10-Amici?

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Quattro giorni. Erano passati quattro giorni dall'ultima volta  che Albus e Scorpius si erano parlati. Quattro lunghissimi giorni durante i quali Albus e Scorpius non avevano fatto altro che evitarsi.  

Era giovedì mattina. Appena aprì gli occhi Albus decise che sarebbe andato a parlare con Scorpius.  Gli mancava tantissimo e si rendeva conto che evitare il suo praticamente unico amico era una delle cose più stupide che potesse fare.

Scese nella sala grande per la colazione e lo trovò da solo, ad un angolino del tavolo, con i capelli leggermente spettinati per gli standard di Scorpius e un piatto di pancake davanti.

"Ehm... posso sedermi?" chiese passandosi imbarazzato una mano tra i capelli. 

"Se vuoi. Il posto non è occupato" rispose Scorpius senza guardare nemmeno Albus ma concentrandosi sui pancake.

Albus gli si sedette di fianco e iniziò a mangiare.

Scorpius lo guardò irritato, poi esplose: "Puoi smetterla di comportarti come se io non esistessi? Puoi smetterla di fare finta che tutto vada bene? Puoi smetterla di fare finta che non sia successo nulla e che tutto sia uguale a prima?"

Albus si guardò intorno. Non c'era molta gente ma chi c'era aveva assistito alla scena e aveva sentito benissimo ogni parola. Si erano girati quasi tutti i presenti ma ognuno di loro, notando Albus scannerizzare la stanza con lo sguardo, tornava subito ad occuparsi dei propri affari.

"Scorpius, io... sono qui per scusarmi va bene. Mi dispiace tanto. Però anche tu mi stai evitando in questi giorni"

"Ah sì, quindi sarei io quello che ha deciso di evitarti senza ragione"

"Potresti smetterla di urlare?! Ci stanno guardando tutti"

"Adesso stai urlando anche tu" 

Albus si rese conto che Scorpius aveva ragione. Provò a ricomporsi, fece un respiro profondo.

"Scorpius, noi due dobbiamo parlare di tante cose"

"Siamo in ritardo per la prima lezione"

"Non importa"

"La prof si arrabbierà"

"Non importa"

Scorpius sospirò "Va bene Al, sono con te"


"Quindi" disse Scorpius "cosa vuoi dirmi Albus? Dev'essere una cosa importante dato che mi fai saltare la prima lezione di oggi"

"Tu odi trasfigurazione, ti sto facendo un favore"

"Questa non è una buona ragione per saltare la lezione..."

I due ragazzi si trovavano nei dormitori vuoti. Avevano pensato di parlare vicino al fuoco della sala comune serpeverde ma la stanza era già occupata da un paio di ragazzi del terzo anno che stavano, come loro, saltando le lezioni, e tre ragazze del primo anno che stavano finendo dei compiti per storia della magia. Quella fra Albus e Scorpius doveva essere una conversazione privata: era meglio che troppe orecchie non sentissero ciò che si stavano dicendo. 

"Perché sei arrabbiato con me?"

"Non lo so Albus... secondo te?

"Senti Scorpius, scusa"

"Ah, scusa. E' una parola comoda; scusa. Ma sentilo"

"Scorpius io..."

Scorpius iniziò a tremare ed Albus lo vide tirare fuori da una tasca un fazzoletto.

"Non dovevo obbligarti a fare qualcosa che non volevi fare, è vero. Però evitarmi così..." si interruppe un attimo per soffiarsi il naso "probabilmente ti avrei chiesto scusa io per primo se non mi avessi evitato così"

"Scorpius non fare così" Albus si avvicinò a Scorpius, il suo migliore amico, una delle poche persone per cui avrebbe fatto di tutto e pensò realmente che, se fosse successo qualcosa di brutto a lui o alla loro amicizia, non se lo sarebbe mai perdonato. E non si sarebbe certamente mai perdonato il fatto di averlo perso per sempre per un motivo idiota come lo stupido tarlo che, a causa della scommessa di Rose, ora aveva in testa ogni volta che pensava a lui.

"Ti prometto che fino alla fine dell'anno non ti incastrerò in nessun appuntamento, però per favore, non evitarmi ancora"

Albus abbracciò Scorpius. Fra le sue braccia sembrava piccolo e fragile anche se fra i due era il più alto.

"Ci stiamo abbracciando?" 

"Sono io l'idiota qui Scorpius, perdonami però non voglio dirti perché ti ho evitato. Era una cosa stupida, io sono stupido. Ho sbagliato"

"Quindi ci stiamo abbracciando"

Albus rise "E che pensavi stessi facendo? Pensavi che volessi strozzarti?"

"Non lo so. Forse"

Albus lo guardò, gli occhi azzurro chiaro di Scorpius nei suoi. Erano ancora un po' lucidi ma Albus era felice del fatto che si stessero asciugando. Ed era pure felice del fatto che il viso di Scorpius si stava illuminando con un sorriso.

"Idiota" gli tirò piano un pugno sulla spalla poi si sedette sul tappeto. Scorpius lo seguì e gli appoggiò la testa sulla spalla. Albus si sentì a disagio ma un disagio positivo. Era felice di avere Scorpius lì, accanto a lui, vicino, con la testa sulla sua spalla. Sentì l'impulso di giocherellare coi capelli di Scorpius ma represse il tutto guardando da un'altra parte e mettendosi a studiare la stanza. La crepa sul muro era nuova o era sempre stata lì?

Dopo un po' Scorpius interruppe il silenzio con la sua voce dolce che fece tornare Albus alla realtà.  Alla magnifica realtà che aveva davanti o meglio, di fianco, con la testa appoggiata alla sua spalla.

"Mi eri mancato. Un sacco. Senza di te il mondo è così triste e grigio. Ho pensato di averti perso per sempre, per fortuna non è stato così"

"Ti voglio bene Scorpius. Non so come fai a sopportarmi certe volte"

"Ti voglio bene anch'io Albus"

"Amici?" 

"Sempre"

"Anche se sono un idiota?"

"Sopratutto per quello"

Risero

"Senza di te non so cosa farei" disse Albus

"Nemmeno io. Non riesco ad immaginare un mondo senza di te"

"Io sì. L'ho visto. E' un mondo in cui non vorrei mai vivere"

Stettero zitti per un po'. Seduti pigramente sul tappeto. Persero tutte le lezioni della mattinata, però non persero la loro amicizia ed era quello ciò che più contava.



Un disastro stupendo// ScorbusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora