Sono le quindici in punto, la parrucchiera ha appena finito di sistemarmi i capelli. Mi ha tirato su le ciocche laterali, trattenute da forcine piene di strass. Un leggerissimo velo fa trasparire i morbidi boccoli che scendono fino all'altezza delle spalle. Questa acconciatura mi sta benissimo. Per non parlare del trucco: favoloso! Ho ancora le labbra un po' gonfie per quel piccolo incidente con il tronchesino, però l'estetista è riuscita a ottenere un effetto naturale, anche le occhiaie con cui mi ero svegliata questa mattina sono sparite. Non sono mai stata così bella in vita mia.
Gina, mi sta aiutando a prepararmi, mi ha anche regalato una giarrettiera azzurra -dice lei- a me sembra più violacea come le melanzane. Dovrò fidarmi? Secondo me è daltonica. Forse la dieta le ha rovinato la vista, nell'ultimo anno è dimagrita dieci chili, come me. Ogni tanto all'insaputa del dottor Sapiente ci scambiavamo la dieta. Oggi è in perfetta forma con il suo taillerino rosa, con i capelli corti neri tutti tirati indietro e con l'ombretto rosa perla che mette in risalto i suoi splendidi occhi azzurri.
Alle sedici e trenta sono già in chiesa. Ancora ci sono pochi ospiti.
Lo so che la sposa dovrebbe arrivare per ultima, fare il suo ingresso dalla navata principale, avanzando sopra un bellissimo tappeto rosso accompagnata dal padre, mentre lo sposo impaziente aspetta all'altare, ma, ho deciso di arrivare prima io dello sposo.
Sono entrata in sacrestia da una porta secondaria con la complicità del mio amico chierichetto, non senza prima avergli staccato un assegno da cinquecento euro.
«Andranno alla casa famiglia di via Picciotti» mi ha assicurato.
Corrotto il chierichetto, mi intrufolo di nascosto in sacrestia. Dopo che sarà arrivato lo sposo, uscirò nuovamente, farò finta di essere appena arrivata ed entrerò in chiesa dalla porta principale.
Dalla sacrestia sbircio cosa succede in chiesa, voglio godermelo proprio tutto questo matrimonio!
Osservo gli ospiti che prendono posto a sedere, sono tutti molto eleganti. Gli uomini! Che fantasia! Indossano tutti un vestito nero. Almeno le cravatte più colorate le potevate scegliere! È un matrimonio questo, mica un funerale!
Meno male che almeno le donne indossano abiti dai colori vivaci.
Gli ospiti si accomodano in chiesa in maniera composta, quelli che arrivano per ultimi salutano educatamente quelli che sono già presenti. Sento anche degli accordi di violino che di tanto in tanto coprono i brusii.
«Come ti senti?» mi chiede affettuosamente Gina, che mi accompagna come se fosse la mia ombra.
«Fino ad un paio d'ore fa ero tranquilla, adesso invece sento un groppo allo stomaco. E mi tremano le gambe non riesco a reggermi in piedi. Non pensavo mi sarei emozionata così tanto» le rispondo con voce roca. «Che ora è?».
«Sono quasi le cinque» risponde.
«È arrivato Mario?»
«Non ancora.»
«Avrebbe dovuto essere già qua da un pezzo. Che sta succedendo? Come mai Mario non arriva?»
«Non lo so, aspettami qui, vado a controllare» dice mentre si allontana dalla sacrestia.
Dopo dieci minuti circa, la vedo tornare con un espressione niente affatto rassicurante.
«Non è ancora arrivato, non ci sono neppure i suoi genitori, nessuno degli invitati sa niente.»
«Com'è possibile? Passami il telefonino, provo a chiamarlo» dico allarmata.
Il cellulare di Mario è irraggiungibile.
«Io intanto provo a chiamare Sara, non capisco perché ancora lei e Marta non sono arrivate» si chiede Gina.
«Mi sto preoccupando, non sarà mica successo qualcosa?»
«M-m-mancano lo s-s-sposo e le due t-t-testimoni di nozze» sento dire a Don Vincenzo, il prete che celebrerà il mio matrimonio. Nonostante la balbuzie è molto bravo.
«Sicuramente deve essere successo qualcosa» continuo a dire seriamente preoccupata. Mi sto innervosendo.
«Tu aspetta qui, mi informo meglio e torno» dice Gina.
Gina, il chierichetto, il prete, sono andati tutti via, e nessuno ritorna per informarmi su quello che sta succedendo.
Mi è anche venuta sete, ho la gola secca.
«Non c'è un po' d'acqua qui? Dove siete finiti tutti? A chi posso chiedere un po' d'acqua? Acqua! Acqua! Acqua!»
Mi manca l'aria, questo vestito stringe troppo il busto, non riesco quasi a respirare, sto morendo di caldo e di sete. Le previsioni dicevano che questa sarebbe stata la settimana più calda dell'estate.
«Non c'è un condizionatore o un ventilatore qui?!» urlo.
Ma nessuno risponde. Do con lo sguardo una carrellata veloce dentro la chiesa, nel tentativo di individuare Gina. Non riesco nemmeno a vedere mio padre, che fine avranno fatto? Dove sono? Vedo un sacco di gente che sbuffando si sventola con i ventagli o con il foglietto dei canti o con quello che gli capita sotto mano, alcuni uomini si tamponano la fronte con un fazzoletto. Oggi fa proprio caldo!
Che faccio adesso? Ritorno a sedere in sacrestia. Accanto a me c'è un frigo, dentro non c'è acqua, ma solo una bottiglia di vino, meglio che niente. E i bicchieri dove saranno? Non li vedo, ma non importa, tanto proprio davanti a me sopra un tavolo, c'è un bel calice tutto d'oro luccicante. Riempio il calice fino all'orlo e assaggio il vino, mmm, davvero buono, dovrò chiedere al prete dove lo comprano questo vino, ne berrò un altro sorso, che male può fare un sorso di vino?
Oh! Oh! Sorso dopo sorso mi sono scolata mezza bottiglia, avevo proprio tanta sete. Mi sento avvampare le guance, e la testa mi sta scoppiando. Non avrei dovuto bere a digiuno. Dovrei mangiare qualcosa subito, per tamponare l'effetto del vino.
Cosa c'è qui, in questo piccolo contenitore di plastica? Allungo la mano, tentando di arruffare quello che c'è dentro, invece il contenitore si rovescia facendo cadere tutto il contenuto sul tavolo. Sembra commestibile, sarà una ricetta nuova, ci sono tante sottilissime sfoglie rotonde bianche. Mi si è appannata la vista non riesco a vedere bene di che si tratta, le assaggio, mmm veramente buone, si sciolgono in bocca. Dovrò munirmene, assieme a questo vino delizioso, per offrirli agli ospiti quando ci verranno a trovare nella nostra nuova casa, quella mia e di Mario intendo. Forse sono un po' sbronza. Don Vincenzo sta entrando nella stanza riconosco la sua faccia cicciottella e la pelata lucida, mi annuncia qualcosa... "che dovrei andare a...zzz. C'è una macchina che ...zzz...".
Uffa, non riesco a sentire cosa dice. Forse non sta neppure parlando con me, lo vedo sfocato. Cosa sta dicendo? Dov'è che dovrei andare? Cosa? Non capisco, sento solo il ronzio di queste maledette api che mi fischiano nelle orecchie. Tento di allontanare queste stupide, fastidiosissime api, e invece riesco solo a strapparmi il velo con tutte le forcine di strass.
Accidenti, mi fa cenno di seguirlo, deve essere arrivato Mario, finalmente! Solo che adesso ho rovinato la mia acconciatura. Dov'è lo specchio mi devo sistemare i capelli, provo ad alzarmi. Perché tutti gli altri continuano a girarmi attorno? La volete smettere di fare giro giro tondo? Le gambe non mi reggono, me le sento mollicce mollicce come se fossero di ricotta.
Sento delle voci che mi echeggiano in testa.
«Chi siete voi?» "..zzz ..."«State tutti zitti, tutti zittì, tutti quantì, pure le apì, zittetè che parlo iò. Parlo iò ho dettottò. Peirché la mia tiesta è cossì pessante, cossà ci avvete messo dentrò?» "...zzz..." «Oooggiggì mi spoisò. Pensò che, tra qualche miinniutto l'effetto del vigniiio doverebbe scomparireré, specie ora che sono a stomacio pienò, finalmente hiò mangiatò tò!» "...zzz..." «dopo mesi di dieta estè estennuante a base di zucchinà bollità, per entrare in questo vestitètò, iò mangiatò» "...zzz..."
«E, Puerché stoì pairlando spagniuolo eh? quand'è chi c'hò impiaràto a parlare lo spagniuolo eh? cossa c'era in quel vigno, disgrazziatti mi avvete aavvellennata! Tiuuutti invidiosi sì, puerchè non voillete che spossissì Mariolò, l'uommommo più fantàgalattìcò del mondòiolò. Certò hiè un coomplottò! "..zzz..." Ohi, che malle! Come ha fatto il pavimentotò a cadere sulla mia tiestà?» "...zzz....zzz.zzz...zzz...zzz...zzz...zzz...zzz"
STAI LEGGENDO
Vestiamo di viola... dal corredo di Nola
HumorUna storia chick-lith in salsa siciliana ironica e surreale. Vestiamo di viola... dal corredo di Nola è un romanzo sospeso tra l'Umoristico, il Surreale, il Rosa, il Giallo e persino il Viola. Nola, una giovane donna ingenua e pasticciona, si da un...