,Oliver invece se ne stava immobile,con i gomiti poggiati sui braccioli della poltrona.
"Ovviamente riceverete una copia anche voi,ma come da regolamento sono tenuto a dirvi a voce ciò che vostra madre mi ha fatto mettere per iscritto."
Mi sistemai meglio sulla poltrona,pronta a sentire ciò che aveva da dirci. L'avvocato passò il suo sguardo dal mio a quello di mio fratello,soffermandosi più del dovuto sul suo.
"Per cominciare lascia a entrambi la sua casa,potete farne ciò che volete,se siete interessati a venderla il nostro studio può mettervi in contatto con una buona agenzia immobiliare; comunque proseguiamo,a lei Victoria,lascia ogni pezzo dei due set di gioielli che conservava in banca,credo che fosse al corrente di questo...per lei invece,ha lasciato la sua auto,tra l'altro le macchine d'epoca vanno molto oggigiorno perciò se non sa che cosa farsene può sempre rivenderla..."
Oliver si spostò in avanti,fissando l'avvocato in modo abbastanza maleducato,con quella presunzione che soltanto lui sapeva tirare fuori quando si sentiva ferito.
Avvicinai la mia mano al suo gomito,cercando di farlo calmare,non riuscivo a spiegarmi il perché di quel suo comportamento.
"La ringrazio,ma non è una cosa che la riguarda ciò che voglio farne della mia parte di eredità."sputò freddo.
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"Mi scusi,so che non dovrei farle questo tipo di domande,ma per caso nel testamento è stata citata anche una certa Lena Lorschen?" in realtà quella era la prima cosa che gli avrei voluto chiedere,ma conoscevo discretamente le leggi e il loro funzionamento; prima di iscrivermi a letteratura all'università all'inizio avevo scelto giurisprudenza,capendo poco dopo che non era esattamente ciò che faceva al caso mio,ad ogni modo in quelle poche lezioni a cui avevo preso parte,non avevo passato il mio tempo a dormire con gli occhi aperti,fissando il professore mentre continuava con i suoi lunghi monologhi per ore...mi sono state utili,ma poi ho seguito ciò che avevo nel cuore per rendermi conto che era sempre stato ciò che avrei voluto fare.
"Beh signora Lewis,conosce le procedure,io non posso dirle nulla a riguardo,mi rincresce..." disse togliendosi gli occhiali e poggiandoli delicatamente sulla sua scrivania. Oliver nel frattempo,sembrava essersi appena calmato,ma nel sentire quel nome ho visto di sbieco il suo sguardo voltarsi verso di me.
"Lo so perfettamente,ma noi purtroppo non abbiamo più alcun contatto con questa persona e per dirle la verità mi farebbe piacere conoscere il suo indirizzo postale,so che mia madre avrebbe voluto cosi e anche io vorrei riallacciare vecchi rapporti...non so se mi spiego." Era vero ciò che gli avevo appena confessato,dentro di me non facevo altro che sperare che per una volta facesse uno strappo alla regola.
Sbuffò leggermente,dopodiché si allontanò con la sua sedia in mogano a rotelle dalla scrivania per fissarci meglio;doveva darci quell'indirizzo o meglio,darmi.
"La signorina Lorschen è stata citata nel testamento. Pertanto,io non sono tenuto a divulgare certi tipi di informazioni senza chiedere consenso prima alla persona interessata."
Seppure non mi avesse completamente soddisfatto la sua risposta ero sollevata dal fatto che la mamma l'avesse citata,ma infondo sapevo che non si fosse dimenticata di lei.
"La ringrazio davvero molto,non sa quanto significhi per noi." L'ho ringraziato,mentre sentivo provenire dalla mia destra delle parole ironiche bofonchiate sottovoce da Oliver. L'avvocato lo ha guardato con uno strano sguardo quasi indignato per poi tornare a concentrarsi su di me.
"Ma ora veniamo alla parte più importante." Ha detto aprendo un cassetto e tirandone fuori due lettere.
Subito il cuore ha cominciato ad accelerare i suoi battiti."Queste sono delle lettere molto importanti che vostra madre vi ha scritto. Ha detto di dirvi che qui dentro conoscerete la verità,tutto ciò che non è riuscita mai a raccontarvi,forse per paura o per codardia. Ad ogni modo,mi ha detto di dirvi anche che ognuno dovrà leggere le lettere a casa propria,senza essere disturbati da nessuno. Ha sottolineato il fatto che dovrete essere soli. Queste sono state le sue parole."
Cominciavo a non capire a quale verità si riferisse,avevo paura di prendere in mano quella lettera che ora mi porgeva.
Oliver sembrava abbastanza rilassato,il che mi spaventò ancora di più perché era proprio in momenti come questo che poteva diventare impulsivo senza curarsi delle conseguenze.
Strinsi le labbra in una linea dura e dopo aver preso la lettera lessi il mio nome scritto sulla busta,era la calligrafia di mia madre.
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Geborgenheit • 2
Historical FictionE' il 1975 e Victoria,conosce il passato di sua madre,sa che durante la guerra le è successo qualcosa,anche se non le ha mai detto chiaramente che cosa; anche Oliver lo sa,ma preferisce non ricordarlo,ha rimosso dal suo cuore gli anni dell'infanzia...