Quella notte Federico non era riuscito a dormire, si torturava mentalmente perchè non riusciva a trovare una risposta all'odio che Benjamin provava nei suoi confronti.
Sophia, la cuoca, gli aveva anche preparato una camomilla per tranquillizzarlo e fargli prendere sonno, ma nemmeno questo funzionò.
Anche Benjamin, a pochi minuti da lui, stava consumando l'ennesima sigaretta e bevendo l'ennesimo sorso di birra che oramai era diventata troppo calda e gli provocó una smorfia di disgusto.
Ripensava alla discussione avuta con Federico e si tormentava, aveva esagerato.
Alla fine se la sta prendendo per una cosa sciocca, o meglio per una cosa che anche lui avrebbe fatto.
Anche lui si sarebbe fatto adottare.
Federico non aveva colpe, ma lui l'aveva interpretato come un abbandono ed era troppo orgoglioso per scusarsi.Il giorno seguente il moro a fatica si trascinava per le strade di New York, aveva due grosse occhiaie e nemmeno i due caffè erano riusciti a risvegliarlo.
Anche Federico quel giorno fu costretto ad alzarsi di buon mattino, da li a poco avrebbe avuto un esame importante e doveva studiare, non per lui, gli importava ben poco di quell'esame e di quella facoltá.Lo faceva per lo stesso motivo per cui faceva la maggior parte delle cose, rendere orgoglioso quell'uomo che non smetteva mai di rinfacciargli che l'aveva salvato da quell'orfanotrofio.
Benjamin anche quel giorno arrivò in anticipo a lavoro e fu sorpreso di trovare Federico non in pigiama ma ben vestito e con la testa sui libri.
"Buongiorno Federico."
"Benjamin?"
"Beh si...sono Benjamin."
Scherzò.
"Posso sedermi?"
Continuò riferendosi alla sedia del tavolino dove Federico stava studiando.
"Oh sisi,certo.Certo che puoi."
E tornò a concentrarsi sui libri,fu tentato di parlare con lui ma non dimenticava le orribili parole che gli aveva detto la sera prima.
"Sono venuto prima per parlarti."
"Beh come vedi non ho tempo Benjamin."
Sputò acido Federico e cercò di concentrarsi come meglio poteva anche se gli era tremendamente difficile.
"Capisco, volevo solo chiederti scusa per quello che ti ho detto ieri."
Disse tutto d'un fiato per non permettere che le parole gli morissero in gola facendo un discorso troppo lungo.
"Sai Benjamin, vorrei solo capire cos'ho fatto di così orribile per meritarmi questo trattamento.
Io sono così felice di averti ritrovato dopo tutti questi anni, e tu da quando ci siamo incontrati mi stai rinfacciando di averti fatto del male.
Ma cosa ti ho fatto Benjamin?"
Benjamin ancora una volta preferì non aprire quell'argomento.E in silenzio ascoltò tutto quello che Federico aveva da dirli.
"Hai finito?"
"Si Benjamin.Ora puoi rispondermi per favore."
Federico era speranzoso che quella volta finalmente poteva avere la sua risposta per riallacciare i rapporti con Benjamin,che gli era mancato,davvero tanto.
"No Federico.Non posso risponderti."
Rispose con tono pacato Benjamin e lo guardò negli occhi,ma il suo sguardo era troppo per lui e portò gli occhi a terra.
"Perchè?!Perchè Benjamin?!Cristo perchè non mi rispondi?!"
Urlò.
"Perchè non è uno dei miei argomenti preferiti.Io quell'orfanotrofio e tutto ciò che gli riguarda voglio dimenticarlo.
E se non fosse per il fatto che il figlio del mio capo sei tu, avrei dimenticato anche te."
Quello per Federico fu troppo, una vera pugnalata al cuore.Troppo per non fargli pizzicare gli occhi dalle lacrime che minacciavano di uscire.
"L-lo pensi davvero Benjamin?"
Ma Benjamin non rispose, perchè no non lo pensava davvero.Ma come sempre aveva parlato prima di pensare e vedere il più piccolo sul punto del pianto non l'aiutava a ragionare.
"Rispondi Benjamin."
"I-io.."
Ma non savepa cosa dire.
Il biondo chiuse il libro lo prese tra le mani e si alzò.
"Buon lavoro."
Tirò sul con il naso e andó via."Stupido!stupido!Stupido"
Si ripeteva mentalmente Benjamin mentre compilava qualche documento che gli aveva dato il signor. Rossi.
"Benjamin?Mi stai ascoltando?"
"Ehm..no mi scusi.Mi sono distratto."
"Oggi sei particolarmente distratto Benjamin!"
Osservò infastidito Peter
"Lo so,mi dispiace.Mi scusi."
"Fa nulla...ora concentrati.."
Il moro annuì e riprese a lavorare.
In quel momento bussarono alla porta e il signor Rossi diede il consenso a chiunque si trovasse dietro alla porta di entrare.
"Papá,sono io."
Un Federico con i capelli disordinati e gli occhi rossi fece entrata nell'ufficio del padre e di Benjamin.
Il moro sentì il cuore farsi piccolo al pensiero che il biondo stesse così a causa sua.
"Federico?Cosa succede?Hai gli occhi rossi.Hai pianto?"
"N-no papá, sono solo stanco.Ero venuto qui per dire a Benjamin che la mamma vuol che ti fermi a pranzo da noi."
Benjamin cercò di evitare lo sguardo del biondo,non sarebbe riuscito a reggerlo.
"Sarebbe un piacere."
Esclamò Peter, che per la prima volta non sembrava il riccone scorbutico.
"Non vorrei creare disturbo..."
"Oh ma nessun disturbo.Federico avverti tua madre che tra 15 minuti saremo con voi a tavola.Abbiamo quasi finito di lavorare."
"Va bene,buo-buon lavoro"
Federico sembrava davvero provato dalle parole dette dal moro.Pochi minuti dopo come anticipato da Peter, Benjamin e il suo capo erano a tavola.
"Federico dov'è?"
Chiese Claudius costatando che il figlio non era a tavola.
"Sta per scendere,era parecchio abbattuto stamattina.Aveva gli occhi rossi e gonfi gli ho suggerito di lavarsi il volto e vestirsi più comodo.Spero solo non si stia ammalando."
Spiegò Christine.
"Non esagerare tesoro.Tarderà ancora molto?"
"Benjamin ti dispiace andar a vedere a che punto è?La sua camera è la terza porta a sinistra."
"O-okey."
Anche se non se la sentiva,ma come avrebbe potuto dire di no a Chaterine, davanti al suo capo per giunta.
Fece come spiegato dalla donna e bussò più volte ma non ebbe essuna risposta.
"Mi stai cercando?"
Il moro sobbalzò all'indietro e con yna mano sul cuore si girò dal lato opposto per guardare Federico.
"Dobbiamo pranzare.I tuoi mi hanno chiesto di venirti a chimare."
Spiegò.
"Quindi?Scendiamo?"
"S-si."
Ma il moro bloccò il più piccolo per il polso e lo guardó negli occhi, che sembravano essere ancora più azzurri contornati dal rossore che avevano preso.
"Federico hai pianto per colpa mia oggi?"
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The legend of the red thread. ||Fenji
Fiksi PenggemarCi sono persone che sono predestinate a stare insieme,persone che nonostante il tempo e la distanza è scritto che si ritroveranno legate dalla forza del filo rosso. Se Benjamin,arrivato nella Grande Mela per fuggire dal suo passato,ritrovasse qualcu...