6-L'appuntamento

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Il mese di settembre passò in fretta. Tra lezioni, compiti e passeggiate per i giardini del castello, inizia a sentirsi il freddo e le foglie iniziano a tingersi dei toni tipici di questa stagione.

«Se non metti il berretto che ti ha spedito tua madre ti beccherai di sicuro un raffreddore Albus!»
«Oh, quante storie! Sei peggio di mia nonna etciú!»
«Che ti avevo detto?!» disse trionfante il biondino.
«Uccellaccio del malaugurio» disse Albus guardando male l'amico.

Le cose stavano andando alla grande. A scuola avevano entrambi bei voti. Albus non aveva voti eccellenti come quelli di Scorpius, però se la cavava piuttosto bene.

Con suo padre poi aveva iniziato una specie di rapporto. Non si sentiva più tanto agitato all'idea di parlare con lui. Non aveva più paura di parlare con il grandissimo Harry Potter. No. Non gli sembrava più di parlare con il grandissimo Harry Potter delle leggende. Ora iniziava a parlare con un Harry che non aveva mai visto. Un Harry più simpatico di quello che avrebbe creduto; un Harry che prima di essere qualsiasi altra cosa era suo padre.

«Perché mi hai portato qui?» chiese Albus a Scorpius.
«Aspetta un attimo. Anzi... prova a indovinare!»
«Lo sai che odio questo gioco Scorpius»
«Provaci almeno!»

L'espressione da cane bastonato di Scorpius fece sbuffare Albus che, portando gli occhi al cielo disse: «Ok! Però hai giocato sporco. Mi hai obbligato a seguirti ad Hogsmade senza darmi nessuna spiegazione. Questa me la segno! Gli occhi da cucciolo poi... davvero un colpo basso Scorpius. Davvero un colpo basso»

Scorpius sorrise. Un sorriso sincero che fece scaldare il cuore di Albus.

«Hai detto che non siamo qui per andare a mielandia o ai tre manici di scopa»
«Esatto» annuì Scorpius «non siamo qui per i negozi»

Albus allora si guardò intorno. Erano seduti su un muretto ai margini della cittadina. Era un luogo tranquillo. Appartato ma non escluso dal mondo. Davanti a lui c'era una stradina dove ogni tanto passava qualche studente di Hogwarts.

Dietro di lui si estendeva un'immensa distesa di prati con qualche albero qua e là tinto di giallo o arancione a ricordargli che l'autunno era arrivato.

«Stiamo aspettando qualcuno?» chiese allora Albus sperando che la risposta fosse negativa. Gli piaceva l'idea di passare il pomeriggio solo con Scorpius a contare le persone e ad ammirare il silenzioso e tranquillo paesaggio autunnale.

«Affermativo» rispose Scorpius entusiasta.

Albus sentì quella risposta come un pugno in pieno stomaco ma cercò di mostrarsi impassibile agli occhi dell'amico. Cosa che pensó gli riuscisse abbastanza bene dato che Scorpius sembrava non essersi accorto di nulla.

«Non dirmi che è Anne Koplan!» la ragazza Tassorosso che Albus aveva detto di trovare carina e con la quale Scorpius aveva provato a mettersi in contatto per appioppargli l'amico con l'intenzione di "fargli capire cos'è l'amore".

Scorpius era pure riuscito a ad organizzare in qualche modo un paio di appuntamenti ma non erano andati esattamente bene. Anne ed Albus non avevano nulla in comune e non si promisero nemmeno di rimanere in contatto e rimanere amici.

«Ah, no. Anche se continuo a pensare che sareste proprio una bella coppia»

Albus scosse la testa irritato poi disse: «Non dirmi che sono i miei fratelli!»
«No; non sono i tuoi fratelli. Però ci sei andato vicino. Molto vicino! È tua parente»

Sentendo l'ultima frase ad Albus crollò il mondo addosso. Diventò bianco come un cencio e gli mancò l'aria appena cercò di parlare.

«Tua cugina Rose!» esclamò Scorpius al settimo cielo. «Ah, ha pure deciso di portare una sua amica ma non ha voluto dirmi chi. Mi ha detto che sarebbe stata una sorpresa»
«Cosa?!» esclamò Albus che ne era certo: sarebbe svenuto da un momento all'altro dato che oramai vedeva il mondo tutto sfocato.

«Rose ha accettato un invito ad uscire con me!»

Albus non sapeva che fare. Essere felice per l'amico?
Metterlo in guardia da Rose non era servito a molto.

«Non potevi dirmelo prima?» esclamò esasperato Albus.
«Sì; così ti saresti rifiutato categoricamente di uscire dalla sala comune facendo così saltare l'appuntamento? Ma anche no»
«Cosa c'entro io con l'appuntamento?! È una cosa solo fra te e Rose!»
«Rose mi ha fatto promettere che avrei portato anche te all'appuntamento. Probabilmente spera di sistemare questa sua amica... io ho promesso e tu lo sai: io mantengo sempre le promesse»

Albus diventò rosso di rabbia poi urlò: «Avresti potuto chiedere la mia opinione! Bell'amico che sei; mi vendi al mercato nero per uscire con una ragazza dalla quale ti ho messo in guardia milioni di volte»

«Rose mi ha assicurato che avrebbe portato una ragazza carina...» rispose Scorpius facendosi piccolo piccolo.

«Io me ne vado» rispose Albus e stava per alzarsi, quando vide un volto familiare in avvicinamento: Rose.

Un disastro stupendo// ScorbusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora