Three.

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I primi mesi dopo che Federico fu adottato,furono davvero difficili per lui.
Se credeva che all'interno dell'orfanotrofio fossero severi non aveva mai conosciuto suo padre adottivo.
Lui si che era severo.
E poi c'era la sua mamma, la sua mamma che lo amava come un figlio suo.
La sua mamma che lo andava sempre a consolare ogni qual volta che c'erano litigi con suo padre, la sua mamma che gli preparava sempre il latte al cioccolato, la sua mamma che lo accettava per quello che era, sempre.
E Federico in quegli anni non aveva smesso di pensare al moro, nemmeno per un secondo. Era il suo pensiero fisso e spesso si torturava all'idea che questo potesse averlo dimenticato, senza sapere che però Benjamin lo custodiva nel suo cuore, un ricordo prezioso che non avrebbe mai condiviso con nessuno.
Ora che l'aveva ritrovato soffriva al pensiero che lui lo odiasse,perchè si in quei pochi giorni che Benjamin aveva preso a lavorare in casa del più piccolo, Federico l'aveva capito che qualcosa nel suo amico non andava.

"Benjamin,ho ricevuto una chiamata dall'azienda che mi costringe ad andare lì.Tu finisci pure di inviare quelle e-mail,poi potrai avere la giornata libera."
Spiegò Peter e indossò la sua giacca.
"La ringrazio signor Rossi. Buona giornata."
E così immediatamente alla sua risposta rimase solo in quell'ufficio fin troppo lussuoso per quello che era abituato.
Pochi minuti dopo la porta dell'ufficio si aprì.
"Ha dimenticato qualcosa Signor.Rossi?"
Disse Benjamin senza alzare il volto dal computer.
"Cosí mi dai anche del lei."
Ironizzò Federico sedendosi sul bordo della scrivania.
"Pensavo fossi tuo padre."
"L'avevo capito.Sarebbe strano se due amici d'infanzia si dessero del lei non trovi?"
Lo guardó fisso negli occhi.
"Se non ti serve niente puoi anche andare via.Devo lavorare."
"Guarda che è casa mia, e posso stare così tutto il tempo che mi pare."
Prese la sedia che era difronte alla postazione dove Benjamjn era seduto e si accomodó affianco a lui.
"Però mi ha detto tuo padre che nel suo ufficio non può entrare nessuno se non io e le governanti."
"Wow,non ti sfugge nulla.E comunque ora mio padre non c'è, ed ero venuto qui perchè so anche che hai la giornata libera."
Spiegò poggiando i gomiti sulla scrivania e la testa su di essi.
"Si e quindi?"
"Ti va di andare a farci un giro?E magari parlare?"
Propose il biondo con la viva speranza che questo accettasse.
"Parlare di cosa?Non ho niente da dirti."
"Bhe mettila come ti pare, ti va solo di fare un giro e basta?Non parleremo.Non di quello."
C'era qualcosa che spingeva il moro ad accettare, ma l'orgoglio vinceva su di lui.
"No Federico.Sono stanco voglio andare a casa."
"Bene, ti aspetto fuori."
Il moro fu stupito da come Federico ignorava il fatto che non volesse uscire.
"Ho detto che non voglio uscire!"
Esclamò stizzito Benjamin.
"Hei stellina rilassati. Penso che un passaggio non si neghi, anche perchè hai detto che sei stanco e da come hai detto a mio padre abiti a 30 minuti a piedi da qui.Quindi accetti almeno un passaggio?"
Benjamin abbassò la testa e prese a scrivere.
"Ci vediamo in auto moretto,fai in fretta."
Benjamin non potè evitare di sorridere,Federico stava provando in tutti i modi a parlare con lui e gli piaceva.

"Arrivederci signora Rossi, a domani."
Sorrise e le strinse affettuosamente la mano.
"Oh Benjamin quante volte devo dirti che per te sono Christine!"
Sorrise e gli passó la sua giacca.
"È la moglie del mio capo,merita lo stesso rispetto."
"Benjamin, io non sono come lui.Chiamami Christine.Buona giornata tesoro"
E gli stampò un bacio sulla fronte, Federico era davvero fortunato ad averla trovata.
"Ah Benjamin, Federico ti sta aspettando in macchina."
Benjamin uscì dalla grande villa e come Christine gli aveva detto il più piccolo lo stava aspettando in auto mentre sceglieva quale canzone ascoltare.
Benjamin si incantò, si incantò alla bellezza del più piccolo.
Se da bambino Benjamin aveva sempre pensato fosse carino, ora si dava dello stupido perchè non era solo carino, era una vera e propria bellezza della natura, la creatura più bella.
"Moretto vuoi salire?"
"Cosa?Eh?Sisi ora salgo."
E così fece,aprì la portiera e quasi si commuoveva alla bellezza di quell'auto.
"Andiamo?"
Il moro annuì.
Per tutto il viaggio l'unica voce fu quella delle radio che passava l'album di Ed Sheeran il preferito di Benjamin.
"È questo il palazzo?"
Domandó Federico.
"È questo.Beh..grazie mille.Ci-ci vediamo domani?"
"Ci vediamo domani."
Il moro stava uscendo dall'auto quando Federico lo richiamó.
"Ben.."
"Si?"
"Quando te la senti,possiamo parlare?"
"Parlare di cosa?"
"Perchè ce l'hai tanto con me.Infondo eravamo tanto legati da bambini e..."
Benjamin lo lo fece finire lo zittì e disse delle parole che da ferirono Federico nel profondo.
"Appunto da bambini,ma poi tu hai deciso di distruggere tutto no?
E ora sono io Federico,sono io che non voglio avvicinarmi a te.
Mi hai tradito già una volta."
E scese da quell'auto,con le lacrime che minacciavano di rigargli il viso.
Federico non riusciva a ripartire e l'aria sembrava non arrivare ai polmoni.
"Cristo!"
Imprecó mise in moto e andó via, lontano da Benjamin anche se la sua mente non sarebbe mai stata troppo lontano da lui.

Ciao a tutte, spero che la storia vi stia piacendo!💕
Grazie del supporto un abbraccio.
-Ali💫

The legend of the red thread. ||FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora