CAPITOLO 1
Sono vestita da sposa, mio padre mi sta accompagnando all'altare, dove, accanto al prete c'è un uomo dall'aspetto e dall'età indecifrabile che mi aspetta. Proseguendo lentamente lungo la navata principale, mi giro appena alla mia sinistra e vedo tante file di volti sorridenti e compiaciuti. Non ne conosco neppure uno, ma, nonostante ciò anch'io ricambio con un grande sorriso. Di colpo mi accorgo che l'espressione di quei volti cambia, diventando accigliata e dubbiosa.
Anche il fotografo dopo il primo flash, scosta dal viso la macchina fotografica e corruga la fronte con aria sgomenta. Il mio passo prima sicuro, ora diventa incerto. C'è qualcosa che non va. Una donna, anche lei mai vista prima, a un tratto intralcia il mio percorso porgendomi uno specchio. Non capisco. A cosa serve questo specchio? La donna mi fa cenno di sorridere, io obbedisco, e specchiandomi, vedo tanti bottoncini rettangolari neri che nascondono i miei denti. Alzo lo sguardo verso l'uomo che mi aspetta all'altare e urliamo assieme: «Ah, ah, ah!»
A quel punto, balzo fuori dal letto spaventa dalle mie stesse urla.
Oh, mio Dio! Credo di avere appena avuto un terribile incubo.
Fra un mese esatto mi sposo con Mario. Fra tutte le donne che vivono nell'universo l'uomo più speciale del mondo, ha deciso di sposare proprio me.
Ultimamente ogni volta che passo davanti a uno specchio o alla vetrina di un negozio, mi scopro all'improvviso a chiacchierare con la mia immagine riflessa: «Complimenti, sei proprio tu la fortunata prescelta! Le previsioni del tempo dicono che il giorno del tuo matrimonio non pioverà» e a fine conversazione, mi regalo un fantastico sorriso che Ninnì, mia compagna di banco al primo liceo, oggi una delle mie migliori amiche, da quando la conosco ha sempre criticato così: «Sei portatrice di una gravissima malocclusione dentaria.»
Questo fu uno dei motivi per cui al secondo anno cambiai posto, ritrovandomi accanto a una certa Verusca, della quale al terzo anno si persero le tracce. Rimasi così senza compagna di banco per il resto del liceo, ma sempre meglio che stare seduta di fianco a una, che quando ti abbiocchi a lezione, invece di lasciarti riposare in pace, ti punzecchia con i suoi gomiti duri e spigolosi, per chiederti se la sera precedente hai usato il filo interdentale. Da quando suo padre qualche anno prima si era indebitato per pagare il dentista di famiglia, quella dei denti per Ninnì era diventata una fissazione. In una ricerca a tema libero per il voto finale di biologia, studiò l'incidenza della carie tra i dipendenti e gli studenti di tutto l'Istituto Scolastico, e i professori e genitori degli alunni, anziché ribellarsi, la incoraggiavano nella speranza che si laureasse in Odontoiatria per curare gratis i denti di tutti coloro che si erano offerti come cavie.
Il giorno della sua laurea - in Odontoiatria ovviamente – piuttosto che godersi la festa al ristorante, e soprattutto farla godere a me, tentò in tutti i modi di sottrarmi le doppie porzioni di parfait di mandorle e cassata siciliana. In qualità di invitata pensavo ingenuamente che mi spettasse di diritto fare il bis, ma lei: «Nicoletta Cardias, ti ordino di andare subito in bagno a lavarti i denti!» mi urlava dietro mentre ero in fuga con il piatto e il boccone pieno.
A fine cerimonia si mise a distribuire come bomboniera, un piccolo carretto siciliano che, invece dei classici confetti rossi, torroncini, caramelle e altre squisitezze, conteneva: uno spazzolino, una confezione di dentifricio al fluoro e del filo interdentale. Durante la festa trovò persino il tempo per organizzare un sorteggio, in cui: il terzo premio, era in una visita odontoiatrica, più uno spazzolino elettrico; il secondo, una vacanza-salute di tre giorni in uno dei più esclusivi centri benessere della Sicilia, con annesso Centro Odontoiatrico; il primo, una cura ortodontica completa della durata di tre anni e anche oltre. I vincitori del terzo e secondo premio, erano entusiasti all'idea di risparmiare le spese del dentista e soprattutto di farsi una bella vacanza-salute. Mentre i genitori presenti in sala che, anziché volti angelici, regolari e armonici, avevano figliato piccole pesti con mascelle da coniglio, si rammaricarono parecchio per non aver vinto il primo premio, già, il primo premio, quello più ambito. Indovinate chi vinse il primo premio? Detto fatto. Dopo appena sei mesi dal sorteggio, cioè più o meno tre anni fa, mi ritrovai seduta sulla poltrona del suo nuovissimo studio dentistico, con la bocca spalancata e con un faro accecante puntato contro.
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Vestiamo di viola... dal corredo di Nola
HumorUna storia chick-lith in salsa siciliana ironica e surreale. Vestiamo di viola... dal corredo di Nola è un romanzo sospeso tra l'Umoristico, il Surreale, il Rosa, il Giallo e persino il Viola. Nola, una giovane donna ingenua e pasticciona, si da un...