24 anni prima
"Mi dispiace piccolo,mi dispiace davvero tanto.Non lo meriti,cos'hai fatto tu di male?Sei solo un errore eppure questi tuoi occhioni mi ispirano tanta tenerezza che ti terrei con me e ti mostrerei al mondo intero." L'ennesimo singhiozzo abbandonò le labbra della ragazza che reggeva il suo bambino con appena una settimana di vita.
Non riusciva ad abbandonarlo,non riusciva a dirgli addio,eppure doveva.
Lei non poteva,era solo un errore quel bambino.
Un errore avuto insieme al suo nuovo padrino,uno dei tanti che dopo la morte del suo amato padre aveva abituato a vedere entrare e uscire di casa.
Ma questa volta non era solo l'amante di sua madre,no.
Quello era un vero e proprio incubo,che era finito ma aveva lasciato le sue cicatrici.
Qual bambino,quel bambino che era suo tanto quanto di quest'ultimo.
Si sentiva così sporca,e vedeva quello stesso bambino così sporco,frutto di un qualcosa di perverso che lei voleva solo dimenticare.
"Benjamin,ti piace come nome?"
Gli lasciò un bacio sulla fronte.
Si accasciò per terra e si concesse gli ultimi minuti con la sua creatura.
"Perdonami,perdonami se puoi.
Buona vita bambino mio,buona fortuna."
Lasciò il bambino su quelle scale di quell'orfanotrofio,bussò più volte e scappò,scappò via nel buio.Lontano da quell'incubo.
Il bambino iniziò a strillare,sentiva che quello era l'inizio del suo incubo.
Le porte dell'orfanotrofio si aprirono.
"Oddio.."
Stentava a credere la donna in camicia da notte.
Avvolto nelle copertine c'era un biglietto anonimo,un biglietto di qualcuno che non era pronto ad essere un genitore.
La donna sospirò e portò dentro il bambino.10 anni più tardi
"Federico?"urlava un bambino dai capelli castani e gli occhioni azzurri che quando usciva in cortile si confondevano con il cielo.
"Federico dove sei?" Urlò ancora una volta.
Non poteva nemmeno immaginare fuori da quel cortile cosa stesse succedendo.
Il suo migliore amico,il suo compagno di giochi stava caricando le valigie nella macchina dei suoi nuovi genitori.
Benjamin appoggiò i gomiti al davanzale e guardò nella direzione dei cancelli,li vide qualcosa che mandò il suo cuore in pezzi.
Era così piccolo eppure poteva giurare che quello fu il dolore più grande che aveva mai provato.
Raccolse le sue ultime forze e corse fuori prima che fosse troppo tardi.
"Federico!Federico cosa fai?Dove vai?"
Disse tutto d'un fiato il bambino disperato all'idea di dover lasciare il suo amico.
"Ciao Benjamin,vado con i miei nuovi genitori."
Disse il bambino felice.
"Cosa?Ed io?"
Il bambino dagli occhi cristallini iniziò a piangere.
"Ci vediamo presto Benjamin."
Si abbracciarono,per quella che credevano entrambi sarebbe stata l'ultima volta.
Si sarebbero mai rivisti?Oggi
Nonostante fossero solo le prime ore del mattino le strade di New York erano già caotiche.
Un caos al quale,anche se oramai erano trascorsi tre mesi dal suo arrivo,Benjamin non era ancora abituato.
Stretto nella sua felpa camminava a passo lento e con intervalli di alcuni secondi portava il bicchiere di carta alle labbra per prelevare grandi sorsi di caffè rischiando più volte di ustionarsi la lingua.
Quella mattina Benjamin era in perfetto orario,era il suo primo giorno di lavoro e ci teneva a fare bella figura.
Quel lavoro gli serviva davvero.
Era stato assunto come assistente per un ricco imprenditore che però,per qualche assurdo motivo,aveva deciso di gestire la sua azienda da casa.Dalle voci che giravano si diceva che era il solito riccone che pensa solo alla fama,al contrario della moglie che è una delle persone più buone del mondo e che aveva cercato in tutti i modi di educare nello stesso modo il loro unico figlio.Sapeva anche che quest'ultimo avesse all'incirca la sua età e che come ogni figlio di ricconi frequentasse la miglior università.
"Dev'essere questa" pensò Benjamin e si avvicinò al grande cancello che dava sulla grande villa.
Benjamin rimase a bocca aperta.
Mai aveva visto una casa più bella di quella,poteva addirittura giurare che fosse la più bella di tutta New York.
"Non ci posso credere!"
Quasi urlò una voce,quella voce.
Benjamin potè giurare che in quel momento il puzzle si era ricomposto,potè giurare che tutto fosse tornato al proprio posto.
"B-Ben-Benjamin!"
Balbettò la stessa voce.
Il moro alzó lo sguardo e potè giurare che in quel momento l'aria aveva smesso di arrivargli.
"F-Fed..."
Non riuscì a pronunciare quel nome,non ci riusciva.Non dopo che anche lui l'aveva abbandonato.Benjamin portava ancora rancore.
"Benjamin sono io!Si sono Federico!Dio sembra passata una vita!"
Lo abbracciò e a quel contatto Benjamin si irrigidì.
"Cosa c'è?Vuoi forse dirmi che non ti ricordi di me?"
"Si che mi ricordo,e mi ricordo anche quello che mi hai fatto."
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The legend of the red thread. ||Fenji
Fiksi PenggemarCi sono persone che sono predestinate a stare insieme,persone che nonostante il tempo e la distanza è scritto che si ritroveranno legate dalla forza del filo rosso. Se Benjamin,arrivato nella Grande Mela per fuggire dal suo passato,ritrovasse qualcu...